Idiozie mediatiche

SVIZZERA: DEPUTATO PPD SOSPESO PER VIDEO IN CUI CONSUMA DROGA NUDO

Sion, 6 mag.- (Adnkronos/ats) - Il Partito Popolar Democratico (Ppd) del Cantone Vallese ha sospeso oggi uno dei suoi deputati al Gran consiglio. La decisione, presa con il consenso dell'interessato, fa seguito alla diffusione di un video in cui il parlamentare appare nudo mentre sniffa. L'interessato sostiene di essere vittima di un ricatto. In una conferenza stampa tenuta in serata il 40enne ha affermato di essere vittima di un complotto e di aver presentato una settimana fa denuncia per ricatto, estorsione, furto e falso in documenti. Uno dei suoi conti bancari e' stato svuotato e qualcuno ha abusato della sua carta di credito.


Continuano in brasile le ricerche di Adelir De Carli
L'istruttore del prete disperso in volo
coi palloncini: «un incosciente»
Lo aveva allontanato dal suo corso per indisciplina e per aver messo a rischio la propria vita

SAN PAOLO - Il prete volante disperso nei cieli brasiliani attaccatto, alla ricerca del guiness a centinaia di palloncini, ha un rapporto incosciente con il volo. Lo ha detto Andrè Lichtow, istruttore di volo, che ha ricordato di averlo allontanato dal proprio corso dopo poche lezioni per indisciplina e per aver messo a rischio la propria vita con una bravata prima ancora di aver assimilato i minimi rudimenti di volo. Lichtow ha precisato che De Carli non sapeva affatto usare il Gps che aveva portato con sè.

IL VESCOVO: «GLI AVEVO CHIESTO DI DESISTERE» - «Avevo chiesto a padre Adelir di trovare altre strade per richiamare l'attenzione sui suoi progetti di beneficenza, ma non è stato possibile smuoverlo dalle sue convinzioni, e non c'era modo di impedirgli di portare avanti i suoi tentativi, per quanto pericolosi», ha dichiarato il vescovo di Paranaguà, Joao Alves dos Santos, superiore di padre De Carli.

CONTINUANO LE RICERCHE - Nonostante una mobilitazione massiccia di mezzi di soccorso, non è ancora stato ritrovato padre Adelir De Carli, soprannominato «il prete volante», che domenica scorsa aveva tentato un record di permanenza in aria appeso a mille palloncini colorati. Nel pomeriggio di ieri sono stati trovati una sessantina di palloncini a circa 50 chilometri dalla costa, ma di De Carli non si hanno tuttora notizie. La Marina militare brasiliana ha scandagliato con navi, aerei e elicotteri tutta la zona di mare tra il punto di partenza e il luogo di ritrovamento dei palloni, ma non si è trovato nulla. Adesso le ricerche si spostano sulle isole e isolotti della costa, come ultima speranza di ritrovare vivo il «prete volante», che in un ultimo messaggio via cellulare aveva segnalato di star scendendo verso il mare, senza però dare la propria posizione.

L'EQUIPAGGIAMENTO - De Carli era equipaggiato con una tuta termica e equipaggiamento d'emergenza che gli doveva garantire la sopravvivenza in aria anche a grandi altezze, ma più difficilmente in caso di caduta in mare. De Carli è stato duramente criticato da esperti di volo. Andrè Lichtow, istruttore di volo, ha ricordato di averlo cacciato dal proprio corso dopo poche lezioni per indisciplina e per aver messo a rischio la propria vita con una bravata prima ancora di aver assimilato i minimi rudimenti di volo.


L’insolita impresa a Durban, in Sudafrica
Fa bungee jumping con 30 metri di condom
Un portoghese di 37 anni, da 15 abituato a saltare nel vuoto, si è gettato con una corda formata da 18.500 profilattici, per ''riprovare l'ebbrezza virginale'' del suo primo lancio

Roma, 21 apr. (Ign) - Non si sa se più originale, incosciente o coraggioso, un appassionato di bungee jumping ha deciso di cimentarsi in un'insolita impresa: lanciarsi nel vuoto con una corda fatta di condom, lunga ben trenta metri. Lo riferisce 'Metro' britannico.

Per realizzarla ci sono voluti nientepopodimeno che 18.500 profilattici; fortunatamente la fune non si è strappata ma l'impavido autore non ha nascosto il cardiopalmo.

Carl Dionisio, 37 anni, portoghese, ha detto di aver voluto così ricreare lo stato di ''ebbrezza virginale'' vissuto nel suo primo lancio ma ha ammesso di essere stato preso dal panico al momento di gettarsi, temeva infatti che la corda di lattice potesse farlo precipitare rovinosamente.

Dionisio ha compiuto l’audace impresa a Durban, in Sudafrica, sua città d’adozione, 15 anni dopo il suo primo salto nel vuoto, ed ha impiegato quattro mesi per creare l’eccentrica corda insieme a un amico.

''E' difficile perché i condom sono scivolosi - dice - quando abbiamo fatto i nodi sembravano sfuggire di mano. Il lattice è lattice, ma la corda era costruita su una formula matematica e sebbene fossi sicuro al 99% che avrebbe retto, per un mese prima del lancio ho avuto lo stomaco che era un groviglio''. E come non credergli.


Una guida del Wall Street Journal indica le abitudini dei diversi paesi
A ognuno spetta il bacio giusto.
Negli Usa corsi per manager
Uomini e donne d'azienda invitati a prendere confidenza con un modo di salutarsi che loro non usano

WASHINGTON – L’America ha inventato un nuovo corso, il corso del “bacio sociale”, per il manager americano, uomo o donna. Nell’età della globalizzazione, ha stabilito, un buon manager deve imparare a baciare le nuove conoscenze. Non sulla bocca, naturalmente, ma sulla guancia. Questo bacio, spiega il Wall Street Journal, “è un’arte”, è destinato a creare una modesta intimità e generare fiducia. Insomma, è uno strumento indispensabile di lavoro in tutte le culture che lo praticano, senza baci non si fanno affari. Ma sapere baciare sulla guancia, se sfiorarla col bacio o se stamparvelo sopra, non basta: il manager deve anche sapere se ci vuole un bacio solo, o se ce ne vogliono due o tre; e se il bacio va dato soltanto tra uomo e donna, o anche tra uomo e uomo, e donna e donna. In Italia, dove baciarsi sulla guancia e prendersi sottobraccio, soprattutto tra persone dello stesso sesso, è la cosa più normale di questo mondo, può sembrare bizzarro che il manager americano debba essere istruito al riguardo.

OGNI NAZIONE HA IL SUO BACIO - Ma nell’America puritana, dove tuttavia capita di essere baciati sulla bocca dalle nuove conoscenze, ma uomo - donna, non uomo – uomo come in Russia, è una specie di rivoluzione. Di norma, gli americani si limitano a una vigorosa stretta di mano, anche all’ennesimo incontro. I manager in particolare sono abituati a mantenere una certa distanza fisica. Ma hanno scoperto che coi soci, clienti, dipendenti, investitori stranieri non funziona. Essi si aspettano il bacio sulla guancia, non darglielo significa passare al minimo per villani, e dunque offenderli. Da “Niente baci, siamo americani” (ricordate la commedia: “Niente sesso, siamo inglesi”?) il manager sta così passando a una frenesia di “baci sociali”.

LA GUIDA - Il Wall street journal ha addirittura pubblicato una sua guida: un solo bacio sulla guancia in Messico, due o quattro in Francia, tre in Etiopia, e via di seguito. Cristina Binkley, la sua maestra di etichetta, lo ha incoraggiato ricordando che secondo il Foro scientifico internazionale sulla igiene domestica trasmette più germi la stretta di mano che non il bacio sulla guancia. Il suo insegnamento: chi possiede il grado più alto, uomo o donna, prenda l’iniziativa; incominci o si fermi alla guancia destra, a seconda delle circostanze; non si tiri indietro se l’iniziativa la prende l’altro o l’altra. Una fatica… In realtà, non è che nessun americano sinora si baciasse sulla guancia.

I BACI FREQUENTI DI BUSH - Tra i politici, il “kisser in chief”, il baciatore in capo, è il presidente Bush, che bacia anche gli estranei; e a qualsiasi riunione partecipino, la segretaria di stato “Condi” Rice e la leader della Camera Nancy Pelosi vengono baciate, soprattutto dagli uomini, essendo due belle donne. Di più: nel mondo della moda, due baci sulla guancia sono di prammatica, mentre a Hollywood vengono solo simulati. Ma per il manager è diverso. «Attento - ammonisce la Binkley - che se inviti qualcuno a casa e lo baci sulla guancia, quello si aspetta che tu lo baci anche sul lavoro». Niente esagerazioni, quindi, perché anche un passo falso potrebbe farti perdere l’affare.

Ennio Caretto


FORZA PUBBLICA
Striscione d’amore sul ponte: arrivano i vigili

Come faremmo senza di loro, i «probi» cittadini? A quali disordini andrebbe incontro la nostra città senza chi richiede gli interventi (ma le polizie locali, in tempi di elezioni, fanno così?) dei vigili urbani, che riportano ordine e rassicurano i probi cittadini impauriti o turbati?
Dopo una clamorosa uscita (due pattuglie, sei effettivi), nei giorni scorsi, per zittire tre ragazzini tedeschi che si erano messi a far musica (classica, per di più) con violino, violoncello e chitarra in Piazza dei Signori, ieri la polizia municipale è uscita per andare a staccare, dal ponte in legno dell’Università, un tazebao che rischiava di turbare altri probi cittadini.
Non si sa chi, stavolta, abbia effettuato la chiamata (la stessa proba cittadina che ha fatto piangere i tre tedeschini? un suo emulo? i docenti universitari?), ma l’intervento è stato rapido ed efficace. Sullo striscione, realizzato artigianalmente su un lenzuolo, c’era infatti una incredibile dichiarazione: «Giuly amore 6 unica», firmato Matty. Non bastasse, la scritta era circondata da conturbanti cuoricini.
Per fortuna non è stato trovato l’innamorato (fai presto a scrivere Matty, mettici anche il cognome e l’indirizzo, se sei un vero gangster), che, se colto in flagranza di reato, avrebbe preso pure una multa per affissione non autorizzata. In altre città queste libere espressioni vengono addirittura «coccolate».
A Roma (ma si sa, Roma è la sentina di tutti i mali e solo casualmente è stata caput mundi) il lampione di Ponte Milvio dove gli innamorati avevano allacciato centinaia «lucchetti-pegno d’amore» (leggi film «Tre metri sopra il cielo») è stato s-catenato solo quando la stabilità del lampione stesso non è stata in pericolo. Vuoi vedere che lo scriscione «innamorato» rischiava di far crollare il ponte? In questo caso, non resta che avvertire cigni e anatre.


Sesso, hashish e aborto Ricerca choc sui nuovi scout
Liberi e laici: sorprendenti risultati di un'indagine condotta in tutta Europa sugli "esploratori" tra i 16 e i 21 anni

Addio alla «meglio gioventù» tutta casa e chiesa. Otto scout su dieci dicono sì all’alcol, uno su due sì alle canne, il 90% ammette i rapporti prematrimoniali, il 42% farebbe sesso con una persona sposata e il 39% approva l’aborto e dice di non credere in Dio. L’identikit-choc dello scout del terzo millennio emerge dalla ricerca commissionata dalla Federazione italiana scoutismo all’Istituto degli Innocenti, una ricerca che riguarda ragazzi di tutta Europa, per l’81% cattolici.

Il nucleo fondante dei «Papa boys» che affollano le Giornate mondiali della gioventù e i raduni ecclesiali approvano alcol, fumo, sesso e hanno le idee chiare su aborto e omosessualità. Sono delusi dalla politica (uno su tre è contrario ai partiti), considerano la famiglia il loro unico punto di riferimento, stanno al passo con i tempi (quasi tutti hanno cellulare e computer, il 70% possiede dvd e videoregistratori). L’esito più sorprendente dell’indagine riguarda una morale molto più libertina dell’immagine tradizionale dello scoutismo che in Italia su 200mila aderenti ne annovera ben 180mila cattolici. Nove scout su dieci accettano il sesso prima del matrimonio, un terzo dei 2500 intervistati considera una scelta eticamente tollerabile tradire il proprio partner, mentre quattro su dieci ammettono il ricorso all’aborto. Più aperte verso esperienze omosessuali appaiono le ragazze (23%) rispetto ai ragazzi (12%).

Nel mondo ci sono 520 associazioni con 38 milioni di giovani. Nei cento anni di vita della scoutismo, mezzo miliardo di persone hanno indossato l’uniforme scout. In Italia su 200 mila scout, 180 mila fanno parte dell’associazione cattolica Agesci (tra i promotori del «Family Day») che ha un’organizzazione di tipo verticale, suddivisa in quattro livelli (nazionale, regionale, di zona, di gruppo) ciascuno dei quali è finalizzato all’educazione dei bambini e ragazzi. Il movimento scout, fondato da Robert Baden-Powell, ha le stesse regole ovunque. Fazzolettone, divisa, promessa: «Con l’aiuto di Dio prometto sul mio onore di fare del mio meglio per compiere il mio dovere verso Dio e verso il mio Paese; per aiutare gli altri in ogni circostanza; per osservare la Legge scout». Di cambiato nello scoutismo c’è appunto una crescente distanza tra «teoria e «pratica».

Il tramonto della purezza
Come dimostra l’indagine, infatti, la fede, l’impegno e la responsabilità sono valori non sempre realizzati nella vita quotidiana degli scout. La purezza non sembra più molto in voga, anche se il loro simbolo resta il giglio scolpito nell’arco della Cappella dei Lanaioli, nella chiesa di Sant’Agostino a Genova. Eppure nello statuto l’Agesci si definisce «occasione per i ragazzi di ricevere un annuncio di fede» e si impegna a proporre «in modo esplicito ai ragazzi, con il metodo e la spiritualità che caratterizzano lo scoutismo, l’annuncio di Cristo affinché si sentano personalmente interpellati da Dio e gli rispondano secondo coscienza». Il percorso scout, che parte dagli 8 anni con i gruppi dei lupetti e delle coccinelle, prosegue con gli esploratori e le guide, dai 12 ai 15 anni, e poi con i rover e le scolte fino ai 19 anni. Dal gioco, all’avventura, all’approfondimento si sviluppa un percorso che porta alla scelta di «servizio agli altri». Gli scout sono presenti nei Consigli e nelle Commissioni pastorali. Nelle parrocchie hanno soprattutto il compito di avvicinare i ragazzi che, senza lo scoutismo, non frequenterebbero la chiesa. Una missione esplicitata da Giovanni Paolo II in vari messaggi di incoraggiamento a essere di frontiera, «a portare un annuncio del Vangelo anche a ragazzi che magari non avrebbero frequentato autonomamente altre situazioni vicine alla parrocchia». Nel vademecum per i capireparto dei campi nazionali Agesci è sintetizzato il fine dello scoutismo e, dunque, anche la possibilità di un fallimento educativo: «A noi capi non è richiesto di essere psicologi o sociologi, quanto piuttosto di vivere una relazione vera, profonda ma non assoluta con i nostri esploratori e guide». Una relazione che «non si sostituisca a quelle istituzionali, ma che sia chiara, capace di dare senso, di orientare il sentiero di ciascun ragazzo senza scegliere al loro posto». Incluso, perciò, il rischio di sbagliare.


Mosè sotto l'effetto di droga sul Sinai
Quando ricevette i 10 Comandamenti. Lo sostiene uno psicologo israeliano

GERUSALEMME - Il profeta Mosè, secondo un ricercatore israeliano, si trovava sotto l'effetto di droghe quando sul Monte Sinai Dio gli consegnò i Dieci Comandamenti. Le sostanze attive che provocano illusioni sensoriali, quali gli allucinogeni, avrebbero avuto un ruolo importante durante i riti religiosi degli israeliti ai tempi della Bibbia, ha spiegato il ricercatore Benny Shannon nella rivista di filosofia «Time and Mind». Nel caso di Mosè, dice il professore di psicologia cognitiva all'università di Gerusalemme, non si è trattato di un «evento sovrannaturale». Ma non è neppure solo leggenda: «E' molto più probabile che la vicenda si sia svolta sotto l'effetto di qualche droga psichedelica», ha detto Shannon ieri alla radio israeliana. Mosè sarebbe stato alterato anche quando vide «il cespuglio di spine ardente», dove si manifestò l'angelo di Jahweh, appunto, sotto la forma di una fiamma di fuoco. Anche in questo caso all'origine delle «visioni» ci sarebbero stati delle sostanze narcotizzanti.

EFFETTI PSICOATTIVI - «La Bibba riporta che le persone udivano dei suoni, e questo è uno dei classici fenomeni col quale si manifestano certe droghe». Molti culti amazzonici utilizzano a scopi rituali l'ayahuasca, un intruglio vegetale, che combinato sintetizza la molecola in questione e provoca degli effetti psicoattivi. La sostanza è ancora usata frequentemente dagli sciamani o stregoni indigeni in Amazzonia. «Anch'io ho avuto delle visioni, che avevano significati religiosi e spirituali», ha detto lo scienziato che afferma di aver testato il miscuglio. Gli effetti psichedelici sono comparabili con la sostanza estratta dalla corteccia dell'albero di acacia. E quest'albero viene menzionato spesso nella Bibbia, dice in conclusione Shannon al Time and Mind Journal of Philosophy.

REAZIONI - La notizia è stata ripresa anche dal quotidiano israeliano Haaretz, scatenando una serie di reazioni polemiche. Ma la più frequente è stata: «Che cosa si è fumato Shannon prima si scrivere il suo articolo?». Il professore, del resto, avrebbe ammesso che «chiuque può assumere allucinogeni ma per ricevere le Tavole della Legge bisogna essere Mosè».


In vendita le pasticche per dare sapore di mela allo sperma
Risultato garantito in massimo 4 settimane. C’è anche la variante femminile agli agrumi. Il prodotto, in 60 capsule, è un integratore dietetico naturale che riduce il colesterolo

Roma, 25 feb. (Ign) - Che la mela sia il frutto del peccato è risaputo da migliaia di anni. Cosa che deve essere piaciuta molto all’inventore di ‘Sweet release’, barattolino con 60 capsule in vendita su XXXXX che promettono in massimo quattro settimane di modificare odore e sapore del liquido seminale maschile, facendolo assomigliare a quello di mela verde.

Anche se sul portale dove si possono acquistare le capsule si legge che il prodotto è dedicato a tutti quelli “che vogliono migliorare la pratica del sesso orale e sorprendere il partner con una nuova fantastica esperienza”, in realtà ‘Sweet release’ è più pubblicizzato come un integratore dietetico completamente naturale che aiuta il sistema immunodifensivo e riduce il colesterolo grazie al componente principale contenuto al suo interno, il Crandextrim, e alla presenza degli acidi Omega 3 e Omega 6.

Su ‘XXXX’ è in vendita anche la variante femminile agli agrumi, che promette sapori e odori migliori delle parti intime “per evitare spiacevoli imbarazzi”. Probabilmente, se fosse esistito l’eCommerce ai tempi dell’Eden, a quest’ora vivremmo tutti in Paradiso.


Carrara. I militari erano stati chiamati da un passante
Voleva suicidarsi, alla fine picchia i carabinieri che gli salvano la vita

Si è sentito perso e ha pensato di farla finita. E probabilmente sarebbe riuscito a portare a termine il gesto irreparabile, in una zona periferica di Carrara, se la scorsa notte non fosse passata nei paraggi una persona che stava tornando a casa. Una casualità provvidenziale: l’uomo ha accostato l’auto, ha visto il giovane che stava sistemando una corda al ramo di un albero e ha provato a dissuaderlo. Ma per tutta risposta l’altro, esasperato, ha reagito malamente: «Vattene via mi voglio ammazzare. Voglio morire. Vattene, lasciami solo. Sono affari che non ti riguardano». Frasi gridate, urlate, mentre febbrilmente tentava di realizzare un cappio alla bell’e meglio. Voleva suicidarsi: la sua convivente non ne voleva più sapere.
Con freddezza, il passante ha provato a non far esasperare ulteriormente il giovane, si è allontanato in fretta e - non aveva il cellulare con sé - appena entrato in casa ha subito telefonato alla centrale operativa della caserma dei carabinieri per informare di quanto stava accadendo.
Un tempismo risolutivo. In pochi minuti due auto dei carabinieri e l’ambulanza della Croce Verde di Fossola con il medico a bordo erano sul posto. L’aspirante suicida quando ha visto i girofari delle auto, ha cercato di scappare entrando in un boschetto. I carabinieri sono riusciti a raggiungerlo e quando stavano per immobilizzarlo, il giovane ha cominciato a dibattersi, menando pugni e calci contro i militari dell’Arma, colpendoli più volte.
Dopo una furiosa lotta il giovane è stato bloccato e fatto salire a bordo dell’ambulanza per essere visitato dal medico. Viste le sue condizioni, a sirene spiegate il giovane è stato trasportato al pronto soccorso del nostro ospedale e successivamente trasferito al Cim, centro di igiene mentale.
Due carabinieri sono stati medicati: nella colluttazione con l’aspirante suicida, hanno riportato contusioni ed escoriazioni agli arti e in altre parti del corpo per cui sono stati giudicati guaribili in una settimana.
Il giovane potrebbe essere denunciato. Una vicenda movimentata ma senz’altro a lieto fine: una vita umana è stata salvata, e questo in definitiva è quello che più conta.


Anche l'UE, in passato, aveva ventilato l’ipotesi di una tassa sulle flatulenze delle vacche
Australia, le mucche 'inquinano' troppo
Circa il 14% delle emissioni di gas presenti nel paese dei canguri è dovuto ai peti dei bovini. Per questo motivo alcuni ricercatori stanno tentando di ridurre la quantità di metano emessa dai loro intestini grazie a un batterio da introdurre negli stomaci del bestiame da pascolo

Roma, 8 gen. (Ign) - Meglio il peto di un canguro che quello di una mucca. E’ questo quello che si sono detti alcuni ricercatori australiani che stanno tentando di rendere il gas emesso dai bovini australiani il più simile possibile a quello dei canguri loro connazionali. Il motivo? I peti delle mucche sono ricchi di metano, e quindi inquinano molto di più rispetto a quelli dei canguri.

L’intuizione del gruppo di ricercatori, seppure possa sembrare assurda, è quella di introdurre negli stomaci del bestiame da pascolo un particolare batterio che dovrebbe ridurre le emissioni di metano dei loro intestini. Ma perché preoccuparsi tanto delle mucche e non pensare invece a ridurre l’uso delle automobili? Secondo alcuni dati diffusi dagli stessi ricercatori, sembra che circa il 14% delle emissioni di gas nell’atmosfera in Australia sia dovuto proprio ai peti di vacca, un dato non indifferente che quindi non può essere sottovalutato.

Fatto sta che la stessa Unione Europea già in passato aveva preso seriamente in considerazione la questione, tanto da ventilare l’ipotesi di introdurre una tassa sulle flatulenze delle mucche.

Secondo il programma dei ricercatori australiani, ci vorranno circa 3 anni per isolare il batterio di cui hanno bisogno. Poi si dovrà pensare a come introdurlo negli stomaci dei bovini. Ovviamente le proteste degli animalisti non si sono fatte attendere.


Gb: riscaldati da cremazione morti
Proposta shock del comune di Tameside (Manchester)

(ANSA) - LONDRA, 8 GEN - Usare il calore prodotto dalla cremazione per riscaldare le sale di attesa dove piangere il caro estinto. Lo propone un comune inglese. E' infatti un serissimo progetto stilato dal comune di Tameside, nei pressi di Manchester, Inghilterra. ''Siamo consapevoli che si tratta di una questione delicata'', dice al tabloid britannico Daily Mail Robin Monk, del comune di Tameside, ''ma, tecnicamente, si tratta di calore che va perso''.


L'uomo entra in casa di due ignari coniugi, non proprio favorevoli al nudismo
Scherzo via sms: «Presentati nudo»
31enne denunciato in Nuova Zelanda
Una 17enne invia a un amico 31enne un messaggino con la "proposta" indecente e un indirizzo sbagliato

SYDNEY - Uno scherzo sfociato in due denunce. Complice un cellulare, un indirizzo sbagliato e due padroni di casa non proprio favorevoli al nudismo. Tutto è cominciato quando una ragazza di 17 anni, di Almerston North, nell'Isola del Nord della Nuova Zelanda, ha inviato a un suo amico di 31 anni un messaggino sul cellulare: «Regalo di Natale: ti aspetto con un'amica, entra in casa nudo». L'sms non lasciava dubbi. Ma si trattava di uno scherzo. E per di più con, annesso, indirizzo sbagliato.

FUGA IMPOSSIBILE - Secondo il quotidiano locale Manawatu Standard, la ragazza aveva mandato il messaggio promettendo una fantastica serata a tre. L'uomo avrebbe però dovuto presentarsi nudo. Arrivato all'indirizzo, l'ignaro amante si è prontamente tolto tutti i vestiti, li ha appallottolati e gettati dentro la finestra di casa, come richiesto dall'amica, e ha suonato alla porta. Gelida l'accoglienza e impossibile la fuga, visto che i vestiti erano dentro casa. La vicenda si è conclusa con una denuncia per violazione di proprietà privata per il caloroso 31enne, e un'altra per uso improprio del telefono per la ragazzina.


Palermo: il pm chiede l'arresto dell'uomo, per il gip elementi insufficienti
«C'è un rapinatore sui volantini elettorali»
Una cassiera riconosce l'uomo che svaligiò il suo negozio: «È il politico sulla foto». Lui: «Scambio di persona»

PALERMO - La cassiera del centro commerciale è sicura al «90-95%»: «Quel tizio sui volantini elettorali è proprio l'uomo che rapinò il nostro negozio. Nella foto indossa anche lo stesso giubbotto». Lui, presunto malvivente e candidato alle elezioni amministrative di Palermo, si difende: «Non è vero, è solo uno scambio di persona».

SOMIGLIANZA - Il protagonista della vicenda - ricostruita da alcuni quotidiani locali - è Francesco Pirrotta, 25 anni, accusato di una rapina avvenuta il 22 marzo scorso a Palermo ai danni del centro commerciale «Ferdico In», di via Perez. L'autore del colpo, ripreso attraverso le telecamere a circuito chiuso dell'esercizio, mostrerebbe una straordinaria somiglianza con Pirrotta, candidato nel maggio scorso alle elezioni circoscrizionali nella lista «Azzurri per Palermo». Nella foto del volantino elettorale, secondo l'accusa, indosserebbe addirittura lo stesso giubbotto. Diversa la tesi dell'indagato, che sostiene di essere vittima di uno scambio di persona.

DECISIONE SULL'ARRESTO - Il gip di Palermo, Antonella Consiglio, gli ha dato ragione, ritenendo non sufficienti gli elementi accusatori, ma il pm Adriana Blasco ha insistito per l'arresto e la vicenda è andata al Tribunale del Riesame che ha dato ragione al pm. Adesso sarà la Cassazione a decidere se mandare in carcere Pirrotta o lasciarlo a piede libero.


In Val Venosta condannato il proprietario dell'animale dopo la denuncia di una vicina di casa
Ma è solo l'ultimo caso di una serie che ha visto il "chicchirichì" alle prese con la giustizia

Il gallo disturba, 200 euro di multa
Quanti pennuti davanti al giudice

BELLA la campagna, bella la montagna, ma provate a viverci. Provate a sfidare la sorte, scommettendo che riuscirete a dormire oltre l'alba se avete la ventura di abitare vicino a un pollaio. O comunque a un luogo in cui c'è un gallo a farla da padrone. Bella la vita campestre ma non si può negare che il chicchirichì, a volte, sia tutt'altro che una gioia bucolica. Andate a dirlo a una signora di Malles, un paesino della Val Venosta, in provincia di Merano. Che non ce l'ha fatta più a sopportare gli strepiti antelucani del gallo del vicino e ha denunciato il proprietario. Questo, davanti al giudice, ha detto che i galli erano cinque e che proprio in seguito alle proteste della donna era stato costretto a ridurli a uno. Risultato: multa di 200 euro per disturbo della quiete pubblica. Ricorrerà in appello: "Un gallo è indispensabile per manenere in vita un pollaio", dice. Intorno a lui si stringono compatti gli agricoltori dell'associazione Bauerbunnd che difendono i pennuti in quanto - sostengono - peculiarità del luogo.

Ma la vicenda altoatesina è solo l'ultima di una serie che ha visto la giustizia occuparsi dei pennuti. Ricordiamo alcuni dei casi più eclatanti.

Renato, il gallo di Bordeaux. Francia, 1996. Suscitò scalpore il caso di Renato, un gallo di Bordeaux, i cui canti forsennati vennero contestati da un vicino di casa dall'orecchio sottile (era un violinista). Per difendere il pennuto, nacque addirittura un comitato civico. Il che non impedì, tuttavia, che il padrone di Renato fosse condannato a pagare 300 franchi di ammenda.

Il gallo in padella. Bari, 1995. Per un galletto molesto che rischiava la pena capitale in padella fu presentata addirittura una domanda di grazia. Se ne occupò la Lipu, la Lega italiana protezione uccelli, che chiese "pia e umana grazia per l'inconsapevole pennuto".

Il gallo fuori porta. Era il 1999 quando a Gela, in Sicilia, un gallo fu condannato da un pretore al "soggiorno obbligato" in un pollaio fuori porta, dopo la denuncia di un operaio turnista dell'Enichem che aveva perso il sonno a causa del suo canto.

Annibale, ugola d'oro. Ed è sempre il 1999 la notizia della morte di Annibale, gallo che assai fece penare il proprietario, costretto tempo prima a sborsare una multa di sei milioni di lire. Morì il 3 ottobre di quell'anno. Il proprietario lo ricordò per una voce "tanto tonante da fare invidia a un tenore".


Assunto 15 anni dopo la morte
Nel ’75 aveva chiesto di fare il bidello, convocato ieri

TORINO
La burocrazia a volte è crudele. Soprattutto quando nessuno si preoccupa di mettere in atto correttivi per snellirla ed aggiornarla. La lettera di assunzione spedita dall’Ufficio Scolastico Provinciale di Torino (l’ex Provveditorato) a un uomo, morto quindici anni fa dopo aver presentato una domanda per fare il bidello, ne è un esempio.

Il racconto
A raccontare la storia di Antonio Giannitti è figlio Fabio: «Qualche giorno fa ho ricevuto un telegramma indirizzato a mio padre. Era una convocazione all’ufficio scolastico per il conferimento dell’incarico come collaboratore scolastico per quest’anno. Cioè avrebbe dovuto essere assunto come bidello. E in quella circostanza mio padre avrebbe potuto anche compiere una scelta fra diverse scuole. All’inizio pensavo ci fosse stato un errore, perché mio padre purtroppo è morto nel 1992. Così sono andato negli uffici scolastici per chiarire questa ‘’anomala’’ circostanza. Qui mi è stato risposto che era tutto regolare perché mio padre, peraltro a mia insaputa, aveva presentato nel 1975 , l’anno dopo essere arrivato da Napoli, una domanda per accedere alla graduatoria dei bidelli nelle scuole».

Fabio ha voluto vedere quella graduatoria: «Ho scoperto, con amara sorpresa, che si trattava di persone quasi tutte nate intorno al 1945». A quel punto non è mancato un certo scoramento, Antonio è morto a 46 anni di infarto dopo vent’anni di Fiat: aveva lavorato al Lingotto e poi nella galleria del vento di Orbassano. «Se oggi mio padre fosse ancora in vita avrebbe più di 60 anni - aggiunge Fabio -. Chissà che faccia avrebbe fatto dopo aver lavorato una vita come operaio metalmeccanico nell’aprire quel tanto sospirato telegramma».
Per fortuna questa è un’amarezza che tocca a pochi: «Credo che non siano molte le persone di quell’età che si presentano alla convocazione per la scelta di un posto di lavoro come bidello. E quasi tutti per declinare l’invito. I loro nomi saranno dunque cancellati, ma i loro sogni di un impiego statale e i sacrifici di una vita intera, quelli no purtroppo».

Il meccanismo
Quale sia il diabolico marchingegno burocratico che ha portato a questa situazione lo spiega il dottor Antonio Catania, dirigente dell’Ufficio Scolastico Provinciale di Torino: «E’ tutto vero ed è anche tutto regolare. Il signor Giannitti aveva presentato una domanda nel 1975. La sua richiesta era stata valutata sulla base dei titoli, a quei tempi bastava la quinta elementare. Era stato giudicato idoneo per la graduatoria. In graduatoria era intorno al posto numero 16 mila, su circa 18 mila». Un elenco dal quale sono stati assunti bidelli in tutti questi anni.
«Tutti coloro che avevano fatto domanda - prosegue il funzionario avevano il diritto a mantenere la posizione, non era prevista la clausola - come per gli insegnanti - secondo la quale la domanda decade se non viene reiterata dopo tre anni». Ma possibile che nessuno abbia prestato attenzione all’età? «Non è vero vengono depennati automaticamente tutti gli anziani di oltre 65 anni, cioè pensionabili. Non c’è modo, invece, di controllare se i candidati sono ancora in vita: non possiamo fare controlli incrociati con tutte le anagrafi. Questa graduatoria bidelli è stata smaltita in tutte le provincie del Piemonte (dove adesso si assume attraverso il Collocamento) eccetto che a Torino. Questo sta comportando la chiamata di potenziali bidelli anche di una certa età». Quanto tempo sarà necessario ad esaurire questa lista d’attesa? «Ormai pochissimi mesi. Ora il ministero sta anche pensando ad un nuovo concorso che sarà aperto solo a persone almeno diplomate, anche perché - in tutti questi anni - il ruolo del bidello è cambiato. Oggi, questi lavoratori svolgono un ruolo diverso, più integrato nella vita scolastica degli istituti».


Matrimoni di questo tipo avvengono per respingere le forze del male

India, sposa un cane per espiare i propri peccati

E' stato un astrologo a suggerire al 33enne P. Selvakumar di unirsi in matrimonio con l'animale per porre rimedio ai problemi di salute che lo hanno colpito dopo aver ucciso due randagi quindici anni fa. La prescelta è state Selvi: un cane salvato dalla strada

Nuova Delhi, 13 nov. (Aki/Ign) - Un uomo indiano ha sposato un cane per espiare un peccato commesso 15 anni fa: l'uccisione di due animali della stessa specie. Le nozze tra il 33enne P. Selvakumar e Selvi, un cane di sesso femminile, sono state celebrate in un tempio del distretto di Sivaganga, nello stato indiano del Tamilnadu. Secondo il quotidiano locale 'Hindustan Times', che cita alcuni testimoni, un astrologo avrebbe detto all'uomo che, solo sposando un cane, sarebbe riuscito a porre rimedio ai vari problemi di salute che lo hanno colpito dopo aver ucciso i due 'amici a quattro zampe' 15 anni fa.

"Da allora le mie gambe e le mie mani sono rimaste paralizzate e ho perso l'udito a un orecchio. Solo di recente, dopo le cure, ho iniziato a riprendere la deambulazione, ma con le stampelle", ha spiegato Selvakumar al giornale, dopo le nozze celebrate domenica scorsa. E così è intervenuto l'astrologo che ha suggerito all'uomo il 'rimedio' per porre fine alle sue sofferenze. Il 33enne si è quindi rivolto ai suoi familiari che hanno salvato dalla strada un cane randagio, per poi pulirlo e 'vestirlo a festa' con tanto di sari, in occasione del matrimonio. L'uomo e la sua futura sposa si sono recati in processione al tempio per la cerimonia, durante la quale Selvakumar ha legato al collo della sua 'amata' la tradizionale mangalsutra, la collana indossata dalle donne indiane sposate.

I matrimoni tra esseri umani e animali non sono frequenti in India e i pochi che vengono celebrati hanno come protagonisti sempre persone delle zone remote del Paese che vogliono respingere "forze del male" o contrastare cattivi presagi. Negli ultimi mesi sono giunte anche notizie di genitori che hanno fatto sposare i propri figli maschi con cani e le femmine con serpenti nei distretti tribali dello stato orientale dell'Orissa. Secondo gli anziani dei villaggi, simili nozze non impediscono in futuro ai giovani di sposarsi per una seconda volta, anche senza 'divorziare' dall'animale sposato in 'prime nozze'.


Le cause strane: anche Dio a processo
Un detenuto ha chiesto i danni al Signore per non averlo tolto dai guai. Una donna contro il marito: mai orgasmi

LONDRA - Chi frequenta abitualmente uno studio legale sa che a volte le persone si rivolgono a un avvocato per i casi più strani. Capita poi che alcuni di queste bizzarre controversie diventino delle vere e proprie cause legali. Il quotidiano inglese The Times ha chiesto a Gary Slapper, un noto professore di diritto che ama conoscere gli aneddoti più divertenti discussi nei tribunali di tutto il mondo, di stilare una sorta di classifica delle 20 cause legali più bizzarre della storia. E' inutile sottolineare che molte di queste controversie, sebbene siano state discusse in normali processi, siano state presto archiviate.

TV E ORGASMO - La prima causa ricordata da Slapper fu intentata nel 2004 dall’ americano Timothy Dumouchel contro una tv locale, perché secondo il cittadino di Fond du Lac, paese del Wisconsin, questa rete televisiva era colpevole dell'obesità di sua moglie e della "accidiosa teledipenza" di suo figlio. Dumouchel tentò di difendere così le sue ragioni: "Sono un accanito fumatore e bevitore e mia moglie è un'obesa perché da circa 4 anni guardiamo la tv ogni giorno». Ben presto questa causa fu archiviata. Segue tra gli aneddoti raccolti dal professor Slapper la storia di una donna brasiliana che fece causa al suo partner perché quest'ultimo non le faceva raggiungere mai l'orgasmo. La donna, originaria della cittadina carioca di Jundiai, affermava che il suo compagno era solito interrompere le prestazioni sessuali dopo aver raggiunto un precoce piacere, lasciandola sempre insoddisfatta.

PARCELLA SALATA E RAPPORTI POCO ORTODOSSI - La terza controversia narrata da Slapper ha come protagonista l'avvocato tedesco Juergen Graefe, che difese un vecchio pensionato di Bonn, in Germania, al quale lo Stato tedesco nel 2004 aveva erroneamente presentato una multa di 287 milioni di euro per non aver pagato le tasse. L'avvocato riuscì facilmente a dimostrare l'errore visto che il suo cliente riceveva una pensione di 17.000 euro. Tuttavia quando presentò la parcella, il pensionato rimase di stucco: l’avvocato chiedeva ben 440 mila euro, sottolineando che aveva fatto risparmiare al vecchio pensionato quasi mezzo milione di euro. Segue il caso che vide coinvolto un uomo dello Yorkshire, che con la sua impresa di demolizione distrusse, a scopi personali, un palazzo in disuso e rubò 24 tonnellate di rotaie nella stazione di Cleckheaton. L'uomo ammise le colpe, ma sottolineò che il lavoro era stato fatto per ordine di una terza società, che risultò sconosciuta e riuscì a ottenere l'archiviazione del caso. Tra i casi più bizzarri vi è anche quello che vide protagonista una donna del Massachusetts che, senza il consenso del suo uomo, durante un rapporto sessuale poco ortodosso provocò la frattura del suo pene. La Corte archiviò il caso, affermando che sebbene in casi estremi la condotta sessuale può essere sanzionata, questa volta si trattava di una semplice negligenza.

CAUSA A DIO - La storia forse più inverosimile è quella che vide come protagonista nel 2005 Pavel M, un prigioniere romeno, in carcere per 20 anni a causa di un omicidio. L'uomo ebbe la brillante idea di far causa niente meno che a Dio colpevole secondo Pavel di non aver rispettato le sue promesse. Infatti secondo il prigioniero, egli con il battesimo avrebbe stipulato con il Creatore un accordo: questo prevedeva che in cambio di preghiere, il Signore lo avrebbe tolto dai guai. A distanza di tanti anni Pavel M. si sentiva truffato.

GLI ALTRI CASI - Anche i successivi casi appaiono sorprendenti: si va dalla causa da 200 milioni di euro intentata dall'astrologa russa Marina Bai contro la Nasa, colpevole di aver distrutto "l'equilibrio dell'Universo" con l'operazione spaziale "Deep Impact" alla recente controversia presentata ad una corte indiana che ha dovuto stabilire se un condom che vibra, chiamato "Crezendo" sia un contraccettivo o un giocattolo sessuale (in India è proibito ogni sex-toy). Nella lunga top 20 presentata dal Times si distinguono anche la storia di un uomo cinese di Shanghai che dopo aver messo in vendita la sua anima online si trovò a discutere in tribunale sulla legittima proprietà del suo spirito, quella del cittadino americano Frank D'Alessandro che intentò nel 2004 una causa da circa 5 milioni di dollari contro la città di New York perché mentre stava effettuando i suoi bisogni in un bagno pubblico il water esplose procurandogli "fastidiose" disfunzioni e dolorose ferite e quella di un genitore cinese, originario di Zhengzhou a cui una corte dell'ex celeste impero proibì di aggiungere al nome del proprio figlio il segno "@". Secondo la corte cinese infatti ciò non era possibile perché tutti i nomi devono avere la possibilità di essere tradotti in mandarino.


Insulta la toilette, rischia il carcere

Donna americana arrestata per "condotta inappropriata"

22/10/2007

Una donna americana rischia di passare 90 giorni in carcere dopo essere stata arrestata per aver urlato insulti alla sua toilette malfunzionante. Inoltre dovrà pagare una multa di 300 dollari.

Dawn Herb, questo il nome della donna, era in casa quando il suo vicino, un poliziotto, l'ha sentita imprecare attraverso una finestra aperta. Lui le ha chiesto di calmarsi, e dopo aver compreso che la situazione non stava cambiando, ha chiamato dei colleghi che hanno arrestato la donna per condotta inappropriata.

La signora Herb ha detto: "Tutto questo non ha senso. Ero a casa mia, non in pubblico o ubriaca. Può un poliziotto arrestarti per non avergli ubbidito?"

Non si ricorda esattamente cosa ha detto, ma ammette di essere stata furiosa perchè la toilette non funzionava bene. Mary Catherine Roper, dell'American Civil Liberties Union, ha annunciato che la signora Herb combatterà strenuamente durante il processo. "Non si può processare una persona per aver insultato una toilette. Abbiamo un caso all'anno di questa natura e citiamo per danni i dipartimenti di polizia perchè non ricordano di non poter multare il linguaggio delle persone".


Incendiato lo zerbino di Baudo

ROMA. Forse un rancore o una vendetta l’attentato incendiario alla porta dello studio del conduttore siciliano Pippo Baudo. Ieri Sera verso le 21.30 ignoti hanno appiccato fuoco con liquido infiammabile allo zerbino al 4° piano di via della Giuliana 96.
Baudo ha dichiarato alla polizia di non aver subito minacce.


GB: UN TESTIMONE, LE ULTIME PAROLE DI DIANA DOPO L'INCIDENTE

Londra, 25 ott. - (Adnkronos) - "Oh mio Dio" ripetuto piu' volte, quasi una cantilena: sono queste le ultime parole che Diana avrebbe pronunciato subito dopo l'incidente nel tunnel dell'Alma di Parigi la notte del 31 agosto del 1995, secondo il racconto di un testimone. Damian Dalby, uno dei soccorritori accorsi sul luogo della tragedia, ha raccontato alla giuria del processo in corso a Londra di aver visto l'auto circondata dai fotografi, uno dei quali era vicino alla portiera destra della Mercedes che era aperta. Il paparazzo si era avvicinato, ma "non mi ha impedito di prestare assistenza".


Francese nudo e ubriaco suona una campana in Vaticano
Un uomo in stato di ebbrezza e senza indumenti addosso
verso le 5 del mattino si è arrampicato sull'Arco delle Campane

ROMA - Nudo, alle cinque del mattino, è riuscito ad arrampicarsi fino all'ingresso dell'Arco delle Campane, al Vaticano. E ha anche avuto il tempo di far suonare una delle campane prima di essere bloccato dalle guardie svizzere. Autore del gesto è un cittadino francese, che si trova nella capitale senza fissa dimora. L'uomo, in stato di ebbrezza e in evidente stato confusionale, ha deciso di raggiungere le campane senza alcun indumento addosso.

L'Arco delle Campane, che si trova sulla sinistra della Basilica di San Pietro, è considerato uno dei tre ingressi dello Stato del Vaticano, ed è sorvegliato dalla Guardia Svizzera Pontificia. L'uomo è stato bloccato dai gendarmi e consegnato alle autorità italiane, che lo hanno sottoposto a un trattamento sanitario obbligatorio.

(17 ottobre 2007)


Cina: giovane muore stroncato da troppo web

Un ragazzo di 30 anni deceduto dopo aver giocato on line in un Internet cafè di Guangzhou per 3 giorni di seguito

PECHINO (CINA) - Deceduto a causa della sua passione. Un giovane è morto dopo una maratona di tre giorni di giochi online in un cybercafè di Guangzhou, nella Cina meridionale. Stroncato dal troppo web: questa sembrerebbe l'ipotesi più probabile secondo i giornali locali che hanno riportato la notizia.

LA VICENDA - L'uomo, trent'anni, si è sentito male sabato scorso, dopo aver passato 72 ore consecutive su Internet. Trasportato in ospedale, non è riuscito a superare la crisi. Il personale medico ha confermato che il troppo tempo trascorso su Internet potrebbe avergli causato problemi cardiaci. Non si conosce, al momento, quale sia il gioco online che ha tenuto il giovane incollato allo schermo fino all'esito fatale. Attualmente, gli internauti in Cina sono circa 163 milioni. La web-dipendenza, diffusa soprattutto tra i ragazzi, è una delle maggiori preoccupazioni del governo, che ha cercato di correre ai ripari con una serie di provvedimenti ad hoc. L'apertura di nuovi cybercaffè è stata vietata e sono stati imposti limiti di tempo ai giochi online. Veri e propri centri di disintossicazione, inoltre, sono sorti per aiutare i «drogati della rete» a liberarsi dalla propria dipendenza. Ad aprile, infine, il presidente Hu Jintao ha lanciato una campagna per la «purificazione» della Rete. Obiettivo: eliminare i contenuti immorali che circolano sul web. Un repulisti che non ha colpito solo il materiale pornografico online, ma anche i siti politicamente «scorretti», ovvero quelli che non diffondono i valori del Partito comunista.
17 settembre 2007


GERMANIA: TENTA RUBARE SIGARETTE A NON VEDENTE, MA VITTIMA E' CAMPIONE JUDO

Berlino, 11 set. - (Adnkronos) - All'apparenza sembrava un gioco da ragazzi. Il furto piu' facile della sua carriera di piccolo ladruncolo: rubare una stecca di sigarette ad un non vedente. Il giovane rapinatore, 17 anni, ha avvistato e puntato la sua "facile preda": un uomo cieco che avanzava lentamente in strada a Giessen, in Germania, con l'ausilio del tipico bastone bianco. Nulla lasciava presagire a tutt'altro epilogo. Lo ha seguito per un tratto, gli si e' avvicinato e, infine, gli si e' gettato addosso per sottrargli il pacco di sigarette. Ma ha scoperto, a sue spese, che non era il suo giorno fortunato: il 33enne non vedente era, infatti, un ex campione di Judo. Secondo il resoconto della polizia, l'aggressore si e' ritrovato inaspettatamente "vittima": colpito con violenza al volto e messo al tappetto con una mossa degna di un esperto di arti marziali.


Lo riferisce il sito internet di Fantasy Magazine

Harry Potter, negli Usa terapia di gruppo per fan delusi

I gruppi di auto-aiuto sono nati per sopperire all''astinenza' dopo l'annunciata conclusione della saga

New York, 11 set. (Adnkronos/Ign) - Negli Stati Uniti è nata una terapia di gruppo per i lettori che non accettano la fine della saga di Harry Potter. L'arrivo del settimo e ultimo libro delle avventure del maghetto creato da J.K. Rowling, 'Harry Potter and The Deathly Hallows', ha fatto nascere gruppi di discussione e di incentivazione alla lettura per sopperire all'''astinenza''. Lo riferisce il sito internet di Fantasy Magazine, ricordando come sei settimane prima del lancio del libro, nel giugno scorso, la catena libraria americana Beaverdale Books ha indetto un corso per rinfrescare la memoria dei lettori del maghetto, basato su riletture volte a preservare l'interesse dei vecchi fan e a promuovere quello dei nuovi.

Al termine delle riunioni di gruppo, i supervisori dell'iniziativa si sono chiesti cosa sarebbe accaduto dopo la lettura dell'ultimo libro. Una volta uscito 'Deathly Hallows', lo scorso 21 luglio in Gran Bretagna e Usa, che decreta la fine della saga, il gruppo di auto-aiuto è stato rinominato 'Gruppo di supporto da astinenza di Harry Potter'.

Concluse le storie sul castello di Hogwarts e le fila di mezzanotte davanti alla librerie, il gruppo della Beverdale Books ha ritenuto lontana la vera fine delle storie di J.K. Rowling, tanto da pensare che l'ultimo libro possa essere un punto importante da cui iniziare a interagire su nuove discussioni circa il futuro di Harry Potter.

L'idea della Beaverdale Books è stata già ripresa e copiata da altri fan potteriani nelle biblioteche pubbliche del Maine e della Pennsylvania, che però hanno approfittato dell'occasione per includere nelle proprie riunioni anche rivisitazioni di altri autori appartenenti al panorama fantasy. L'iniziativa sembra piacere e sicuramente troverà terreno fertile, considerando i tantissimi appassionati del maghetto nel Nord America.

"E' la fine della saga - afferma uno dei supervisori del gruppo della Beverdale - ma non la fine della nostra passione e fantasia nei confronti di un personaggio letterario che ha segnato una decade importante per noi estimatori del genere".


Denunciato per coltivazione droga
Sul cellulare foto con piante marijuana, finisce ai Cc

(ANSA) - SIRACUSA, 11 SET - Aveva inserito come sfondo del suo telefonino l'immagine che lo ritraeva immerso fra tre piante di marijuana: e' stato denunciato. Il cellulare si trovava all'interno di un marsupio trovato per strada da un anziano che lo ha consegnato ai carabinieri della stazione di Francofonte. Dopo avere visto l'immagine, i carabinieri hanno convocato il proprietario che, di fronte alla prova schiacciante, non ha potuto far altro che condurre i militari nel luogo dov'erano le piante di marijuana.


Uccide vicino di casa e poi si costituisce ai carabinieri
Vittima colpita da testate durante lite per futili motivi

(ANSA)- TORINO, 2 SET- Si e' costituito l'uomo che nel Torinese ha ucciso a testate, durante un diverbio per futili motivi, un vicino di casa con problemi cardiaci. L'accusa nei suoi confronti e' di omicidio. 'Ero disperato, non so cosa mi abbia preso' ha detto ai carabinieri che lo stavano arrestando. 'Non mi sono subito reso conto di quello che avevo fatto, quando e' caduto gli ho prestato i primi soccorsi ma quando ho sentito arrivare i suoi famigliari mi sono spaventato e sono scappato. Non volevo ucciderlo'.

Lun, 03/09/2007 – 02:16
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