La patata transgenica

17 luglio 2007

fonte: www.lastampa.it

La patata transgenica divide l’Europa

Un’anticamera della sconfitta. Questo rischia di essere il voto che ieri, a Bruxelles, ha stoppato la coltivazione di «Emphlora», una patata Ogm che, nelle intenzioni della Commissione europea, dovrebbe essere usata per produrre grandi quantità di amido destinato alle industrie. Il Consiglio Agricoltura Ue si è spaccato: undici ministri si sono dichiarati contrari (Austria, Malta, Lussemburgo, Lettonia, Italia, Grecia, Irlanda, Cipro, Danimarca, Polonia e Ungheria), dieci favorevoli (Finlandia, Estonia, Gran Bretagna, Slovacchia, Olanda, Lituania, Belgio, Svezia, Repubblica ceca, Germania) e sei si sono astenuti (Portogallo, Slovenia, Spagna, Bulgaria, Romania, Francia).

Ma, visto che, per il sistema ponderato in vigore, ogni Stato membro ha una caratura diversa, dovuta all’entità numerica della sua popolazione, la proposta di autorizzazione ha in realtà raccolto 130 voti a favore, 119 contrari e 96 astensioni. La conclusione è che, poiché non è stata raggiunta la soglia della «maggioranza qualificata», posta a 156 voti, l’ingresso della «superpatata» creata dalla Basf nei campi dell’Unione europea è stato negato, ma, contemporaneamente, la decisione sul «sì» o il «no» adesso passa alla Commissione, che potrà decidere autonomamente.

Ma il pensiero della Commissione lo si conosce già. A comunicarlo è stata, prima della votazione la portavoce di Stavros Dimas, Commissario Ue all’ambiente: «La patata transgenica “Emphlora” è sicura», spiegava ieri la portavoce, sottolineando che, comunque, il suo uso sarebbe unicamente industriale «e non ha niente a che fare con la catena alimentare» e aggiungendo che l’Efsa, l’agenzia europea per la sicurezza alimentare, ha dato il suo via libera. A quanto pare, però, la richiesta d’autorizzazione riguarda sì la coltivazione di «Emphlora» per uso industriale, ma anche la possibilità di utilizzare le parti vegetative del tubero come mangimi per animali e quindi il transgenico entrerebbe comunque nella catena alimentare. Insomma, dopo la vicenda della soglia di contaminazione nel biologico portata allo 0,9% c’è chi, come l’associazione italiana Copagri, comincia ad avere seri dubbi su alcuni orientamenti nell’Unione europea in fatto di coltivazioni transgeniche.

«Faremo pressioni sulla Commissione perché prenda in considerazione le preoccupazioni dei Paesi contrari alla patata Ogm, sollecitando l’Esecutivo Ue a chiedere una nuova opinione all’Agenzia dei farmaci o ad altri organismi indipendenti», ha detto dopo il risultato del voto il ministro Paolo De Castro, tra i primi sostenitori del «no». «Emphlora» contiene, infatti, un gene di resistenza all’antibiotico kanamicina, mentre la normativa europea prevede dal 2004 che non vengano commercializzati nell’Unione Ogm contenenti geni di resistenza agli antibiotici che possano comportare rischi per la salute umana.

Se la superpatata avesse il via libera dalla Commissione sarebbe la prima autorizzazione a coltivare un nuovo Ogm sul suolo europeo dall’autunno 1998, facendo saltare il «principio di precauzione». E la Coldiretti commenta: «Rischia di passare un orientamento contrario alla volontà dei consumatori in Europa e in Italia, dove secondo l’indagine Coldiretti Ispo tre cittadini su quattro sono convinti che i prodotti contenenti Organismi geneticamente modificati siano nocivi».

Mer, 18/07/2007 – 13:09
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