Non tutto segue il suo normale corso: manifesto belga

(testo di un manifesto olandese tradotto dal francese. Jürgen e Paolo compariranno il 25 novembre alle 9 davanti alla corte del tribunale di Gand)

Non tutto segue il suo normale corso
Tutto segue il suo corso. Ogni mattina, milioni di persone si trascinano al lavoro, dove per la maggior parte del giorno si abbrutiscono, vengono umiliate e sfruttate. Dagli schermi e dagli altoparlanti, i media abbaiano le parole di padroni, politici e specialisti. I clandestini vengono rinchiusi nei campi e deportati. Qualcuno va a cercare il denaro dov'è in abbondanza e, se acciuffato, viene condannato e chiuso in carcere.
Tutto segue il suo corso. L'esistenza di sempre più persone si riduce a mero calcolo: si calcola se ci sono abbastanza soldi per pagare l'affitto, per quanti giorni e quante ore ancora bisogna restare chiusi nelle classi, nelle fabbriche e nelle prigioni; ci si perde in flussi di cifre per contabilizzare fino a che punto sia inquinato questo pianeta, quante persone muoiano sul lavoro o a causa del lavoro, quanti rifugiati crepino alle frontiere o nei commissariati; si fanno calcoli, codice penale alla mano, fino a convincersi che il prezzo della rivolta è troppo alto.
Ma alcuni rompono con il corso normale delle cose e con i calcoli permanenti. Quelli che non aspettano più, per ribellarsi contro ciò che li distrugge. Quelli che assestano un pugno sulla faccia del loro padrone. Quelli che si ribellano contro i secondini della loro esistenza e appiccano il fuoco alla galera in cui sono rinchiusi. Quelli che non abbassano gli occhi davanti a una divisa, a una veste, a un'uniforme.
Il 6 ottobre 2009, diverse associazioni studentesche fasciste organizzano un dibattito alla Haute-Ecole di Gand. Protetti da un apparato poliziesco impressionante, professano il loro messaggio di odio e di autorità. Tuttavia, poco dopo il dibattito, quattro leader fascisti vengono picchiati, mentre diversi fuochi sono accesi nella notte nel centro cittadino. Mentre qui e là vanno in fumo alcuni contenitori d'immondizia, si appicca il fuoco ad automobili, a bancomat e a cantieri edili. Il fuoco danneggia un bancomat della Banca Fortis/BNP e poi uno delle Poste, che gestisce fra l'altro i conti delle prigioni e dei centri per immigrati. Le fiamme lambiscono anche del materiale in un cantiere dell'impresa Besix, che sta costruendo una nuova prigione per clandestini a Steenokkerzeel. Vengono pure infrante numerose vetrate del Palazzo di Giustizia, dove i giudici infliggono giorno dopo giorno decine di anni di reclusione.
In seguito ad alcuni di questi avvenimenti arrestano due compagni, Jürgen e Paolo, che ora si trovano dietro le sbarre in attesa del processo. Poco ci importa se siano colpevoli o innocenti dei fatti di cui sono accusati dallo Stato. La lingua dei magistrati non sarà mai ascoltata da chi ha a cuore la lotta per la libertà.
Non tutto continua a seguire il suo normale corso, allorché si trova la determinazione di non trascorrere più la propria vita in ginocchio. E questa determinazione non la spezzeranno mai, nemmeno con tutti i loro sbirri, coi loro magistrati, con le loro galere.
Libertà per Jürgen e Paolo, libertà per tutti.
Contro ogni autorità, per l'anarchia.
Mar, 24/11/2009 – 03:27
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