Rutelli propone una banca dati del Dna per sconfiggere la criminalita'

Francesco Rutelli"Per sconfiggere il crimine bisogna puntare sulle nuove tecniche che stanno dando grandi risultati in altre parti del mondo: tuteleremo la riservatezza delle persone, ma con la banca del Dna molti delitti non rimarranno irrisolti".

Così il vicepremier Francesco Rutelli entrando all'iniziativa della Margherita in corso a Sant'Arcangelo di Romagna è tornato nuovamente a parlare della banca dati del Dna dopo che la riunione dei capi di gabinetto dei diversi dicasteri avrebbe raggiunto un accordo per le risorse da stanziare su questa iniziativa.

"Si deve valutare se farne un provvedimento a parte o inserirlo nel pacchetto sicurezza. Se ne parlera'" comunque "nel prossimo pre-consiglio e poi nel Consiglio dei ministri", ha aggiunto il vice premier Francesco Rutelli.

Soddisfatto Giuliano Amato
Una volta varata la Banca Dati del Dna l'Italia sara' a pieno titolo con il trattato di Prum firmato nel luglio 2006 dal nostro Paese e da Belgio, Spagna, Francia, Lussemburgo, Austria e Paesi Bassi e sara' cosi' piu' efficace il contrasto al terrorismo, al crimine nazionale e transazionale. Lo afferma il Ministro dell'Interno Giuliano Amato.
Amato ha inoltre ricordato come proprio grazie alla Banca Dati del Dna in Europa la lotta alla criminalita' ha fatto registrare notevoli successi nell'identificazione degli autori dei crimini.

In Europa gli unici Paesi a non avere ancora un database del Dna sono l'Italia insieme con Grecia e Irlanda.

Finocchiaro: strumento utile e moderno
La Banca del Dna e' uno strumento che "viene adoperato in molti paesi con successo, uno strumento moderno, utile ed efficace". Anna Finocchiaro, capo gruppo dell'Ulivo al Senato, a margine di un incontro a Milano sul Pd, si augura che la "modernizzazione del nostro Paese investa anche settori come questo" e non si nasconde il fatto che occorre tenere insieme "alcune esigenze diverse come il diritto dello Stato dell'accertamento delle responsabilita' e la tutela della privacy".

Rodotà assolutamente contrario a raccolte dati generalizzate
"Sono assolutamente contrario - dichiara Stefano Rodota' ex Presidente dell'Autorita' garante per la protezione dei dati personali, - a raccolte dati generalizzate che possono portare a una schedatura genetica del cittadino, che sarebbe costosa, non necessaria e pericolosa. La banca dati dovrebbe essere invece molto precisa, mirata e circoscritta".

Secondo l'ex Garante "devono essere individuati con precisione i reati per i quali è lecito raccogliere dati genetici. Il rischio del criterio che prende in considerazione gli anni di reclusione - continua Rodota' - e' quello di inserire reati, anche molto gravi, per cui la raccolta di dati genetici non e' di nessuna utilita' per individuare il colpevole, come ad esempio la bancarotta fraudolenta".

Il criminologo
"Ormai non siamo liberi nemmeno di fare pipì a un angolo della strada, ci sono telecamere ovunque. Al punto in cui siamo arrivati non è un elemento di conoscibilità in più o in meno a fare la differenza".

E' caustico, ma non contrario, il commento del criminologo Francesco Bruno circa la proposta di Rutelli di schedare il Dna degli italiani. Il criminologo riconosce comunque l'utilità di un sistema del genere, purchè sia collaudato ed efficace.

"Bisogna stare attenti a come si inseriscono ed elaborano i dati - avverte - non voglio nemmeno immaginare cosa succederebbe se il mio nome fosse associato al codice genetico di un assassino".

"Il concetto di privacy non esiste piu' - incalza Bruno - il telefonino ci segue ovunque, le società delle carte di credito sanno se stiamo facendo un regalo a nostra moglie o alla nostra amante, mentre il nostro conto bancario è in bella mostra come una vetrina di Via Veneto. Non vedo perché non debbano prendersi anche il Dna".

fonte: RaiNews24

Dom, 16/09/2007 – 16:18
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