[Va] corteo nazionale contro la vivisezione pubblica

04/10/2008 - 14:30
04/10/2008 - 19:00

04 OTTOBRE 2008 - ORE 14.30 - Busto Arsizio (VA)
Comunicato su corteo nazionale contro la vivisezione pubblica a Busto A.
PER FERMARE LA VIVISEZIONE C'E' BISOGNO DI NOI

La liberazione animale passa dalla nostra liberazione

Concentramento: Busto Arsizio, piazza del plebiscito, ore 14.30. Ulteriori info: http://www.lav.it/index.php?id=1088

E' passato un anno da quando, come attivisti della Coalizione Contro la Vivisezione nelle Università, ci siamo proposti di contrastare la vivisezione a Busto A. intraprendendo la campagna Offensiva all'Uninsubria. Riteniamo che quanto accaduto in questi mesi possa fornire molte indicazioni utili al proseguimento di tale lotta, per tutte le realtà – associazioni ed individui – che si battono contro la tortura istituzionalizzata ai danni di animali, umani o non umani che siano.

Le semplici richieste di dialogo o di intervento normativo rivolte alle istituzioni si sono scontrate con un muro di omertà, di ipocrisia, di connivenza con gli interessi accademici. La stessa proposta di una conferenza sulla vivisezione patrocinata dal Comune con la partecipazione dei rappresentanti dell’ateneo ha suscitato aperture incoraggianti solo grazie ad una pressione decisa e costante sul sindaco Farioli, nel corso della quale si è arrivati persino ad uno sciopero della fame.

In questo senso, ci sembra evidente che le istituzioni non siano disposte a mettere in discussione un’attività che è chiaramente legata da diversi fili ai grandi interessi economici e politici che si esprimono anche nelle aule universitarie.

Pensiamo quindi che questa richiesta di intervento rivolta alle istituzioni sarebbe ingenua quanto l’accettazione dell’arrogante pretesa degli scienziati di determinare senza interferenze le scelte che spettano all’intera società facendo leva sulla soggezione fornita dal loro ruolo di “specialisti”.

Questo autoritarismo esercitato dagli esperti è uno degli aspetti del sistema della sperimentazione animale che abbiamo sempre denunciato, chiedendo, con le nostre iniziative, agli amministratori locali ed ai ricercatori stessi di rendere conto dell’impatto delle proprie scelte sulla vita di migliaia di esseri senzienti.

Contro le torture nessuna delega

La lotta contro la vivisezione necessita ora di un impulso decisivo affinché la situazione, a Busto Arsizio come altrove, trovi uno sbocco finalmente promettente.
I politici di “mestiere” a braccetto con la ricerca pubblica e privata attraverso una serie di artifici specisti e altrettanti ricatti emotivi riescono a disattendere, pur nell'indignazione generale, ogni considerazione etica che dovrebbe indirizzare le diverse esistenze verso un'allargata convivenza.

E’ dunque alle persone che vogliamo parlare: è a loro che vogliamo mostrare lo sguardo profondo degli animali torturati, è a loro che chiediamo di riflettere sulla condizione delle cavie e sulla legittimità di questa attività che si pretende eticamente neutra.

E’ per questo che abbiamo chiesto di aprire i laboratori al pubblico: per mostrare come la tortura sia una precisa scelta di sopraffazione di soggetti indifesi, volutamente nascosta ai “profani”, ai comuni “cittadini”, alle persone.

Ed è per questo che abbiamo invitato i cosiddetti cittadini ad ambire a molto di più che votare, delegare e avere fede in chi si pone, per mezzo dell'esercizio dell’autorità, come loro ingannevole e fuorviante rappresentante.

Lo straniero, l’animale, il diverso… la cavia

Il muro contro cui ci scontriamo è tuttavia molto più ampio di quanto si pensi, poiché è chiaro come la vivisezione sia qualcosa di più di una pratica antiscientifica e obsoleta, di un cancro asportabile dal tessuto sociale con il bisturi, o addirittura intenzionato a regredire spontaneamente, travolto dal luminoso cammino del progresso.

La sperimentazione animale è innanzitutto un’appropriazione violenta di corpi, corpi deliberatamente resi oggetti portando come giustificazione questa o quella differenza rispetto alla specie dominante. La nostra società è una società che imprigiona corpi, che li discrimina di volta in volta sulla base della “razza”, del permesso di soggiorno, del sesso o delle preferenze sessuali, dell’età, della ricchezza e della povertà, tutelando chi manifesta la sua acritica adesione al paradigma dominante e parallelamente sopprimendo (..."sacrificando" - direbbero gli astuti vivisettori) le voci del dissenso, della non omologazione, della rivolta.

L'urlo insonorizzato della cavia, intrappolato all'interno dello stabile bustocco dei Molini Marzoli, assume quindi diverse connotazioni, giungendo a comprendere potenzialmente tutti i “diversi”, semplicemente se gli prestiamo orecchio.

E la nostra società è una società che ha bisogno di capri espiatori, di annullare la spontanea solidarietà verso l’altro, per celare le proprie colpe verso se stessa.

E’ così che si può continuare a dichiararsi antirazzisti, civili e progressisti mentre si uccide Abdoul solo per un pacco di biscotti, mentre si spara a Sahid solo perché ha chiesto il suo stipendio, mentre si squarta E-H305, perché tanto… è solo un topo… (http://it.youtube.com/watch?v=KfG3ivknjJw)

Noi chiediamo a delle persone di spezzare il silenzio sui soprusi subiti da altre persone, perché spezzare il silenzio su una forma di violenza non può che indurci a spezzarlo su tutte.

E’ per questo che siamo idealmente vicini a tutte quelle persone che oggi a Roma stanno spezzando il silenzio generale con un grande corteo antirazzista che pone al centro l’accettazione del diverso.
E’ su questo che vogliamo prendere la parola, senza delegare quella capacità di indignarsi che oggi sembra così rara, nascosta dalle necessità quotidiane del lavoro, della casa, di relazioni ingabbiate in ruoli prestabiliti, eppure presente in potenza in ognuno di noi.

Per la liberazione animale: se non ora, quando?

L’indignazione stessa non può però accontentarci se non si tramuta in una volontà di agire in prima persona, senza aspettare che qualcun altro ci lavi il piatto sporco, in una volontà di chiedere ai responsabili della tortura ed ai loro portavoce di rendere conto del proprio operato, in una volontà di costruire un sistema di relazioni che questa violenza la rifiuti.

Una società che della sperimentazione animale non sappia che farsene.
Una società che non abbia bisogno di “sicurezza”, di colpevoli, di vittime.
Una società che rifiuti di sezionare se stessa attraverso i corpi dei suoi membri più deboli.

La nostra presenza oggi per le strade rischia di rimanere una ulteriore rappresentazione di impotenza se permettiamo che si esaurisca in questa singola occasione.

Come Coalizione contro la vivisezione nelle università, come antivivisezionisti antispecisti, continueremo a smascherare in mille maniere Comune e Università in modo da sfruttare l'evidenza crescente della sadica farsa nella quale sono implicati, procedendo verso il giorno della prima, vera resa dei conti!

CONTATTALI ANCHE TU, ESIGENDO CHE VENGA FISSATA DEFINITIVAMENTE LA DATA DELLA CONFERENZA PUBBLICA SULLA VIVISEZIONE, PROMESSA BEN 10 MESI OR SONO,
GIORNATA CHE CI VEDRA' OPPOSTI SENZA TIMORE AGLI AGUZZINI E AI LORO COMPLICI DI FRONTE AI DIRETTI INTERESSATI, LE PERSONE

Uninsubria (Rettorato):

renzo.dionigi@uninsubria.it, giorgio.conetti@uninsubria.it

Uninsubria sede di Busto Arsizio: 0331-339411

Comune di Busto Arsizio: info@comune.bustoarsizio.va.it

tel 0331 390111 - fax 0331 390291

Mantieniti aggiornato sull'incidere della campagna visitando il sito www.bastavivisezione.net

Prendi parte attiva all'opposizione allo sfruttamento animale e umano!

COALIZIONE CONTRO LA VIVISEZIONE NELLE UNIVERSITA’

Ven, 03/10/2008 – 15:09
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