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Nella fredda città....con il riscaldamento chiuso..

Lettera: Nella fredda città....con il riscaldamento chiuso..

Stimato sen. Pagliari, Sindaco, Vice-Sindaco e Ass. Rossi,
ieri mattina stavo leggendo le notizie relative all'occupazione nella sede IREN
http://parma.repubblica.it/cronaca/2013/11/29/news/sit-in_nella_sede_di_iren_contro_il_blocco_delle_utenze-72261757/
e riflettevo su quanto il problema del taglio delle utenze per morosità incolpevole esista o meno in città.
Riflessioni mentali, forse accademiche o "ideologiche", può dire qualcuno.

Poi, pochi minuti più tardi, sono venuto a conoscenza di una situazione della nostra classe, che tutt'ora non mi lascia in pace.
E' per questo che vi scrivo, per trovare soluzioni e ricollegare tutti i pezzi: la protesta verso un taglio di servizi essenziali, in cui la povertà non può essere una colpa, in una società civile e la situazione singola, forse riflesso di migliaia di altre, ma che comunque urge soluzione.

La situazione, reale e quotidiana è questa: madre straniera, ammalata ed in cura continua, senza lavoro e reddito, abbandonata dal marito che ha un'altra famiglia all'estero e figlia che frequenta la nostra classe.
Ieri scopriamo (attraverso altre persone, perchè la madre è estremamente dignitosa, oltre che in difficoltà perchè parla prevalemntemente la propria lingua), che il loro appartamento ha l'utenza dell'acqua (IREN) tagliata per morosità, a causa di una controversia di intestazioni complessa.
Risultato: una minore di 8 anni ed una donna ammalata al freddo, senza riscaldamento e senza acqua, da due settimane.
Il nucleo è in carico al Servizio Sociale che sta tentando, lentamente, di sbrogliare la matassa.
Intanto il distacco dell'utenza c'è e il freddo pure.

Speriamo entro oggi di trovare delle stufette da fornire, ma il dubbio che pongo a voi, come rappresentanti delle istituzioni è:
Questo è lo specchio di civiltà della nostra città?
Possiamo affermare che tutto va bene così? Che possiamo continuare ad occuparci del superfluo e dell'inutile, dimenticando che questo esiste?
Che i servizi essenziali si pagano, e chi non ha soldi (non importa perchè non li ha) sta al freddo?
Possiamo accettare che il diritto al profitto di una multiutility venga prima del diritto alla vita, e alla vita degna?
Nessuno si è sognato di far rispettare il diritto di un minore alla tutela?

Lascio a voi le risposte, e mi piacerebbe che ci aiutaste a trovare, però, le vie di uscita da questa vergogna.

Cordiali saluti
Giordano Mancastroppa
maestro elementare

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