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diritti-locale (24)

Venerdì 29 novembre si è tenuto un altro importante passaggio di lotta a Parma.
Nella mattinata circa un centinaio di persone tra attivisti dell’Assemblea permanente No Inceneritori, famiglie sotto sfratto e militanti della Rete Diritti in Casa si sono dati appuntamento presso la sede cittadina di Iren, la multiutility che gestisce oltre ai rifiuti e all’inceneritore anche  le erogazioni di acqua, luce e gas. L’obbiettivo comune dei manifestanti, oltre alla lotta contro l’inceneritore, era di denunciare i continui distacchi delle utenze per gli utenti in morosità incolpevole e l’esosità delle tariffe applicate da IREN che a Parma tra l’altro è monopolista per quanto riguarda l’erogazione dell’acqua.

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LE PAROLE NON BASTANO
AUTORGANIZZAZIONE UNICA SOLUZIONE

Parma, 13 novembre h.17, una delegazione della Rete Diritti in Casa sale in Comune per discutere dell'emergenza casa nella città ducale. Un nutrito gruppo di occupanti, attivisti e famiglie sotto sfratto forma un presidio davanti all'ingresso per dare visibilità ad un problema troppo spesso ignorato dalle istituzioni e dai media tradizionali.
Della delegazione che tratterà con il Comune fanno parte una madre appena sfrattata ed attualmente “residente” in strada, un occupante e un inquilino di casa popolare, moroso incolpevole, ognuno con la sua piccola storia di ordinaria disumanità di una città che non è più capace di tutelare i diritti.
Dall'altra parte in rappresentanza del Comune l'Assessore alle Politiche Sociali e alla Politica della Casa Laura Rossi (il Sindaco nonostante il nostro invito preferisce non incontrarci).

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Oggi 16 ottobre 2013 è stato occupato l’ennesimo stabile situato in b.go San Giuseppe 2 lasciato all’abbandono e all’incuria da anni nella nostra città. Lo Spazio Popolare Autogestito Sovescio che darà casa a giovani e lavoratori italiani e stranieri si inserisce all'interno di quel movimento che ha portato alla grande manifestazione di Roma del 19 ottobre con quasi 100mila partecipanti. Questa azione di rilancio è nata per portare avanti anche a Parma la lotta per il diritto all’abitare e la richiesta di blocco degli sfratti. Pensiamo che la riappropriazione di abitazioni in disuso ormai da anni, siano una soluzione all’emergenza “casa” visto l’immobilismo generale dell’Istituzioni. Lo Spazio Popolare Autogestito Sovescio si propone come luogo di libera aggregazione, fondato sui valori portanti dell’antifascismo e dell’autorganizzazione.

NULLA CAMBIA SE NON LO VUOI CAMBIARE

S.P.A SOVESCIO

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DIFENDIAMO LA CASA OCCUPATA DI VIA CASA BIANCA 64

Il 18 maggio 2013 tre famiglie per un totale di 9 adulti e 6 bambini in tenera età hanno occupato una casa abbandonata da anni in Via Casa Bianca 64.
 
Le famiglie, tutte residenti a Parma da anni, avevano tutte subito sfratto per morosità in quanto erano in difficoltà coi pagamenti in seguito a chiusura o riduzione del personale delle ditte per cui lavoravano. La mancanza di alternative, l’inconsistenza dell’intervento pubblico in merito alle politiche abitative, la ferma volontà di tenere unita la famiglia, ha fatto si che per pura necessità le famiglie siano ricorse all’occupazione.

La casa di via Casa Bianca 64 è proprietà di una ricca famiglia (Ugolotti/Leoni) che a Parma ha decine e decine di altri appartamenti e negozi. Dopo aver sfrattato i vecchi inquilini i proprietari han tentato di vendere l’immobile senza riuscirvi e la casa è rimasta per anni disabitata, invasa dai piccioni e dai topi, dalle erbacce e da occasionali abitanti abusivi. L’edificio e dintorni, prima dell’ingresso delle famiglie occupanti, erano insomma in pieno degrado.

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Parma, 12 ottobre 2013
Giornata nazionale di lotta per la casa

Oggi anche Parma aderisce alle iniziative di lotta per la casa che andranno a colpire nelle principali città d’Italia in cui il movimento di lotta per la casa è attivo.
5 famiglie già sfrattate e in situazione di estremo disagio abitativo, hanno occupato con il supporto della Rete Diritti in Casa un edificio vuoto dal 2008 in piazzale Bernieri 3 e rimasto inutilizzato per tutti questi anni.

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Oggi, un'altra giornata di lotta a Parma: sono stati bloccati altri 2 sfratti ed è stato inutile l'intervento delle forze dell'ordine.
Anche questa volta è stato essenziale l'intervento in massa della gente che frequenta lo sportello della Rete Diritti in Casa; l'avvocato del prete proprietario di case di due anziani invalidi voleva eseguire a tutti costi lo sfratto, nonostante il certificato medico, ma non è stato materialmente possibile eseguirlo; quel che riguarda l'altra esecuzione, nonostante ci fosse in vista la possibilità di un nuovo alloggio per la famiglia sotto sfratto, l'ufficiale giudiziario ha chiesto comunque l'intervento dei carabinieri, e pur avendo parlato con l'assistente sociale. Anche in questo caso però, è stato un tentativo andato a vuoto.
Solo la lotta paga.

Rete Diritti in Casa

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PRESIDIO IN SOLIDERIETA' ALLO SPAZIO POPOLARE SOVESCIO SABATO 8 GIUGNO DALLE 14H, PIAZZA GARIBALDI

Vent'anni fa l'ex Scuola di Marore veniva abbandonata dal comune di Parma al completo degrado. Sette anni fa la struttura pubblica, protetta dai beni culturali, veniva svenduta per una cifra irrisoria a due aziende private, anch'esse intenzionate a lasciarla crollare per poi poterci speculare. Un mese fa abbiamo deciso di restituire lo stabile alla città, riprendendoci gli spazi che le istituzioni non possono e non vogliono più garantire ai giovani.

La scuola di Marore, che fino al 25 Aprile ospitava solo immondizia, siringhe e topi, è stata in poco più di un mese completamente recuperata internamente ed esternamente, e trasformata in un luogo di riferimento per la città. Fin da subito lo Spazio Popolare Autogestito SOVESCIO ha creato e portato avanti progetti ed attività ambiziosi: una rete di orti sociali ricavati dalle aree verdi degradate, una palestra popolare dove potersi allenare gratuitamente, un'aula studio in cui promuovere iniziative culturali di ogni genere, una zona abitativa aperta a chi ne ha necessità, azioni di recupero delle aree abbandonate per destinarle all'uso libero e comune, decine di eventi dedicati all'arte grafica, al teatro, al cinema, alla musica.

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L’emergenza rifiuti e la proliferazione di impianti mortiferi come inceneritori, gassificatori e discariche su tutto il territorio attestano l’insostenibilità di un modello di sviluppo che fa del saccheggio di diritti e risorse il suo paradigma costituente.

Impianti che celano un vero e proprio attentato alla democrazia, escludendo di fatto le comunità locali dai processi decisionali che interessano i propri territori, e creando quelle lacerazioni nel tessuto socio-economico, sede di incubazione per speculazioni ambientali ed ecomafie.
Le manovre speculative per la messa a profitto delle risorse naturali, costituiscono un attacco indiscriminato al diritto alla salute di tutti e tutte.
Una strategia ben illustrata nel piano energetico nazionale varato del governo precedente, in cui si individua nei rifiuti (nel concetto includiamo anche biogas e biomasse) una fonte primaria di produzione energetica, dando il via alla disseminazione di rigassificatori e liberalizzando le trivellazioni di idrocarburi.
In una regione come l’Emilia Romagna, che ad oggi risulta tra i territori più inquinati d’Europa, e in una città come Parma, la food valley “maglia nera” per inquinamento atmosferico, l’accensione dell’inceneritore è un fatto inaccettabile.

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Ieri, sabato 18 maggio, con l'appoggio della Rete Diritti in Casa di Parma, tre famiglie si sono riprese il diritto ad una casa occupando uno stabile vuoto da anni in via Casa Bianca 64.
 
Particolarmente indicativa è la storia di una delle tre famiglie, formata da madre, padre e due bimbe di due anni e quattro mesi, da anni in Italia; il padre ha sempre lavorato ma poi la ditta è fallita e per due anni lui non ha visto un euro, ora sono in causa ma intanto sono arrivati lo sfratto, la vita in cinque in 20 metri quadri e poi la strada per lui, il dormitorio per moglie e figlie (dalle 19 di sera alle 8 di mattina però, il resto della giornata in strada pure loro). Una situazione disumana, insostenibile, che si sta concludendo, almeno in parte, con l'unico atto possibile, la riappriopriazione di un diritto negato. Le altre due famiglie hanno storie simili, in Italia da anni, una da venticinque, un lavoro e poi la crisi e la strada, crisi che i padroni non pagano mai.
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Occupata l'ex scuola di Marore: nasce lo spazio popolare Sovescio

Questa mattina è stata occupata l'ex scuola abbandonata di Marore. Uno spazio lasciato al degrado, come segnalato da residenti e cittadini, da oltre quindici anni. Con questa azione sociale vogliamo rivendicare il diritto di tutte le persone a riappropriarsi degli spazi abbandonati e vuoti. Il Comune, lo Stato e alcuni privati cittadini lasciano cadere a pezzi molti luoghi come questo, in attesa che arrivi il momento più proficuo per la speculazione.

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