“Alla Questura diciamo che ci sembra folle che un’esperienza di questo tipo possa concludersi con uno sgombero, che tra l’altro può diventare violento. Faremo di tutto per scongiurarlo. Al Comune invece diciamo che non è con uno sgombero che si risolvono i problemi che vengono posti da mesi dalle piazze di tutto il mondo. Di certo anche un eventuale sgombero non farà finire le ragioni di questo spazio, anzi le rafforzerà”, spiega Giulia durante la conferenza stampa indetta oggi dagli occupanti dell’ex cinema Arcobaleno di Piazza Re Enzo, da venerdì “Community Center Santa Insolvenza”
“C’e’ una delibera del Consiglio comunale del 2007 che vincola questo immobile e vieta il cambio di destinazione d’uso – continua Giulia, entrando nello specifico della status dello spazio – può essere riaperto solo se resta un cinema. Sappiamo che c’è un’idea della Cineteca per acquisirlo e riaprirlo come cinema, ma per un progetto del genere ci vogliono soldi e quindi finché non ci saranno questo stabile rimarrà vuoto”. Al proprietario “abbiamo chiesto di accordarci su una data d’uscita, fra tre settimane o un mese – prosegue – ma ci ha risposto che ha messo tutto in mano alla Questura ed è per questo che ora chiediamo alla Questura di trattare”. Se dal comune arrivasse la proposta di un altro spazio? Gli occupanti sono disposti a ragionarne, “purché non sia un monolocale al Pilastro, la priorità è far proseguire questa esperienza”.
“Merola dice che abbiamo fatto danni alla città. Vorremmo proprio sapere in che modo – si chiedono i devoti di Santa Insolvenza – per noi invece si danneggia la città chiudendo questa esperienza. I Comuni non hanno piu’ soldi per nulla, qui ci sono 200 persone che gratuitamente e a costo zero fanno vivere un servizio e uno spazio, penso che dovrebbero apprezzare”.
Intanto da stamattina è partita una petizione online che in poche ore ha già superato le 150 adesioni
> Firma la petizione online: di seguito il testo
FIRMA PER DIFENDERE IL COMMUNITY CENTER SANTA INSOLVENZA
Siamo studenti e studentesse, precari e precarie, lavoratori sfruttati, artisti, migranti senza diritti, cassaintegrati, uomini, donne e trans, che venerdì sera sono entrati all’ex cinema Arcobaleno, di Piazza Re Enzo, nel pieno centro di Bologna. Questa occupazione è il risultato di un percorso nato da diverse assemblee in Sala Borsa, aperte e partecipate, continuato con azioni comunicative guidate da Santa Insolvenza, e culminato venerdì sera con un corteo di oltre mille persone, durante la giornata di mobilitazione internazionale dell’11-11-11.
L’ex cinema Arcobaleno, chiuso da cinque anni, è stato riaperto alla città e si è trasformato in una piazza coperta in cui sperimentare la costruzione del comune e nuove pratiche dello stare insieme, capaci di dare risposte concrete alle problematiche quotidiane imposte dalla crisi.
In questi primi 3 giorni il Community Center è stato attraversato da migliaia di persone che hanno dato vita ad assemblee e laboratori di discussione e di proposta su università, nuove pratiche comunicative, diritto all’insolvenza contro il debito delle banche e per un reddito di cittadinanza, e libero accesso a saperi, arte e cultura.
A sole quarantotto ore dalla riapertura, nella sala stracolma dell’ex cinema, è già stato proiettato il primo film, “Old Cinema – Bologna Melodrama”, un documentario di Davide Rizzo che racconta dei vecchi cinema dismessi di Bologna. Altre proiezioni gratuite sono previste per i prossimi giorni.
Ci arriva oggi la notizia che è stato predisposto un ordine di sgombero, decisione che evidenzia ancora una volta l’incapacità del comune e delle istituzioni nel riconoscere il valore di esperienze come questa. Consapevoli che non sarà un eventuale sgombero a fermare le potenzialità e la progettualità politica espresse da questo percorso, chiediamo a tutti e tutte voi di firmare l’appello per sostenere il Community Center Santa Insolvenza.
Le apparizioni e i miracoli di Santa Insolvenza
“Santa Insolvenza, piena di rabbia, frega per noi peccatori la ricchezza che noi produciamo ma altri detengono”
Santa Insolvenza non è un’idolo, non è un’icona religiosa. Santa Insolvenza è una guerriera, è l’incarnazione della nostra indignazione.
Santa Insolvenza all’oggi è l’unica protettrice di migliaia di precari e precarie messi in ginocchio dalla violenza di questa crisi.
Santa Insolvenza lotta contro un debito che banche e istituti finanziari hanno contratto.
In questi giorni è apparsa ben due volte: in Stazione Centrale dove ha urlato insieme a tanti e tante “dacci oggi il nostro reddito quotidiano”. In Università, al Recruiting day, dove ha detto no alla precarietà, agli stage e tirocini gratuiti, e sì allo sciopero precario.