Un corteo autorizzato, quello di venerdi 4 dicembre, nonostante un tira e molla tra la Questura e la prefettura e una levata di scudi – Alemanno in testa – contro i cortei che paralizzarebbero la città. Al momento di partire da piazza Vittorio verso piazza Venezia arriva un perentorio no delle forze dell’ordine.
La città è già bloccata, dalla pioggia, dal traffico, dai flussi in partenza per il lungo ponte. Il senso di responsabilità dei movimenti verso una città stressata dall’ennesima giornata invivibile. La marcia si avvia sui marciapiedi, mentre le strada sono un incastro di auto, verso la prefettura che ha rifiutato un incontro fissato da tempo sulla questione del blocco degli sfratti e degli sgomberi in vista del freddo e dell’inverno. Perchè questo dietro-front?
Per una occupazione simbolica di uno spazio abbandonato da tempo, poche ore prima dal Coordinamento di lotta per la casa e Blocchi precari metropolitano, una occupazione quasi doverosa, in occasione della giornata nazionale contro gli sfratti e gli sgomberi, considerate la crisi e il livello di speculazione edilizia nella capitale, che tiene sfitti centinaia di migliaia di appartamenti.
Non è certo la prima volta che un corteo autorizzato viene cancellato. Ma leggere, sui giornali e sulle agenzie, che due cortei hanno bloccato la città è davvero un paradosso.
Comunque, dopo un’azione improvvisa di occupazione dei ponteggi di Palazzo Venezia, viene fissato un nuovo incontro in prefettura per giovedi 10 dicembre. Di nuovo i movimenti romani proveranno a chiedere il blocco degli sfratti e degli sgomberi.
Nel frattempo, l’occupazione in via del policlinico, continua.