
Una delle ennesime vetrine organizzate da uno dei peggiori sindaci che questa città abbia avuto.
Una città che siamo abituati, da sempre, ad abbinare alla sigla SPQR, che nella nostra educazione dovrebbe rappresentare le origini della nostra città, la dicotomia del senato e del popolo e la sempre esistita contrapposizione ma fondamento della città.
Ma l’appuntamento indetto dal sindaco Alemanno sarà una vetrina di finta collegialità dove si sancirà ancora una volta la condanna, già attuata dal precedente sindaco Veltroni, della metropoli di Roma: essere la capitale italiana della precarietà.
Per questo motivo pensiamo sia appropriato ridefinire il significato storico dell’acronimo e del blasone che rappresentano il simbolo della città per attualizzarlo al presente in: Sono Precari Questi Romani!
La condizione di precarietà generalizzata è il fondamento attuale della nostra città. Per chi non ha parenti illustri o ben inseriti nelle municipalizzate il lavoro a chiamata diretta si trasforma in lavoro a progetto, occasionale, intremittente, precarietà.
Sancita nei numeri dei contratti precari, con condizioni di lavoro capestro; una città basata sulle esternalizzazioni, sul lavoro nero, sul lavoro nei servizi, nel ricatto quotidiano fatto a migliaia di precari.
Sancita da un disoccupazione giovanile altissima senza nessuna forma di tutela sociale, dove quelli che dovrebbero essere diritti vengono elargiti come regalie.
Sancita da una precarietà abitativa enorme basata sulla speculazione edilizia e lo sfruttamento del territorio. L’unica garanzia per il nostro futuro è il cemento che ci sommergerà!
Per questo, attraverseremo la manifestazione per esprimere il punto di vista precario nel tempo della crisi, per gridare la nostra voglia di sciopero precario, per rivendicare un reddito incondizionato diretto ed indiretto e nuovi diritti di cittadinanza.
Roma capitale della crisi
S.P.Q.R.: Sono Precari Questi Romani!