Confronto ad Ostia

23 Dicembre: conquistiamo gli spazi, difendiamo il territorio.

Dopo la giornata di  confronto del 12 Dicembre svoltasi al Vittorio Occupato, a   cui hanno partecipato realtà territoriali e cittadine,   sentiamo l’esigenza di rilanciare, a partire da questa   data, un percorso di confronto con il territorio e con tutto   il tessuto cittadino.

Nella Roma di Alemanno dove   gli spazi di libertà si restringono, mentre gli sgomberi   diventano la risposta comunale al problema della casa e a   quello dei luoghi di socialità, c’è ancora qualcuno che   prova a uscire dalla dinamica della difesa e risponde   attaccando i “muri” alzati dai governanti.   Il Collettivo L’Officina   rivendica questa attitudine e vuole generalizzarla   all’intera cittadinanza.       Conquistare spazi significa   riappropriarsi di pezzi di città, per costruire risposte   all’incertezze del futuro e alla precarietà   dell’esistente. Conquistare spazi significa ritornare ad   organizzarsi insieme alla comunità, trasformando il bisogno   in rivendicazione, l’esigenza in percorso di   trasformazione.       Difendiamo il territorio da   razzismo, omofobia, sessismo e fascismo, difendiamolo da   speculatori, palazzinari e politici servi degli   imprenditori. Intrecciamo i nostri percorsi e riannodiamo i   fili che ci legano ad ogni territorio, solo così possiamo   trovare le risposte a questa ennesima crisi.   Il 23 Dicembre proponiamo un   ulteriore passaggio e invitiamo tutti e tutte a contribuire   a questo momento di confronto. E’ il momento di reagire,   non facciamoci trovare impreparati.

per adesioni:   officina.ostia@autistici.org

APPUNTAMENTO MERCOLEDI’ 23 DICEMBRE ORE   17.30   (Lungomare Paolo Toscanelli 184, Ostia   Lido)

Latina crocevia di rifiuti nucleari

Dopo che nei mesi scorsi sono tornate in primo piano le affermazioni rese dal pentito di camorra, Carmine Schiavone, che aveva parlato di fusti tossici interrati dalla criminalità organizzata nella discarcia di Borgo Montello, parole che stanno portando a nuove e più approfondite indagini sul sito del capoluogo, ora arrivano le rivelazioni di Francesco Fonti.

Il pentito della ‘ndrangheta, ascoltato dalla commissione parlamentare sulle Ecomafie, ha parlato questa volta di rifiuti provenienti dalle centrali nucleari, tirando in causa anche Latina e un presunto traffico di rifiuti che partiva dalla centrale nucleare di Borgo Sabotino…

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Occupazione lampo a Monteverde

Liberi Spazi Libera Mente

FOTO:

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AGENZIE:

MONTEVERDE, OCCUPAZIONE LAMPO IN STABILE VIA RIVOLTELLA (OMNIROMA) Roma, 03 dic – Protesta in corso a Monteverde da parte del Collettivo Blackout che riunisce studenti delle scuole medie superiori del quartiere e giovani precari che hanno occupato simbolicamente uno stabile abbandonato di via Rivoltella su cui hanno appeso uno striscione. «Questo palazzo era stato occupato un anno fa dal Coordinamento cittadino di lotta per la casa e poi sgomberato – ha detto uno studente del Collettivo Blackout – in questo periodo è stato lasciato abbandonato quando nel nostro quartiere mancano spazi sociali di aggregazione. Con l’azione di oggi abbiamo voluto denunciare l’ennesima speculazione nella nostra città». Gli attivisti del collettivo, circa una cinquantina, hanno abbandonato lo stabile poco dopo l’occupazione e, dopo aver acceso fumogeni, hanno volantinato per il quartiere di Monteverde. red 031638 dic 09

ROMA: GIUDICI (PDL), OCCUPAZIONE STABILE EX ASL MONTEVERDE = Roma, 3 dic. – (Adnkronos) – «Sarebbe in corso una nuova occupazione della ex Asl di via Revoltella, nel quartiere Monteverde. L’edificio in questione era stato liberato da un’occupazione di gruppi dell’ultrasinistra solo un anno fa, il 27 novembre del 2008». Lo dichiara in una nota Marco Giudici, consigliere del Municipio XVI di Roma del Popolo della Libertà. «Ho già provveduto ad informare il comando del corpo della Polizia Municipale del XVI gruppo, nella speranza di un intervento risolutivo a fronte dell’ennesimo episodio di prepotenza commesso ai danni del nostro quartiere», continua.

ROMA: PROTESTA ALLA EX ASL DI MONTEVERDE = Roma, 3 dic. – (Adnkronos) – È in corso a Roma una protesta del collettivo Blackout di Monteverde a Roma. Circa cinque persone, secondo la Questura della Capitale, hanno esposto uno striscione alla ex Asl di Monteverde, in via Pasquale Revoltella 173, con su scritto «Abbandono e speculazione questa è la vostra repressione-Revoltella Libera» con la firma di Action. (Sod/Pn/Adnkronos)

Verso Cop-15

Giovedì 3 dicembre dalle ore 19 | L.o.a. Acrobax Project

Come tutti ormai sanno dal 7 al 18 dicembre i padroni del mondo si riuniranno ancora una volta per (non) decidere delle sorti del pianeta nella Conferenza Onu sul Cambio Climatico. Dieci anni dopo Seattle, ancora una volta gli attivisti e le attiviste di tutto il mondo si ritroveranno per contestare questo vertice e proporre le alternative al neoliberismo inquinante e affamatore che i movimenti dal basso stanno sperimentando in tutte le parti del pianeta. I movimenti e i network globali hanno organizzato numerose mobilitazioni nelle giornate che vanno dall’11 al 18 dicembre: ci sarà Via Campesina che chiamerà ad una grande manifestazione contro le fabbriche della industria alimentare, ci saranno i no-borders che contesteranno le politiche antimigratorie che vorrebbero impedire la fuga da fame e guerre, in generale ci saranno le tantissime espressioni di un movimento che riconosce come causa del cambiamento climatico e dello sfruttamento delle risorse naturali al sistema capitalistico imperante.

Invitiamo quindi tutt@ coloro che sono interessati a comprendere la realtà della contestazione al vertice Cop-15 e tutt@ coloro che hanno deciso di partire per Copenhagen all’incontro informativo cui parteciperà un’attivista danese impegnata nell’organizzazione delle giornate di contestazione.

Saranno messi a disposizione materiali sul forum e info su logistica, alloggi e mobilitazioni. Tutto quello che occorre sapere prima della partenza insomma…

A seguire Trattoria sociale e wine bar

L.o.a. Acrobax Project | Ex-Cinodromo della Capitale | Via della vasca navale, 6 Roma | www.acrobax.org

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Cambiamo sistema, non clima! (verso Copenhagen)

Approvato l’Art. 15: acqua privata per tutti!

Pubblichiamo un comunicato del forum per l’acqua dopo l’approvazione alla Camera del decreto governativo.

La battaglia non si ferma: andremo avanti nei territori e a livello nazionale

Oggi con il voto di fiducia alla Camera dei Deputati si è concluso l’esame del decreto 135/09 il cui Art. 15 sancisce la definitiva e totale privatizzazione dell’acqua potabile in Italia.
Il Governo impone per decreto che i cittadini e gli Enti Locali vengano espropriati di un diritto e di un bene comune com’è l’acqua per consegnarlo nelle mani dei privati e dei capitali finanziari. Ciò avviene sotto il falso pretesto di uniformare la gestione dei servizi pubblici locali alle richieste della Commissione Europa mentre non esiste nessun obbligo e le modifiche introdotte per sopprimere la gestione “in house” contrastano con i principi della giurisprudenza europea. Nonostante sia oramai sotto gli occhi di tutti che le gestioni del servizio idrico affidate in questi ultimi anni a soggetti privati, sperimentate in alcune Provincie Italiane o a livello europeo abbiano prodotto esclusivamente innalzamento delle tariffe, diminuzione degli investimenti e un aumento costante dei consumi, si continua a sostenere che mercato e privati siano sinonimi di efficienza e riduzioni dei costi.
Il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua è sceso da subito in campo per contrastare questo provvedimento con la campagna nazionale “Salva l’Acqua” verso la quale si è registrata un’elevatissima adesione.
Ad oggi abbiamo consegnato al Presidente della Camera 45.000 firme a sostegno dell’appello che chiedeva il ritiro delle norme che privatizzano l’acqua.
Inoltre, migliaia di persone hanno manifestato il proprio dissenso e contrarietà all’Art.15 in un presidio svoltosi lo scorso 12 Novembre a Piazza Montecitorio e in varie mobilitazioni territoriali, migliaia di persone hanno inviato mail ai parlamentari per chiedere di non convertire in legge il decreto 135/09, molte personalità hanno espresso da una parte la loro indignazione e dall’altra il loro sostegno alla campagna.
In questi giorni è cresciuta nella società la consapevolezza che consegnare l’acqua al mercato significa mettere a rischio la democrazia. Nonostante questa mobilitazione della società civile e degli stessi Enti locali, il Governo ha imposto il voto di fiducia e non accoglie le richieste e le preoccupazioni espresse anche molti Sindaci di amministrazioni governate da maggioranze di differenti colori politici.
Come Forum dei Movimenti per l’Acqua siamo indignati per la superficialità con cui il Governo, senza che esistessero i presupposti di urgenza, ha voluto accelerare la privatizzazione dell’acqua.
A questo punto siamo convinti che la contestazione dovrà essere ricondotta nei territori, per chiedere agli Enti Locali che si riapproprino della podestà sulla gestione dell’acqua tramite il riconoscimento dell’acqua come diritto umano e il servizio idrico integrato come servizio pubblico locale privo di rilevanza economica e nel contempo di sollecitare le Regioni ad attivare ricorsi di legittimità nei confronti del provvedimento.
Queste percorsi di mobilitazione sono percorribile così come dimostrano le delibere approvate dalla Giunta regionale pugliese, dalle tante delibere approvate dai consigli comunali siciliani e nel resto d’Italia, da ultimo quello di Venezia.
Il popolo dell’acqua continuerà la battaglia per la ripubblicizzazione del servizio idrico assumendo iniziative territoriali e nazionali volte a superare l’Art. 15 del decreto legge.
Come Forum dei Movimenti, chiediamo a tutta la società civile di continuare la mobilitazione e far sentire il proprio dissenso anche dopo l’approvazione dell’art. 15 attraverso mobilitazioni sui territori ed invio di messaggi a tutti i partiti, ai consiglieri comunali provinciali e regionali, ai parlamentari locali
A Sindaci ed agli eletti chiediamo di dar vita nelle rispettive istituzioni a prese di posizioni chiare che respingano la legge e di dar vita a iniziative di protesta nelle istituzioni stesse.

Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua

Cambiamo sistema, non climaVerso CopenhagenVerso CopenhagenVerso Copenhagen

Cambiamo sistema, non clima!

Nel dicembre 2009 i governi del mondo si riuniranno a Copenhagen per la XV Conferenza ONU sul Clima (COP15), che dovrà trovare un  successore al Trattato di Kyoto. Sarà il più grande vertice sul  cambiamento climatico di sempre. Anche USA, Cina e India saranno della  partita. Aziende e governi dei paesi sovrasviluppati vogliono imporre  false soluzioni di mercato come la compravendita delle emissioni che  non arrestano la tendenza al surriscaldamento globale. I movimenti di  azione climatica chiamano a manifestare il 12 dicembre nella giornata  mondiale sul clima e ad unirsi all’azione di massa nonviolenta del 16  dicembre per occupare per un giorno il centro congressi Bella Center  dove si terrà la conferenza dei potenti del mondo. Chi ci marcia in Danimarca? Ne parliamo con David Balleby Rønbach,  Climate Justice Action, Klimax, e con altr* attivist* danesi presenti  in italia per condividere informazioni di prima mano sui contenuti  della protesta e sulle azioni in programma durante le giornate di  Copenhagen. Appello Non si puó riparare un sistema in pezzi. Movimento per la giustizia climatica verso la conferenza ONU sul clima La conferenza ONU sul clima non risolverá la crisi climatica. Non  siamo piú vicini alla riduzione delle emissioni di gas serra di quanto  non fossimo quando i negoziati internazionali iniziarono, 15 anni fa:  le emissioni aumentano piú rapide che mai, mentre il commercio delle  emissioni di CO2 permette ai criminali del clima di inquinare e  ricavare profitti. All’oggi, la conferenza ONU legittima nella  sostanza un nuovo colonialismo che spartisce le poche risorse rimaste  sul pianeta. Davanti alla profonda crisi della nostra civiltá, tutto ció che  otteniamo é un teatrino che giova solo agli interessi delle  multinazionali. In risposta a questa follia, un movimento globale per  la giustizia climatica é emerso per reclamare potere sul nostro  futuro. Come parte di questo movimento, il network internazionale  Climate Justice Action sta mobilizzando decine di migliaia di persone  in tutto il mondo per agire durante i negoziati climatici  internazionali di Copenhagen, nel Dicembre 2009.

Basta false soluzioni! Non possiamo fidarci del mercato per il nostro futuro, cosí come non  possiamo riporre la nostra fiducia in tecnologie non sicure, non  accertate e non sostenibili. Contrariamente a coloro che ripongono le  loro speranze in un “capitalismo verde”, noi sappiamo che é  impossibile avere una crescita illimitata su un pianeta limitato.

Invece di provare a riparare un sistema in pezzi, dovremmo:

  • lasciare i combustibili fossili sotto terra
  • socializzare e decentralizzare la produzione di energia
  • rilocalizzare la produzione di cibo
  • riconoscere e ripagare il debito ecologico e climatico verso i paesi
  • del Sud del mondo
  • rispettare i diritti delle popolazioni indigene
  • rigenerare i nostri ecosistemi.

Le soluzioni reali alla crisi climatica vengono costruite da coloro  che hanno sempre difeso la Terra e da coloro che lottano  quotidianamente per difendere il loro ambiente e le loro condizioni di  vita. Dobbiamo globalizzare queste soluzioni e impegnarci per una  giusta transizione verso un futuro senza CO2. links utili: http://nevertrustacop.org/Italiano/Chiamata http://www.climate-justice-action.org/appello/?lang=it http://www.digicult.it/digimag/article.asp?id=1584 http://versuscop15.noblogs.org/ http://www.climate-justice-action.org http://www.klimaforum09.org/ http://www.climatecamp.org.uk http://www.actforclimatejustice.org/ http://www.globalclimatecampaign.org/ _______________________________________________

Al Forte Prenestino, Martedi 3 Novembre dalle ore 19, movimenti a Copenhagen. Verso COP-15, per la giustizia climatica

CAMBIAMO SISTEMA, NON CLIMA!

Nel dicembre 2009 i governi del mondo si riuniranno a Copenhagen per la XV Conferenza ONU sul Clima (COP15), che dovrà trovare un  successore al Trattato di Kyoto. Sarà il più grande vertice sul  cambiamento climatico di sempre. Anche USA, Cina e India saranno della  partita. Aziende e governi dei paesi sovrasviluppati vogliono imporre  false soluzioni di mercato come la compravendita delle emissioni che  non arrestano la tendenza al surriscaldamento globale. I movimenti di  azione climatica chiamano a manifestare il 12 dicembre nella giornata  mondiale sul clima e ad unirsi all’azione di massa nonviolenta del 16  dicembre per occupare per un giorno il centro congressi Bella Center  dove si terrà la conferenza dei potenti del mondo.

Chi ci marcia in Danimarca? Ne parliamo con David Balleby Rønbach,  Climate Justice Action, Klimax, e con altr* attivist* danesi presenti  in italia per condividere informazioni di prima mano sui contenuti  della protesta e sulle azioni in programma durante le giornate di  Copenhagen.

Appello

Non si puó riparare un sistema in pezzi. Movimento per la giustizia climatica verso la conferenza ONU sul clima

La conferenza ONU sul clima non risolverá la crisi climatica. Non  siamo piú vicini alla riduzione delle emissioni di gas serra di quanto  non fossimo quando i negoziati internazionali iniziarono, 15 anni fa:  le emissioni aumentano piú rapide che mai, mentre il commercio delle  emissioni di CO2 permette ai criminali del clima di inquinare e  ricavare profitti. All’oggi, la conferenza ONU legittima nella  sostanza un nuovo colonialismo che spartisce le poche risorse rimaste  sul pianeta.
Davanti alla profonda crisi della nostra civiltá, tutto ció che  otteniamo é un teatrino che giova solo agli interessi delle  multinazionali. In risposta a questa follia, un movimento globale per  la giustizia climatica é emerso per reclamare potere sul nostro  futuro. Come parte di questo movimento, il network internazionale  Climate Justice Action sta mobilizzando decine di migliaia di persone  in tutto il mondo per agire durante i negoziati climatici  internazionali di Copenhagen, nel Dicembre 2009.

Basta false soluzioni!

Non possiamo fidarci del mercato per il nostro futuro, cosí come non  possiamo riporre la nostra fiducia in tecnologie non sicure, non  accertate e non sostenibili. Contrariamente a coloro che ripongono le  loro speranze in un “capitalismo verde”, noi sappiamo che é  impossibile avere una crescita illimitata su un pianeta limitato.

Invece di provare a riparare un sistema in pezzi, dovremmo:

  • lasciare i combustibili fossili sotto terra
  • socializzare e decentralizzare la produzione di energia
  • rilocalizzare la produzione di cibo
  • riconoscere e ripagare il debito ecologico e climatico verso i paesi
  • del Sud del mondo
  • rispettare i diritti delle popolazioni indigene
  • rigenerare i nostri ecosistemi.

Le soluzioni reali alla crisi climatica vengono costruite da coloro  che hanno sempre difeso la Terra e da coloro che lottano  quotidianamente per difendere il loro ambiente e le loro condizioni di  vita. Dobbiamo globalizzare queste soluzioni e impegnarci per una  giusta transizione verso un futuro senza CO2.

links utili:
http://nevertrustacop.org/Italiano/Chiamata
http://www.climate-justice-action.org/appello/?lang=it
http://www.digicult.it/digimag/article.asp?id=1584
http://versuscop15.noblogs.org/
http://www.climate-justice-action.org
http://www.klimaforum09.org/
http://www.climatecamp.org.uk
http://www.actforclimatejustice.org/
http://www.globalclimatecampaign.org/
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Al Forte Prenestino, Martedi 3 Novembre dalle ore 19, movimenti a Copenhagen. Verso COP-15, per la giustizia climatica

CAMBIAMO SISTEMA, NON CLIMA!

Nel dicembre 2009 i governi del mondo si riuniranno a Copenhagen per la XV Conferenza ONU sul Clima (COP15), che dovrà trovare un  successore al Trattato di Kyoto. Sarà il più grande vertice sul  cambiamento climatico di sempre. Anche USA, Cina e India saranno della  partita. Aziende e governi dei paesi sovrasviluppati vogliono imporre  false soluzioni di mercato come la compravendita delle emissioni che  non arrestano la tendenza al surriscaldamento globale. I movimenti di  azione climatica chiamano a manifestare il 12 dicembre nella giornata  mondiale sul clima e ad unirsi all’azione di massa nonviolenta del 16  dicembre per occupare per un giorno il centro congressi Bella Center  dove si terrà la conferenza dei potenti del mondo.

Chi ci marcia in Danimarca? Ne parliamo con David Balleby Rønbach,  Climate Justice Action, Klimax, e con altr* attivist* danesi presenti  in italia per condividere informazioni di prima mano sui contenuti  della protesta e sulle azioni in programma durante le giornate di  Copenhagen.

Appello

Non si puó riparare un sistema in pezzi. Movimento per la giustizia climatica verso la conferenza ONU sul clima

La conferenza ONU sul clima non risolverá la crisi climatica. Non  siamo piú vicini alla riduzione delle emissioni di gas serra di quanto  non fossimo quando i negoziati internazionali iniziarono, 15 anni fa:  le emissioni aumentano piú rapide che mai, mentre il commercio delle  emissioni di CO2 permette ai criminali del clima di inquinare e  ricavare profitti. All’oggi, la conferenza ONU legittima nella  sostanza un nuovo colonialismo che spartisce le poche risorse rimaste  sul pianeta.
Davanti alla profonda crisi della nostra civiltá, tutto ció che  otteniamo é un teatrino che giova solo agli interessi delle  multinazionali. In risposta a questa follia, un movimento globale per  la giustizia climatica é emerso per reclamare potere sul nostro  futuro. Come parte di questo movimento, il network internazionale  Climate Justice Action sta mobilizzando decine di migliaia di persone  in tutto il mondo per agire durante i negoziati climatici  internazionali di Copenhagen, nel Dicembre 2009.

Basta false soluzioni!

Non possiamo fidarci del mercato per il nostro futuro, cosí come non  possiamo riporre la nostra fiducia in tecnologie non sicure, non  accertate e non sostenibili. Contrariamente a coloro che ripongono le  loro speranze in un “capitalismo verde”, noi sappiamo che é  impossibile avere una crescita illimitata su un pianeta limitato.

Invece di provare a riparare un sistema in pezzi, dovremmo:

  • lasciare i combustibili fossili sotto terra
  • socializzare e decentralizzare la produzione di energia
  • rilocalizzare la produzione di cibo
  • riconoscere e ripagare il debito ecologico e climatico verso i paesi
  • del Sud del mondo
  • rispettare i diritti delle popolazioni indigene
  • rigenerare i nostri ecosistemi.

Le soluzioni reali alla crisi climatica vengono costruite da coloro  che hanno sempre difeso la Terra e da coloro che lottano  quotidianamente per difendere il loro ambiente e le loro condizioni di  vita. Dobbiamo globalizzare queste soluzioni e impegnarci per una  giusta transizione verso un futuro senza CO2.

links utili:
http://nevertrustacop.org/Italiano/Chiamata
http://www.climate-justice-action.org/appello/?lang=it
http://www.digicult.it/digimag/article.asp?id=1584
http://versuscop15.noblogs.org/
http://www.climate-justice-action.org
http://www.klimaforum09.org/
http://www.climatecamp.org.uk
http://www.actforclimatejustice.org/
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Al Forte Prenestino, Martedi 3 Novembre dalle ore 19, movimenti a Copenhagen. Verso COP-15, per la giustizia climatica

CAMBIAMO SISTEMA, NON CLIMA!

Nel dicembre 2009 i governi del mondo si riuniranno a Copenhagen per la XV Conferenza ONU sul Clima (COP15), che dovrà trovare un  successore al Trattato di Kyoto. Sarà il più grande vertice sul  cambiamento climatico di sempre. Anche USA, Cina e India saranno della  partita. Aziende e governi dei paesi sovrasviluppati vogliono imporre  false soluzioni di mercato come la compravendita delle emissioni che  non arrestano la tendenza al surriscaldamento globale. I movimenti di  azione climatica chiamano a manifestare il 12 dicembre nella giornata  mondiale sul clima e ad unirsi all’azione di massa nonviolenta del 16  dicembre per occupare per un giorno il centro congressi Bella Center  dove si terrà la conferenza dei potenti del mondo.

Chi ci marcia in Danimarca? Ne parliamo con David Balleby Rønbach,  Climate Justice Action, Klimax, e con altr* attivist* danesi presenti  in italia per condividere informazioni di prima mano sui contenuti  della protesta e sulle azioni in programma durante le giornate di  Copenhagen.

Appello

Non si puó riparare un sistema in pezzi. Movimento per la giustizia climatica verso la conferenza ONU sul clima

La conferenza ONU sul clima non risolverá la crisi climatica. Non  siamo piú vicini alla riduzione delle emissioni di gas serra di quanto  non fossimo quando i negoziati internazionali iniziarono, 15 anni fa:  le emissioni aumentano piú rapide che mai, mentre il commercio delle  emissioni di CO2 permette ai criminali del clima di inquinare e  ricavare profitti. All’oggi, la conferenza ONU legittima nella  sostanza un nuovo colonialismo che spartisce le poche risorse rimaste  sul pianeta.
Davanti alla profonda crisi della nostra civiltá, tutto ció che  otteniamo é un teatrino che giova solo agli interessi delle  multinazionali. In risposta a questa follia, un movimento globale per  la giustizia climatica é emerso per reclamare potere sul nostro  futuro. Come parte di questo movimento, il network internazionale  Climate Justice Action sta mobilizzando decine di migliaia di persone  in tutto il mondo per agire durante i negoziati climatici  internazionali di Copenhagen, nel Dicembre 2009.

Basta false soluzioni!

Non possiamo fidarci del mercato per il nostro futuro, cosí come non  possiamo riporre la nostra fiducia in tecnologie non sicure, non  accertate e non sostenibili. Contrariamente a coloro che ripongono le  loro speranze in un “capitalismo verde”, noi sappiamo che é  impossibile avere una crescita illimitata su un pianeta limitato.

Invece di provare a riparare un sistema in pezzi, dovremmo:

  • lasciare i combustibili fossili sotto terra
  • socializzare e decentralizzare la produzione di energia
  • rilocalizzare la produzione di cibo
  • riconoscere e ripagare il debito ecologico e climatico verso i paesi
  • del Sud del mondo
  • rispettare i diritti delle popolazioni indigene
  • rigenerare i nostri ecosistemi.

Le soluzioni reali alla crisi climatica vengono costruite da coloro  che hanno sempre difeso la Terra e da coloro che lottano  quotidianamente per difendere il loro ambiente e le loro condizioni di  vita. Dobbiamo globalizzare queste soluzioni e impegnarci per una  giusta transizione verso un futuro senza CO2.

links utili:
http://nevertrustacop.org/Italiano/Chiamata
http://www.climate-justice-action.org/appello/?lang=it
http://www.digicult.it/digimag/article.asp?id=1584
http://versuscop15.noblogs.org/
http://www.climate-justice-action.org
http://www.klimaforum09.org/
http://www.climatecamp.org.uk
http://www.actforclimatejustice.org/
http://www.globalclimatecampaign.org/
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Al Forte Prenestino, Martedi 3 Novembre dalle ore 19, movimenti a Copenhagen. Verso COP-15, per la giustizia climatica

Mondiali di nuoto: guarda un pò

Mondiali di nuoto, sequestri a Roma. Indagato Malagò

Sigilli in 11 circoli sportivi 09 ottobre

ROMA – Piscine, foresterie, parcheggi, spogliatoi e palestre, e altre strutture edificate in violazione delle norme paesaggistiche, urbanistiche e in genere ritenute abusive, sono state sequestrate in 11 circoli sportivi romani, tra i più noti della capitale. L’iniziativa giudiziaria si inquadra nell’ambito dell’inchiesta della procura di Roma sui presunti abusi edilizi compiuti per la realizzazione degli impianti destinati alla organizzazione dei Mondiali di Nuoto Roma 2009. Il sequestro è stato disposto, su richiesta del pm Sergio Colaiocco, dal gip Donatella Pavone. Tre le strutture sottoposte a sequestro totale c’é il circolo Acqua Aniene, amministrativamente facente capo al Circolo Aniene, in via della Moschea nel quartiere Parioli. Strutture abusive, ancora in fase di edificazione, sono state sottoposte a sequestro nei circoli: “Roma 70”, “Polisportiva Parioli Tiro a Volo”, “Roma team sport”, “Polisportiva Città futura”. Sigilli alle strutture già ultimate nei circoli: “Acqua Aniene”, “Cristo Re”, “Axa Immobil sport”, “Real sport village”, “Associazione Agepi”, “Villa Flaminia”, “Sport 2000”. Il gip aveva già disposto nei mesi scorsi il sequestro di strutture (dal 15 settembre scorso diventato definitivo dopo l’uso concesso per i mondiali di nuoto) in altri quattro circoli di Roma: “Salaria Sport Village”, “Tevere Remo”, “Gav New city”, “Flaminio sporting club”. Nelle ordinanze di sequestro, il Gip ipotizza, a vario titolo, la violazione delle norme urbanistiche, paesaggistiche, per le opere realizzate senza l’intesa con il Comune di Roma che non ha riscosso oneri concessori per circa cinque miliardi di euro. Nel mesi scorsi era stato iscritto nel registro degli indagati il Commissario dei mondiali Claudio Rinaldi. Gli indagati sono ora una trentina: oltre a Rinaldi sono sotto inchiesta i presidenti e responsabili legali dei circoli oggetto oggi di sequestro. La procura sta indagando anche su presunti abusi commessi all’epoca della gestione dall’ex Commissario di “Roma 2009”, Angelo Balducci, ora presidente del Consiglio superiore del lavori pubblici per quanto riguarda la vicenda del “Salaria Sport Village” di Settebagni in cui sono state realizzate, e sequestrate, opere di ampliamento per 160 mila metri cubi con piscine e foresterie. Il circolo privato, fondato dal figlio di Balducci, Filippo, fu realizzato anche dall’acquisizione di terreni agricoli in zona ritenuta dalla procura ”a rischio esondazione del Tevere”. Filippo Balducci ha successivamente ceduto le quote a due fiduciarie socie del circolo: Claudio Rinaldi, nominato Commissario per i mondiali di nuoto dopo Balducci, firmo’ le autorizzazioni alla realizzazione delle opere del Salaria Sport Village nel quadro dell’organizzazione dei mondiali di nuoto. INDAGATO GIOVANNI MALAGO’: “CASCO DALLE NUVOLE” – L’ex Presidente del Comitato organizzatore dei Mondiali di nuoto ”Roma 2009”, è indagato dalla procura di Roma nell’ambito dell’inchiesta sui presunti abusi edilizi realizzati in 15 circoli privati della capitale, 11 dei quali sono stati oggetto di sequestro preventivo disposto dal gip Donatella Pavone. Malago’ è indagato in qualità di presidente del Circolo Canottieri Aniene amministrativamente responsabile del circolo ”Acqua Aniene”, sequestrato oggi dal gip Donatella Pavone, su richiesta del pm della procura di Roma, Sergio Colaiocco. ”Casco dalle nuvole. Sono a Genova e ho appena saputo cosa e’ successo: e’ ingiusto, immotivato e mi sento una vittima”. Questa la prima reazione di Malagò alla notizia di essere stato indagato. Raggiunto telefonicamente Malago’ ha parlato di ”una cosa incomprensibile, senza senso, inaspettata”. ”Abbiamo sempre rispettato religiosamente obblighi e autorizzazioni -spiega Malago’- L’impianto si e’ autofinanziato privatamente ed e’ stato regolarmente aperto al pubblico. Se il problema nasce sul fronte autorizzativo sono ancor di piu’ senza parole; non sono io a dover pensare se il Comune, la Protezione civile e la Presidenza del Consiglio sono o non sono autorizzate a concederle. La cosa si commenta da se”’.

Mondiali di nuoto, sequestri a Roma. Indagato Malagò

Sigilli in 11 circoli sportivi

09 ottobre, 07:47

ROMA – Piscine, foresterie, parcheggi, spogliatoi e palestre, e altre strutture edificate in violazione delle norme paesaggistiche, urbanistiche e in genere ritenute abusive, sono state sequestrate in 11 circoli sportivi romani, tra i più noti della capitale. L’iniziativa giudiziaria si inquadra nell’ambito dell’inchiesta della procura di Roma sui presunti abusi edilizi compiuti per la realizzazione degli impianti destinati alla organizzazione dei Mondiali di Nuoto Roma 2009.

Il sequestro è stato disposto, su richiesta del pm Sergio Colaiocco, dal gip Donatella Pavone. Tre le strutture sottoposte a sequestro totale c’é il circolo Acqua Aniene, amministrativamente facente capo al Circolo Aniene, in via della Moschea nel quartiere Parioli. Strutture abusive, ancora in fase di edificazione, sono state sottoposte a sequestro nei circoli: “Roma 70”, “Polisportiva Parioli Tiro a Volo”, “Roma team sport”, “Polisportiva Città futura”. Sigilli alle strutture già ultimate nei circoli: “Acqua Aniene”, “Cristo Re”, “Axa Immobil sport”, “Real sport village”, “Associazione Agepi”, “Villa Flaminia”, “Sport 2000”. Il gip aveva già disposto nei mesi scorsi il sequestro di strutture (dal 15 settembre scorso diventato definitivo dopo l’uso concesso per i mondiali di nuoto) in altri quattro circoli di Roma: “Salaria Sport Village”, “Tevere Remo”, “Gav New city”, “Flaminio sporting club”.
Nelle ordinanze di sequestro, il Gip ipotizza, a vario titolo, la violazione delle norme urbanistiche, paesaggistiche, per le opere realizzate senza l’intesa con il Comune di Roma che non ha riscosso oneri concessori per circa cinque miliardi di euro. Nel mesi scorsi era stato iscritto nel registro degli indagati il Commissario dei mondiali Claudio Rinaldi. Gli indagati sono ora una trentina: oltre a Rinaldi sono sotto inchiesta i presidenti e responsabili legali dei circoli oggetto oggi di sequestro. La procura sta indagando anche su presunti abusi commessi all’epoca della gestione dall’ex Commissario di “Roma 2009”, Angelo Balducci, ora presidente del Consiglio superiore del lavori pubblici per quanto riguarda la vicenda del “Salaria Sport Village” di Settebagni in cui sono state realizzate, e sequestrate, opere di ampliamento per 160 mila metri cubi con piscine e foresterie. Il circolo privato, fondato dal figlio di Balducci, Filippo, fu realizzato anche dall’acquisizione di terreni agricoli in zona ritenuta dalla procura ”a rischio esondazione del Tevere”. Filippo Balducci ha successivamente ceduto le quote a due fiduciarie socie del circolo: Claudio Rinaldi, nominato Commissario per i mondiali di nuoto dopo Balducci, firmo’ le autorizzazioni alla realizzazione delle opere del Salaria Sport Village nel quadro dell’organizzazione dei mondiali di nuoto.

INDAGATO GIOVANNI MALAGO’: “CASCO DALLE NUVOLE” – L’ex Presidente del Comitato organizzatore dei Mondiali di nuoto ”Roma 2009”, è indagato dalla procura di Roma nell’ambito dell’inchiesta sui presunti abusi edilizi realizzati in 15 circoli privati della capitale, 11 dei quali sono stati oggetto di sequestro preventivo disposto dal gip Donatella Pavone. Malago’ è indagato in qualità di presidente del Circolo Canottieri Aniene amministrativamente responsabile del circolo ”Acqua Aniene”, sequestrato oggi dal gip Donatella Pavone, su richiesta del pm della procura di Roma, Sergio Colaiocco. ”Casco dalle nuvole. Sono a Genova e ho appena saputo cosa e’ successo: e’ ingiusto, immotivato e mi sento una vittima”. Questa la prima reazione di Malagò alla notizia di essere stato indagato. Raggiunto telefonicamente Malago’ ha parlato di ”una cosa incomprensibile, senza senso, inaspettata”. ”Abbiamo sempre rispettato religiosamente obblighi e autorizzazioni -spiega Malago’- L’impianto si e’ autofinanziato privatamente ed e’ stato regolarmente aperto al pubblico. Se il problema nasce sul fronte autorizzativo sono ancor di piu’ senza parole; non sono io a dover pensare se il Comune, la Protezione civile e la Presidenza del Consiglio sono o non sono autorizzate a concederle. La cosa si commenta da se”’.

Mondiali di nuoto, sequestri a Roma. Indagato Malagò

Sigilli in 11 circoli sportivi

09 ottobre, 07:47

ROMA – Piscine, foresterie, parcheggi, spogliatoi e palestre, e altre strutture edificate in violazione delle norme paesaggistiche, urbanistiche e in genere ritenute abusive, sono state sequestrate in 11 circoli sportivi romani, tra i più noti della capitale. L’iniziativa giudiziaria si inquadra nell’ambito dell’inchiesta della procura di Roma sui presunti abusi edilizi compiuti per la realizzazione degli impianti destinati alla organizzazione dei Mondiali di Nuoto Roma 2009.

Il sequestro è stato disposto, su richiesta del pm Sergio Colaiocco, dal gip Donatella Pavone. Tre le strutture sottoposte a sequestro totale c’é il circolo Acqua Aniene, amministrativamente facente capo al Circolo Aniene, in via della Moschea nel quartiere Parioli. Strutture abusive, ancora in fase di edificazione, sono state sottoposte a sequestro nei circoli: “Roma 70”, “Polisportiva Parioli Tiro a Volo”, “Roma team sport”, “Polisportiva Città futura”. Sigilli alle strutture già ultimate nei circoli: “Acqua Aniene”, “Cristo Re”, “Axa Immobil sport”, “Real sport village”, “Associazione Agepi”, “Villa Flaminia”, “Sport 2000”. Il gip aveva già disposto nei mesi scorsi il sequestro di strutture (dal 15 settembre scorso diventato definitivo dopo l’uso concesso per i mondiali di nuoto) in altri quattro circoli di Roma: “Salaria Sport Village”, “Tevere Remo”, “Gav New city”, “Flaminio sporting club”.
Nelle ordinanze di sequestro, il Gip ipotizza, a vario titolo, la violazione delle norme urbanistiche, paesaggistiche, per le opere realizzate senza l’intesa con il Comune di Roma che non ha riscosso oneri concessori per circa cinque miliardi di euro. Nel mesi scorsi era stato iscritto nel registro degli indagati il Commissario dei mondiali Claudio Rinaldi. Gli indagati sono ora una trentina: oltre a Rinaldi sono sotto inchiesta i presidenti e responsabili legali dei circoli oggetto oggi di sequestro. La procura sta indagando anche su presunti abusi commessi all’epoca della gestione dall’ex Commissario di “Roma 2009”, Angelo Balducci, ora presidente del Consiglio superiore del lavori pubblici per quanto riguarda la vicenda del “Salaria Sport Village” di Settebagni in cui sono state realizzate, e sequestrate, opere di ampliamento per 160 mila metri cubi con piscine e foresterie. Il circolo privato, fondato dal figlio di Balducci, Filippo, fu realizzato anche dall’acquisizione di terreni agricoli in zona ritenuta dalla procura ”a rischio esondazione del Tevere”. Filippo Balducci ha successivamente ceduto le quote a due fiduciarie socie del circolo: Claudio Rinaldi, nominato Commissario per i mondiali di nuoto dopo Balducci, firmo’ le autorizzazioni alla realizzazione delle opere del Salaria Sport Village nel quadro dell’organizzazione dei mondiali di nuoto.

INDAGATO GIOVANNI MALAGO’: “CASCO DALLE NUVOLE” – L’ex Presidente del Comitato organizzatore dei Mondiali di nuoto ”Roma 2009”, è indagato dalla procura di Roma nell’ambito dell’inchiesta sui presunti abusi edilizi realizzati in 15 circoli privati della capitale, 11 dei quali sono stati oggetto di sequestro preventivo disposto dal gip Donatella Pavone. Malago’ è indagato in qualità di presidente del Circolo Canottieri Aniene amministrativamente responsabile del circolo ”Acqua Aniene”, sequestrato oggi dal gip Donatella Pavone, su richiesta del pm della procura di Roma, Sergio Colaiocco. ”Casco dalle nuvole. Sono a Genova e ho appena saputo cosa e’ successo: e’ ingiusto, immotivato e mi sento una vittima”. Questa la prima reazione di Malagò alla notizia di essere stato indagato. Raggiunto telefonicamente Malago’ ha parlato di ”una cosa incomprensibile, senza senso, inaspettata”. ”Abbiamo sempre rispettato religiosamente obblighi e autorizzazioni -spiega Malago’- L’impianto si e’ autofinanziato privatamente ed e’ stato regolarmente aperto al pubblico. Se il problema nasce sul fronte autorizzativo sono ancor di piu’ senza parole; non sono io a dover pensare se il Comune, la Protezione civile e la Presidenza del Consiglio sono o non sono autorizzate a concederle. La cosa si commenta da se”’.

Mondiali di nuoto, sequestri a Roma. Indagato Malagò

Sigilli in 11 circoli sportivi

09 ottobre, 07:47

ROMA – Piscine, foresterie, parcheggi, spogliatoi e palestre, e altre strutture edificate in violazione delle norme paesaggistiche, urbanistiche e in genere ritenute abusive, sono state sequestrate in 11 circoli sportivi romani, tra i più noti della capitale. L’iniziativa giudiziaria si inquadra nell’ambito dell’inchiesta della procura di Roma sui presunti abusi edilizi compiuti per la realizzazione degli impianti destinati alla organizzazione dei Mondiali di Nuoto Roma 2009.

Il sequestro è stato disposto, su richiesta del pm Sergio Colaiocco, dal gip Donatella Pavone. Tre le strutture sottoposte a sequestro totale c’é il circolo Acqua Aniene, amministrativamente facente capo al Circolo Aniene, in via della Moschea nel quartiere Parioli. Strutture abusive, ancora in fase di edificazione, sono state sottoposte a sequestro nei circoli: “Roma 70”, “Polisportiva Parioli Tiro a Volo”, “Roma team sport”, “Polisportiva Città futura”. Sigilli alle strutture già ultimate nei circoli: “Acqua Aniene”, “Cristo Re”, “Axa Immobil sport”, “Real sport village”, “Associazione Agepi”, “Villa Flaminia”, “Sport 2000”. Il gip aveva già disposto nei mesi scorsi il sequestro di strutture (dal 15 settembre scorso diventato definitivo dopo l’uso concesso per i mondiali di nuoto) in altri quattro circoli di Roma: “Salaria Sport Village”, “Tevere Remo”, “Gav New city”, “Flaminio sporting club”.
Nelle ordinanze di sequestro, il Gip ipotizza, a vario titolo, la violazione delle norme urbanistiche, paesaggistiche, per le opere realizzate senza l’intesa con il Comune di Roma che non ha riscosso oneri concessori per circa cinque miliardi di euro. Nel mesi scorsi era stato iscritto nel registro degli indagati il Commissario dei mondiali Claudio Rinaldi. Gli indagati sono ora una trentina: oltre a Rinaldi sono sotto inchiesta i presidenti e responsabili legali dei circoli oggetto oggi di sequestro. La procura sta indagando anche su presunti abusi commessi all’epoca della gestione dall’ex Commissario di “Roma 2009”, Angelo Balducci, ora presidente del Consiglio superiore del lavori pubblici per quanto riguarda la vicenda del “Salaria Sport Village” di Settebagni in cui sono state realizzate, e sequestrate, opere di ampliamento per 160 mila metri cubi con piscine e foresterie. Il circolo privato, fondato dal figlio di Balducci, Filippo, fu realizzato anche dall’acquisizione di terreni agricoli in zona ritenuta dalla procura ”a rischio esondazione del Tevere”. Filippo Balducci ha successivamente ceduto le quote a due fiduciarie socie del circolo: Claudio Rinaldi, nominato Commissario per i mondiali di nuoto dopo Balducci, firmo’ le autorizzazioni alla realizzazione delle opere del Salaria Sport Village nel quadro dell’organizzazione dei mondiali di nuoto.

INDAGATO GIOVANNI MALAGO’: “CASCO DALLE NUVOLE” – L’ex Presidente del Comitato organizzatore dei Mondiali di nuoto ”Roma 2009”, è indagato dalla procura di Roma nell’ambito dell’inchiesta sui presunti abusi edilizi realizzati in 15 circoli privati della capitale, 11 dei quali sono stati oggetto di sequestro preventivo disposto dal gip Donatella Pavone. Malago’ è indagato in qualità di presidente del Circolo Canottieri Aniene amministrativamente responsabile del circolo ”Acqua Aniene”, sequestrato oggi dal gip Donatella Pavone, su richiesta del pm della procura di Roma, Sergio Colaiocco. ”Casco dalle nuvole. Sono a Genova e ho appena saputo cosa e’ successo: e’ ingiusto, immotivato e mi sento una vittima”. Questa la prima reazione di Malagò alla notizia di essere stato indagato. Raggiunto telefonicamente Malago’ ha parlato di ”una cosa incomprensibile, senza senso, inaspettata”. ”Abbiamo sempre rispettato religiosamente obblighi e autorizzazioni -spiega Malago’- L’impianto si e’ autofinanziato privatamente ed e’ stato regolarmente aperto al pubblico. Se il problema nasce sul fronte autorizzativo sono ancor di piu’ senza parole; non sono io a dover pensare se il Comune, la Protezione civile e la Presidenza del Consiglio sono o non sono autorizzate a concederle. La cosa si commenta da se”’.

Nuova discarica di Roma – Articolo Repubblica

Rifiuti, Malagrotta 2 si farà ad Allumiere

Nascerà ad Allumiere, in zona militare. Oggi a palazzo Chigi per l´ok. Vertice tra il sindaco Alemanno, il presidente della Regione Marrazzo, il sottosegretario Letta e il responsabile della Protezione civile Bertolaso.
Nuova discarica di Roma, inizia il count down. Oggi pomeriggio a Palazzo Chigi si incontrano il sottosegretario Gianni Letta, il responsabile della Protezione civile Guido Bertolaso, il sindaco Gianni Alemanno e il presidente della Regione Piero Marrazzo. Un summit in piena regola per decidere il sito dove bisognerà aprire la nuova discarica, che permetterà a Malagrotta di chiudere.
L´Ama la sua proposta ce l´ha già. Per l´azienda è Allumiere il sito ideale: vicina all´autostrada A1, vicina alla ferrovia Orte-Civitavecchia. Soprattutto vicina alla centrale Enel di Torrevaldaliga nord, sempre a Civitavecchia, dove i rifiuti potrebbero essere trasformati in energia. E ormai Ama e Campidoglio puntano all´incenerimento, come ben risulta dal piano industriale che prevede, accanto a quello di Albano, un secondo gassificatore, interamente pubblico. Il sito di Allumiere individuato per la discarica si trova all´interno di un´area militare e, secondo l´Ama, sarebbe anche facile da acquisire perché è in atto un processo di dismissione delle aree militari.

Rifiuti, Malagrotta 2 si farà ad Allumiere

Nascerà ad Allumiere, in zona militare. Oggi a palazzo Chigi per l´ok. Vertice tra il sindaco Alemanno, il presidente della Regione Marrazzo, il sottosegretario Letta e il responsabile della Protezione civile Bertolaso.
Nuova discarica di Roma, inizia il count down. Oggi pomeriggio a Palazzo Chigi si incontrano il sottosegretario Gianni Letta, il responsabile della Protezione civile Guido Bertolaso, il sindaco Gianni Alemanno e il presidente della Regione Piero Marrazzo. Un summit in piena regola per decidere il sito dove bisognerà aprire la nuova discarica, che permetterà a Malagrotta di chiudere.
L´Ama la sua proposta ce l´ha già. Per l´azienda è Allumiere il sito ideale: vicina all´autostrada A1, vicina alla ferrovia Orte-Civitavecchia. Soprattutto vicina alla centrale Enel di Torrevaldaliga nord, sempre a Civitavecchia, dove i rifiuti potrebbero essere trasformati in energia. E ormai Ama e Campidoglio puntano all´incenerimento, come ben risulta dal piano industriale che prevede, accanto a quello di Albano, un secondo gassificatore, interamente pubblico. Il sito di Allumiere individuato per la discarica si trova all´interno di un´area militare e, secondo l´Ama, sarebbe anche facile da acquisire perché è in atto un processo di dismissione delle aree militari.

Rifiuti, Malagrotta 2 si farà ad Allumiere

Nascerà ad Allumiere, in zona militare. Oggi a palazzo Chigi per l´ok. Vertice tra il sindaco Alemanno, il presidente della Regione Marrazzo, il sottosegretario Letta e il responsabile della Protezione civile Bertolaso.
Nuova discarica di Roma, inizia il count down. Oggi pomeriggio a Palazzo Chigi si incontrano il sottosegretario Gianni Letta, il responsabile della Protezione civile Guido Bertolaso, il sindaco Gianni Alemanno e il presidente della Regione Piero Marrazzo. Un summit in piena regola per decidere il sito dove bisognerà aprire la nuova discarica, che permetterà a Malagrotta di chiudere.
L´Ama la sua proposta ce l´ha già. Per l´azienda è Allumiere il sito ideale: vicina all´autostrada A1, vicina alla ferrovia Orte-Civitavecchia. Soprattutto vicina alla centrale Enel di Torrevaldaliga nord, sempre a Civitavecchia, dove i rifiuti potrebbero essere trasformati in energia. E ormai Ama e Campidoglio puntano all´incenerimento, come ben risulta dal piano industriale che prevede, accanto a quello di Albano, un secondo gassificatore, interamente pubblico. Il sito di Allumiere individuato per la discarica si trova all´interno di un´area militare e, secondo l´Ama, sarebbe anche facile da acquisire perché è in atto un processo di dismissione delle aree militari.

Rifiuti, Malagrotta 2 si farà ad Allumiere

Nascerà ad Allumiere, in zona militare. Oggi a palazzo Chigi per l´ok. Vertice tra il sindaco Alemanno, il presidente della Regione Marrazzo, il sottosegretario Letta e il responsabile della Protezione civile Bertolaso.
Nuova discarica di Roma, inizia il count down. Oggi pomeriggio a Palazzo Chigi si incontrano il sottosegretario Gianni Letta, il responsabile della Protezione civile Guido Bertolaso, il sindaco Gianni Alemanno e il presidente della Regione Piero Marrazzo. Un summit in piena regola per decidere il sito dove bisognerà aprire la nuova discarica, che permetterà a Malagrotta di chiudere.
L´Ama la sua proposta ce l´ha già. Per l´azienda è Allumiere il sito ideale: vicina all´autostrada A1, vicina alla ferrovia Orte-Civitavecchia. Soprattutto vicina alla centrale Enel di Torrevaldaliga nord, sempre a Civitavecchia, dove i rifiuti potrebbero essere trasformati in energia. E ormai Ama e Campidoglio puntano all´incenerimento, come ben risulta dal piano industriale che prevede, accanto a quello di Albano, un secondo gassificatore, interamente pubblico. Il sito di Allumiere individuato per la discarica si trova all´interno di un´area militare e, secondo l´Ama, sarebbe anche facile da acquisire perché è in atto un processo di dismissione delle aree militari.

Arresti e perquisizioni: corteo a Magliana

Ci volete sotto i ponti, ci vedrete nelle strade!

Libertà per la compagna e i compagni arrestati!

Non abbiamo nulla da nascondere

Noi non paghiamo il pizzo, noi lottiamo!

Lunedi 14 settembre 5 compagni di lotta dell’8 Marzo occupata di Magliana sono stati prelevati dai carabinieri in modo coatto alle ore 4.40 di mattina e portati a Regina Coeli e a Rebibbia.
Le forze del dis-ordine si sono introdotti con la forza nell’edificio della ex-scuola che ospita tutti noi: famiglie di sfrattati, precari, disoccupati; ci hanno costretto a rifugiarci sul tetto per difendere il nostro spazio.
Ci hanno detto che era solo una perquisizione, ma il modo di agire era quello di uno sgombero ben organizzato. Non ci sono riusciti e per ritorsione hanno portato via 5 occupanti. Hanno sfondato le porte della varie stanze spaventando anche i bambini che sono stati perfino costretti a saltare il primo giorno di scuola.
Proseguono così il gioco e gli interessi dei consiglieri del Pdl come Luca Gramazio, Augusto Santori, Luca Malcotti e dei palazzinari romani, in primis Gaetano Caltagirone e Domenico Bonifici che usano l’arma della diffamazione mezzo stampa, attraverso “Il Messaggero” e “Il Tempo” per colpire al fianco un movimento che fa paura a questa classe politica incapace di risolvere problemi come la casa, il lavoro, la precarietà, il reddito, e che teme che queste questioni mobilitino lotte generalizzate.
Non abbiamo nulla da nascondere.
Le diffamazioni diffuse da sedicenti giornalisti, che qui non sono mai venuti a fare un’inchiesta, non ci hanno fatto recedere dalla nostra lotta perché questa nasce dalla necessità di abitare in una casa e dal desiderio di un diverso convivere, di riprenderci la vita e non sopravvivere.
Per questo, in questi due anni di occupazione, abbiamo recuperato uno spazio pubblico abbandonato al degrado da ben 30 anni, riaprendolo a tutto il quartiere. E’ così che ci siamo guadagnati la solidarietà degli abitanti, molti dei quali, oggi sotto sfratto, si sono conquistati, anni fa e con la lotta, la loro casa.
Gabriele, Francesca, Simone, Sandro e Sandrone devono essere immediatamente rimessi in libertà, perché l’unica colpa che hanno è quella di essere lavoratori precari e non potersi permettere di acquistare una casa.
In particolare chiediamo con forza la liberazione di Sandrone, attualmente recluso presso il centro clinico di Regina Coeli che proprio ieri e’ stato medicato d’urgenza. Affetto da un tumore per il quale e’ in attesa di un terzo intervento chirurgico al San Camillo, dovrebbe ricevere a breve notizie sulla data dell’operazione ma il sequestro del suo cellulare ne rende difficile, se non impossibile, la reperibilità.
Questi 5 compagni rischiano di dover passare ancora dei giorni privati della loro libertà personale per un’inchiesta costruita senza nessun fondamento concreto, tanto che le accuse più gravi sono già cadute così come cadranno tutte le altre!

GIOVEDÌ 17 SETTEMBRE 2009
ALLE ORE 17.30 A PIAZZA DE ANDRÈ : ASSEMBLEA CITTADINA

VENERDÌ 18 SETTEMBRE 2009
ALLE ORE 17.30 A VIA DELL’IMPRUNETA 51:
CORTEO CITTADINO A MAGLIANA

Per adesioni:
occupa@inventati.org

Per ulteriori info: abitare.noblogs.org

CI VOLETE SOTTO I PONTI, CI VEDRETE NELLE STRADE…

Libertà per la compagna e i compagni arrestati!

Non abbiamo nulla da nascondere

Noi non paghiamo il pizzo, noi lottiamo!

Lunedi 14 settembre 5 compagni di lotta dell’8 Marzo occupata di Magliana sono stati prelevati dai carabinieri in modo coatto alle ore 4.40 di mattina e portati a Regina Coeli e a Rebibbia.
Le forze del dis-ordine si sono introdotti con la forza nell’edificio della ex-scuola che ospita tutti noi: famiglie di sfrattati, precari, disoccupati; ci hanno costretto a rifugiarci sul tetto per difendere il nostro spazio.
Ci hanno detto che era solo una perquisizione, ma il modo di agire era quello di uno sgombero ben organizzato. Non ci sono riusciti e per ritorsione hanno portato via 5 occupanti. Hanno sfondato le porte della varie stanze spaventando anche i bambini che sono stati perfino costretti a saltare il primo giorno di scuola.
Proseguono così il gioco e gli interessi dei consiglieri del Pdl come Luca Gramazio, Augusto Santori, Luca Malcotti e dei palazzinari romani, in primis Gaetano Caltagirone e Domenico Bonifici che usano l’arma della diffamazione mezzo stampa, attraverso “Il Messaggero” e “Il Tempo” per colpire al fianco un movimento che fa paura a questa classe politica incapace di risolvere problemi come la casa, il lavoro, la precarietà, il reddito, e che teme che queste questioni mobilitino lotte generalizzate.
Non abbiamo nulla da nascondere.
Le diffamazioni diffuse da sedicenti giornalisti, che qui non sono mai venuti a fare un’inchiesta, non ci hanno fatto recedere dalla nostra lotta perché questa nasce dalla necessità di abitare in una casa e dal desiderio di un diverso convivere, di riprenderci la vita e non sopravvivere.
Per questo, in questi due anni di occupazione, abbiamo recuperato uno spazio pubblico abbandonato al degrado da ben 30 anni, riaprendolo a tutto il quartiere. E’ così che ci siamo guadagnati la solidarietà degli abitanti, molti dei quali, oggi sotto sfratto, si sono conquistati, anni fa e con la lotta, la loro casa.
Gabriele, Francesca, Simone, Sandro e Sandrone devono essere immediatamente rimessi in libertà, perché l’unica colpa che hanno è quella di essere lavoratori precari e non potersi permettere di acquistare una casa.
In particolare chiediamo con forza la liberazione di Sandrone, attualmente recluso presso il centro clinico di Regina Coeli che proprio ieri e’ stato medicato d’urgenza. Affetto da un tumore per il quale e’ in attesa di un terzo intervento chirurgico al San Camillo, dovrebbe ricevere a breve notizie sulla data dell’operazione ma il sequestro del suo cellulare ne rende difficile, se non impossibile, la reperibilità.
Questi 5 compagni rischiano di dover passare ancora dei giorni privati della loro libertà personale per un’inchiesta costruita senza nessun fondamento concreto, tanto che le accuse più gravi sono già cadute così come cadranno tutte le altre!

GIOVEDÌ 17 SETTEMBRE 2009
ALLE ORE 17.30 A PIAZZA DE ANDRÈ : ASSEMBLEA CITTADINA

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Lunedi 14 settembre 5 compagni di lotta dell’8 Marzo occupata di Magliana sono stati prelevati dai carabinieri in modo coatto alle ore 4.40 di mattina e portati a Regina Coeli e a Rebibbia.
Le forze del dis-ordine si sono introdotti con la forza nell’edificio della ex-scuola che ospita tutti noi: famiglie di sfrattati, precari, disoccupati; ci hanno costretto a rifugiarci sul tetto per difendere il nostro spazio.
Ci hanno detto che era solo una perquisizione, ma il modo di agire era quello di uno sgombero ben organizzato. Non ci sono riusciti e per ritorsione hanno portato via 5 occupanti. Hanno sfondato le porte della varie stanze spaventando anche i bambini che sono stati perfino costretti a saltare il primo giorno di scuola.
Proseguono così il gioco e gli interessi dei consiglieri del Pdl come Luca Gramazio, Augusto Santori, Luca Malcotti e dei palazzinari romani, in primis Gaetano Caltagirone e Domenico Bonifici che usano l’arma della diffamazione mezzo stampa, attraverso “Il Messaggero” e “Il Tempo” per colpire al fianco un movimento che fa paura a questa classe politica incapace di risolvere problemi come la casa, il lavoro, la precarietà, il reddito, e che teme che queste questioni mobilitino lotte generalizzate.
Non abbiamo nulla da nascondere.
Le diffamazioni diffuse da sedicenti giornalisti, che qui non sono mai venuti a fare un’inchiesta, non ci hanno fatto recedere dalla nostra lotta perché questa nasce dalla necessità di abitare in una casa e dal desiderio di un diverso convivere, di riprenderci la vita e non sopravvivere.
Per questo, in questi due anni di occupazione, abbiamo recuperato uno spazio pubblico abbandonato al degrado da ben 30 anni, riaprendolo a tutto il quartiere. E’ così che ci siamo guadagnati la solidarietà degli abitanti, molti dei quali, oggi sotto sfratto, si sono conquistati, anni fa e con la lotta, la loro casa.
Gabriele, Francesca, Simone, Sandro e Sandrone devono essere immediatamente rimessi in libertà, perché l’unica colpa che hanno è quella di essere lavoratori precari e non potersi permettere di acquistare una casa.
In particolare chiediamo con forza la liberazione di Sandrone, attualmente recluso presso il centro clinico di Regina Coeli che proprio ieri e’ stato medicato d’urgenza. Affetto da un tumore per il quale e’ in attesa di un terzo intervento chirurgico al San Camillo, dovrebbe ricevere a breve notizie sulla data dell’operazione ma il sequestro del suo cellulare ne rende difficile, se non impossibile, la reperibilità.
Questi 5 compagni rischiano di dover passare ancora dei giorni privati della loro libertà personale per un’inchiesta costruita senza nessun fondamento concreto, tanto che le accuse più gravi sono già cadute così come cadranno tutte le altre!

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Lunedi 14 settembre 5 compagni di lotta dell’8 Marzo occupata di Magliana sono stati prelevati dai carabinieri in modo coatto alle ore 4.40 di mattina e portati a Regina Coeli e a Rebibbia.
Le forze del dis-ordine si sono introdotti con la forza nell’edificio della ex-scuola che ospita tutti noi: famiglie di sfrattati, precari, disoccupati; ci hanno costretto a rifugiarci sul tetto per difendere il nostro spazio.
Ci hanno detto che era solo una perquisizione, ma il modo di agire era quello di uno sgombero ben organizzato. Non ci sono riusciti e per ritorsione hanno portato via 5 occupanti. Hanno sfondato le porte della varie stanze spaventando anche i bambini che sono stati perfino costretti a saltare il primo giorno di scuola.
Proseguono così il gioco e gli interessi dei consiglieri del Pdl come Luca Gramazio, Augusto Santori, Luca Malcotti e dei palazzinari romani, in primis Gaetano Caltagirone e Domenico Bonifici che usano l’arma della diffamazione mezzo stampa, attraverso “Il Messaggero” e “Il Tempo” per colpire al fianco un movimento che fa paura a questa classe politica incapace di risolvere problemi come la casa, il lavoro, la precarietà, il reddito, e che teme che queste questioni mobilitino lotte generalizzate.
Non abbiamo nulla da nascondere.
Le diffamazioni diffuse da sedicenti giornalisti, che qui non sono mai venuti a fare un’inchiesta, non ci hanno fatto recedere dalla nostra lotta perché questa nasce dalla necessità di abitare in una casa e dal desiderio di un diverso convivere, di riprenderci la vita e non sopravvivere.
Per questo, in questi due anni di occupazione, abbiamo recuperato uno spazio pubblico abbandonato al degrado da ben 30 anni, riaprendolo a tutto il quartiere. E’ così che ci siamo guadagnati la solidarietà degli abitanti, molti dei quali, oggi sotto sfratto, si sono conquistati, anni fa e con la lotta, la loro casa.
Gabriele, Francesca, Simone, Sandro e Sandrone devono essere immediatamente rimessi in libertà, perché l’unica colpa che hanno è quella di essere lavoratori precari e non potersi permettere di acquistare una casa.
In particolare chiediamo con forza la liberazione di Sandrone, attualmente recluso presso il centro clinico di Regina Coeli che proprio ieri e’ stato medicato d’urgenza. Affetto da un tumore per il quale e’ in attesa di un terzo intervento chirurgico al San Camillo, dovrebbe ricevere a breve notizie sulla data dell’operazione ma il sequestro del suo cellulare ne rende difficile, se non impossibile, la reperibilità.
Questi 5 compagni rischiano di dover passare ancora dei giorni privati della loro libertà personale per un’inchiesta costruita senza nessun fondamento concreto, tanto che le accuse più gravi sono già cadute così come cadranno tutte le altre!

GIOVEDÌ 17 SETTEMBRE 2009
ALLE ORE 17.30 A PIAZZA DE ANDRÈ : ASSEMBLEA CITTADINA

VENERDÌ 18 SETTEMBRE 2009
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La Minga, storie di autorecupero

La “Minga” è una parola di origine peruviana , il cui significato è traducibile come “lavoro collettivo”.
Tale forma di lavoro, nata ai tempi dell’impero Inca ed ancora praticata dalle comunità latinoamericane, si caratterizza per i suoi fini di utilità sociale quali la costruzione di infrastrutture ed edifici pubblici.
La Minga che prevede una progettazione partecipata “dal basso” per la realizzazione del manufatto trova riscontro oggi con le modalità per molti versi simili dell’autorecupero.

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L’autorecupero consiste nella conversione del patrimonio immobiliare pubblico inutilizzato (come scuole, caserme, uffici etc.) che, con il passare del tempo è stato abbandonato e lasciato all’inevitabile  degrado, in nuovi spazi ad uso abitativo.
Come nella Minga andina quindi, anche nell’autorecupero diventa centrale la modalità collettiva dell’intervento. Il prefisso “auto”, infatti, sta a significare proprio questo carattere aperto e partecipato dell’intervento che prevede una divisione delle spese tra l’amministrazione pubblica e i cittadini, principalmente organizzati in cooperative.
Nel Lazio l’autorecupero ha trovato un riconoscimento istituzionale con la legge regionale n°55 del 1998, vera e propria conquista dei Movimenti di Lotta per la Casa che per anni hanno portato avanti la vertenza di recuperare lo spazio occupato.
Oltre a rappresentare una possibile soluzione all’emergenza abitativa, l’autorecupero è anche una alternativa alla costruzione di aree p.e.e.p. (piano per
l’ edilizia economica popolare) in zone molto distanti dal centro, sconnesse dal tessuto cittadino e prive dei pur minimi servizi.
Nel caso di Roma un valido esempio di questa situazione  è quello del quartiere Ostiense e più in generale di tutto il municipio XI.
Questa zona per tutto il Novecento fu destinata alle attività produttive e industriali,  restano ancora oggi sul territorio i segni di questo passato che non c’è più.
Numerosi edifici vuoti e inutilizzati come il Gazometro o i Mercati Generali, o come quelli occupati oggi dall’ Università di Roma 3. Luoghi lasciati all’abbandono da decenni per colpa di giunte comunali miopi ed affari milionari mai conclusi. In questo scenario incontrollato una parte di cittadinanza attiva ha deciso di recuperare due di questi fabbricati: una ex caserma ed un ex macello. Due esperienze per certi versi molto diverse ma che allo stesso tempo hanno in comune il desiderio di autodeterminare le loro vite, liberando spazi per la collettività e aprirli al territorio. Una di queste, il Porto Fluviale, un ex magazzino della Marina Militare, è un occupazione del Coordinamento Cittadino di Lotta per la Casa. Ad oggi abitato da un centinaio di famiglie in emergenza abitativa che dopo sette anni di occupazione hanno deciso di intraprendere la via dell’autorecupero.

L’altra è invece l’esperienza di Multivercity che ha portato il collettivo degli studenti della facoltà di Architettura di roma tre a recuperare un fabbricato abbandonato all’interno dell’ex-mattatoio di Testaccio trasformandolo in uno spazio sociale dove si svolgono iniziative di interesse culturale aperte a tutti gli abitanti del territorio.
Un lavoro collettivo per l’appunto che vede negli spazi dimenticati della metropoli quella possibilità di recupero e trasformazione che sappia ridisegnare la geografia emotiva dei territori secondo le vere necessità dei suoi abitanti e non invece per qualche piano urbanistico imposto dall’alto.