Bologna - Solidarietà alle vittime del razzismo, disertiamo la guerra tra i poveri

A Firenze Casseri esponente di Caspound, associazione neofascista con solidi agganci con le istituzioni, il 13 dicembre ha ucciso a colpi di pistola due senegalesi Samb Modou e Diop Mor e ne ha feriti altri tre.

Ci dicono che è stato solo il gesto di un folle eppure...
solo qualche giorno prima a Torino dopo la dichiarazione di una ragazza che sosteneva di aver subito uno stupro da parte di due giovani rom, notizia rivelatasi poi falsa, un gruppo di cittadini ha bruciato le baracche di un campo nomadi .

“Fermiamo la violenza razzista!” tuonano indignate le istituzioni eppure...
ogni giorno in ogni piazza d'Italia molti immigrati, colpevoli anche solo di non avere un documento, vengono fermati, minacciati, picchiati dalle forze dell’ordine. Il loro destino è l'espulsione oppure l'internamento nei CIE. Questi ultimi sono dei veri e propri lager della democrazia, sono centri detentivi circondati da muri sbarre e fili spinati, presidiati da militari, dove le violenze, i soprusi e la somministrazione coatta di psicofarmaci sono pratiche costanti da parti degli sbirri e degli enti che li gestiscono (come la Misericordia di Modena o la Croce Rossa italiana).
A questo si aggiunge la violenza che lo Stato italiano infligge anche a coloro che nei nostri territori non sono ancora arrivati. Basti pensare ai barconi ignorati se non addirittura speronati o affondati dalla  marina italiana, pratica costante come testimonia la tragedia ignorata dell’affondamento da parte della fregata della marina italiana “Zefiro” della nave albanese “Kater I Rades” e del conseguente annegamento di 108 profughi il 28 marzo 1997.

Ma a ben vedere è però oltre confine che la nostra (sempre meno ricca) società occidentale dà il meglio di sé. Buona parte del mondo è costretta a subire guerre, devastazioni ambientali e sociali e sfruttamento ai limite della schiavitù. E’ proprio per sfuggire alla morte e alla miseria che il capitalismo impone nelle loro terre d'origine che uomini e donne decidono di lasciare le loro terre in cerca di una vita migliore. Sono proprio privilegi derivanti dal saccheggio delle risorse dei  loro paesi d’origine che chi ci comanda amministra e difende.

Alla luce di tutto questo possiamo veramente condividere il cordoglio per questa tragedia con il questore  ed il sindaco di Firenze?  Possiamo veramente fare nostro l’auspicio che unisce dalle istituzioni, alle cariche religiose che tutto torni come prima?  Dovremmo sopportare con pazienza questa normalità intrisa di sangue che ci impongono?  Questo è esattamente quello che sperano anche gli esponenti dell’associazione fascista  Casapound, che infatti sono corsi a cancellare le pagine curate dal loro camerata, nonché killer di Firenze, Gianluca Casseri, e si sono affrettati a far finta che fosse solo un loro simpatizzante in balia di un raptus che nulla ha a che vedere con la politica.

Purtroppo invece, quanto accaduto a Firenze non è che il terribile frutto di quel razzismo strisciante, di quel delirio securitario che da tempo imperversa nella nostra società in crisi.  E’ il figlio indesiderato e scomodo di quel clima che i media ed i politici da sempre corteggiano e fomentano (si pensi ai deliri della lega nord che invita a prendere le carrette del mare a cannonate..)  per poter sfruttare la manodopera degli immigrati in condizioni di ricatto e schiavitù e, quindi,  tenere anche noi “italiani” in condizioni di ricattabilità e sfruttamento.

Ogni giorno diventa più evidente come questa società da offrirci non siano rimaste che l’aumento della povertà, delle nocività, il peggioramento continuo della vita di tutti e la repressione di quanti di noi non vi si rassegnino.
Che così non si possa andare avanti è evidente. 
Eppure se da una parte ovunque si moltiplicano le lotte, le rivolte e le sollevazioni che individuano nei politici, nelle banche, nei ricchi e nella polizia che li difende,  i responsabili della propria miseria, dall’altra soffia sempre più forte anche il vento della guerra tra poveri e della ricerca di un capro espiatorio debole su cui sfogare il proprio rancore.

Piaccia o no, questi non sono i tempi della calma: scongiurare il rischio di una guerra civile e delle sue derive xenofobe,  significa indirizzare la rabbia verso le vere cause dell’ingiustizia che ci è imposta.

Opporsi al razzismo significa in primo luogo combattere direttamente e senza deleghe casapound, forza nuova, la lega nord, i cie, lo stato che lì ha istituiti. Significa autorganizzarsi e lottare senza compromessi contro questa società del privilegio le sue istituzioni e soprattutto il suo sistema economico.
Questo è quello che abbiamo sempre provato a fare, questo è quello per cui qui a Bologna  più volte ci hanno arrestato, ci hanno chiuso lo spazio di documentazione Fuoriluogo e per cui tuttora siamo sottoprocesso.

CONTRO IL RAZZISMO DILAGANTE RILANCIAMO LE LOTTE CONTRO FRONTIERE, CIE, E DEPORTAZIONI

Anarchici contro la pace sociale e le sue tragedie

Ven, 16/12/2011 – 20:43
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