La democrazia del manganello

A un anno dalla loro carcerazione prosegue la lotta in sostegno ai detenuti del 4 febbraio in Barcellona (Spagna)

STORIA DI UNA MONTATURA

Il 4 di febbraio sara' un anno da quando Rodrigo, Alex e Juan, vennero sequestrati dallo stato spagnolo accusati di aver aggredito un guardia urbana lasciandolo in stato vegetativo. La mattina del 4 febbraio 2006,nella calle st.pere mes baix in Barcelona, la polizia carica un gruppo di persone davanti a uno squat e ne arresta arbitrariamente 9, sei sono messi in liberta' il giorno seguente,dopo essere stati torturati per diverse ore in commissariato. 3 di loro vengono messi in carcerazione preventiva, due, Rodrigo Lanza e Alex Cisterna, accusati di tentato omicidio, e Juan Pintos, accusato di attentato contro l'autorita'. Furono caricati e arrestati di fronte al locale dove si svolgeva una festa a cui non partecipavano e da cui presumibilmente proveniva l'oggetto che feri' uno poliziotto, che in seguito all'incidente entro' in coma e tutt'ora si trova in stato vegetativo.
Le versioni deliranti della polizia, dell'accusa e del sindaco si contraddicono evidentemente: il giono seguente ai fatti il sindaco Juan Clos dichiara che l'agente era stato ferito da un vaso di fiori proveniente dall'edificio, proprieta' del comune, in cui si svolgeva la festa.
Il giorno dopo la polizia dichiara che lo sbirro era stato ferito in strada da una pietra lanciata dagli accusati. Secondo il medico forense lo stato dell'agente sarebbe troppo grave per essere provocato dal lancio di una pietra, testimoni oculari dicono che non c'e' stato nessun lancio di pietre.
Subito dopo i fatti la strada in questione e' stata pulita, impedendo il sopraluogo della polizia scientifica.
Il 4 febbraio fanno dodici mesi di prigione preventiva.
Gli accusati sono detenuti principalmente perche' sudamericani e con estetica okupa , nonostante due di loro abbiano doppia nazionalita' e uno sia sposato con una spagnola non saranno rilasciati fino al processo per "l'alto rischio di fuga". Juan, che in principio aveva gli stessi capi d'accusa degli altri sei arrestati, tutti europei di nascita e rilasciati il giorno dopo, ora rischia dai 12 ai 18 anni di carcere come gli altri due imputati (i capi d'accusa sono cambiati da tentato omicidio - da 8 a 10 anni - a attentato aggravato contro l'autorita').
Siamo di fronte all'ennesima montatura giudiziaria, di fatto non ci sono altre prove a parte le dichiarazioni degli sbirri. La giudice Carmen Martinez Sanchez, in uno slancio di nostalgia franchista, minaccia di imputare i testimoni oculari della difesa della stessa accusa dei detenuti (affermando: "non c'erano e se c'erano sono colpevoli dello stesso reato").
Il 1 giugno i detenuti e la madre di uno di loro iniziano uno sciopero della fame, durato approssimativamente un mese e che a parte l'interessamento di una parte dell'opinione pubblica al caso non ha raggiunto l'obiettivo della scarcerazione dalla preventiva.
Dall'entrata in vigore della nuova ordinanza civica, della tolleranza zero e della nuova polizia autonoma catalana (mossos d'esquadra), i casi di abuso di potere sono aumentati; l'obiettivo e' pulire le strade del centro da tutti coloro che stonano con l'immagine della citta'-vetrina che barcellona vuole darsi, come in molte capitali europee a misura di turista il mezzo e' il manganello.
La settimana seguente ai fatti la polizia organizzo' nel centro della citta' una vera e propria caccia a chiunque rispondesse ad un estetica "alternativa" (piercing, toppe, felpe col cappuccio); il 9 febbraio altre tre persone furono arrestate con l'accusa di attentato incendiario alla sede di una ditta che sfrutta il lavoro dei detenuti.
Il dopo Shengen, con la paranoia terrorista e la collaborazione delle polizie europee, lo stiamo vivendo ovunque con la repressione violenta di tutti coloro che entrano in conflitto con la normalita' imposta dal potere, con la caccia all'immigrato, i crimini di pensiero, la loro democrazia dell'ugualianza bancaria.
E' PER QUESTO CHE CONVOCHIAMO PER IL 4 DI FEBBRAIO UNA GIORNATA DI AZIONE INTERNAZIONALE IN SOLIDARIETA' CON ALEX, RODRIGO Y JUAN quello che e' successo in sant pere mes baix e' carta bianca per l'aumento della repressione quello che e' successo in sant pere mes baix poteva capitare ad ognuno di noi.

12 MESI dopo noi saremo di nuovo in strada a far sentire la nostra rabbia e il nostro amore ancora una volta finche tutti non saremo liberi.

liberta' per i progionieri del 4 di febbraio
liberta' per tutti

fuoco alle prigioni e a tutte le gabbie

Mer, 24/01/2007 – 19:03
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