La polizia difende i sindaci dalla rabbia dei No Tav

fonte lastampa.it

massimo numa Bussoleno, crisi tra primi cittadini e comitati

MASSIMO NUMA
TORINO
E’ accaduto qualcosa di nuovo - e di grave - lunedì sera a Villa Ferro, Bussoleno. Circa duecento manifestanti dei comitati No-Tav hanno «assediato» la conferenza dei sindaci di Val Susa, Sangone e prima cintura. Insulti e slogan: «Vogliamo entrare», urlavano. La sintesi è del vice sindaco di Villar Dora, Elisio Croce, uno degli amministratori più legati ai movimenti: «Purtroppo non c’ero. Ma mi ha fatto male apprendere che alcune persone hanno ritenuto di agire in quel modo contro di noi. Per la prima volta, i sindaci “protetti” dalla forza pubblica contro i valligiani... Non doveva succedere. Si crea un precedente pericoloso, che rompe un’armonia di decenni. Ho una profonda fiducia che si tratti di un episodio isolato».

Alla fine, un documento firmato da Antonio Ferrentino stigmatizza in modo assai duro l’episodio, destinato ad alzare ulteriormente la tensione, in vista dell’incontro a Roma del 13 giugno: «... I lavori della Conferenza, molto proficui, hanno però registrato l’atteggiamento incomprensibile di alcuni cittadini presenti all’esterno». Poi: «... Condanniamo la decisione di effettuare una contestazione nelle modalità di svolgimento della stessa conferenza». I No-Tav, o una parte, hanno scritto una lettera in cui contestano la prassi delle «riunione a porte chiuse, la mancanza di un ordine del giorno ufficiale e dei verbali». Vogliono «trasparenza» e ribadiscono una lunga teoria di «No», dalla Tav al Frejus. Conclusione: «Comanda solo il No-Tav». Tesi ribadita anche a Villar Dora, durante una riunione a «porte chiuse». «Che non vuol dire segrete - conclude Croce - ma ognuno deve fare il suo mestiere». E Ferrentino: «... La conferenza ribadisce di avere ruoli e responsabilità diversi dai Comitati e Associazioni e considera importante un movimento che rispetta questa diversità».

Dunque, una frattura tra amministratori e movimenti: «No, non è così - dice Bruno Gonella, sindaco di Almese - io stesso ho detto ai miei colleghi che, tra quelli che ci contestavano nel modo più duro, c’erano molte facce nuove. Temiamo infiltrazioni di provocatori nei movimenti. Minacce dirette? Due cartelli No Tav sulla strada di casa, comparsi all’indomani di un’intervista in cui mi si attribuiva un “sì” al progetto. Certo, non fa piacere. Se poi, dopo Roma, qualche no dovesse diventare un ni o un sì, ci sarà veramente da preoccuparsi».

Paura? «Chi fa il sindaco in tempi come questi e con problemi di grande portata, non si deve porre neanche il problema». I carabinieri hanno alzato il livello di vigilanza dei Comuni e per gli amministratori più esposti. Sdrammatizza il sindaco di Susa, Sandro Plano: «Beh, io ho ricevuto pacchi di lettere anonime e di minaccia. Ma non erano dei No-Tav... La contestazione di lunedì rientra in un clima di tensione inevitabile, in vista dell’incontro di Roma. I valligiani sono gente focosa, se devono esprimere il dissenso lo fanno in modo teatrale. Lo sa di chi è la colpa?». No. «Dei media. Tutti quei percorsi inediti, gli scoop sui tracciati. Creano rabbia, confusione. Fanno da innesco». Daniela Ruffino, sindaco di Giaveno, non teme di rivelare di «essere stata minacciata, personalmente. Non voglio entrare nei dettagli. Mi sono rivolta ai carabinieri e so che non ci lasceranno soli, soprattutto in questo periodo. Io vado avanti per la mia strada. Non intendo farmi intimidare da soggetti che teorizzano la violenza».

Alta Valsusa. Mauro Cassi, sindaco di Oulx: «Io, personalmente, ho ricevuto lettere anonime e telefonate di insulti e minacce tra dicembre e gennaio, nei giorni precedenti il convegno sui trasporti in Valle che avevo organizzato qui ad Oulx. Ho comunque notato che il clima è cambiato. Che parecchi miei colleghi sindaci, prima sempre in prima linea sulla questione Tav, ora si sono defilati. Lo leggo come un segnale preoccupante». E Renzo Pinard, di Chiomonte: «Da tempo ricevo telefonate mute. Sia di giorno che di notte il telefono di casa squilla, ma se si va a rispondere dall'altra parte non c'è nessuno. All'inizio ho pensato a un guasto. Vivo tranquillo. Ma sono convinto che l'incontro a Roma del 13 giugno segnerà una svolta: segnerà un surriscaldamento dei toni». Ancora. Parla Bruno Allegro, sindaco di Sant’Ambrogio: «Penso che un caso come la Tav attiri elementi che cercano solo di praticare la violenza per la violenza. I movimenti devono alzare il livello di vigilanza, così come stanno facendo le forze di polizia. Sarebbe un errore, non allontanare, oggi, estremisti e provocatori. Creano un danno a tutto il No Tav. In passato ho ricevuto minacce precise. In questa fase, no. Ho fiducia nella protezione dello Stato, dei carabinieri in particolare». Fuori dal coro, il sindaco di Pianezza, Claudio Gagliardi: «Non sono contrario alla Tav. Ho detto solo: “Vediamo”. I vecchi tracciati erano sbagliati. Ora vedremo. Mai ricevute pressioni particolari e comunque noi non cambiamo posizione».

Ven, 08/06/2007 – 10:12

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