Lettera di Silvia Guerini in merito alla non più diffusione di “Aborto, spunti critici di riflessione”

Lettera di Silvia Guerini in merito alla non più diffusione di “Aborto, spunti critici di riflessione”

Da troppo tempo si stanno trascinando molti fraintendimenti sulle mie attuali posizioni sull'aborto, fraintendimenti nati dalla pubblicazione di “Aborto: spunti critici di riflessione”, un mio opuscolo uscito quattro anni fa e in relazione a degli scritti in un successivo opuscolo (“Origine della vita, origine della morte”).

Quello che vorrei fare con questa lettera è chiarire alcune questioni: in questi anni ho avuto modo di rimettermi in discussione con un cambiamento e un’evoluzione del mio modo di affrontare e considerare l’aborto.

Gli scritti usciti non rappresentano più il mio modo di intendere l'aborto, per questo e per come sono stati intesi e percepiti, ho deciso di non far più diffondere dai distributori “Aborto, spunti critici di riflessione”, come non vorrei girassero più altri miei successivi scritti in merito.

La mia posizione critica all’aborto non è mai stata quella del movimento antiabortista, sullo stesso piano degli attacchi della chiesa e dello stato, dell’antiabortismo permeato da logiche autoritarie, patriarcali, che chiede la messa al bando dell’aborto e che si traduce in discriminazioni verso le donne.

Non è mai stata mia intenzione attaccare l’autodeterminazione delle donne, ridurle a “mero contenitore di vita”, non avrei voluto che le mie parole aprissero ferite e passassero come offese o sentite come una violenza. Eppure così dalla maggior parte sono state percepite e tanti sono gli accostamenti ad aree antiabortiste, fasciste, cattoliche… quindi evidentemente ho sbagliato qualcosa….

Dopo questi anni sono stanca di essere “l’antiabortista”, cosa che non mi sento di essere, non sto combattendo nessuna battaglia personale contro l’aborto e non voglio negare la dimensione di scelta individuale.

Non mi riconosco nel modo in cui avevo affrontato l’aborto, pagine troppo taglienti, scritte con una durezza non voluta ma trasmessa, con una taglio pieno di moralità che pesava in tutte le pagine, con delle fotografie di feti abortiti e la descrizione di un intervento di un aborto che solo molto tempo dopo dovetti scontrarmi con il fatto che fossero dei falsi.

Non mi riconosco nella superficialità nel considerare le donne, le tante donne e una miriade di differenze che portano alla decisione di abortire, donne non riducibili a dei meri casi…. Soprattutto in questo mi sento cresciuta, nella comprensione dell’universo mai riducibile di relazioni, sensibilità, esperienze di vite dove non è possibile apportare una separazione della donna da un lato e il feto dall’altro….

In questi anni ho capito che l’aborto è e rimane una questione di sensibilità. Questo non vuol dire che c’è chi ha più o meno sensibilità per il feto o per la donna, non è così semplice e riducibile: è una questione che tocca il profondo, le esperienze, il sentire, la vita delle donne….

Silvia

 

Gio, 01/10/2009 – 12:12
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