Reggio Calabria - Commando aggredisce lavoratori ivoriani

Segue il testo di un volantino sull'aggressione e i "vantaggi" del razzismo

Il 13 dicembre due giovani lavoratori ivoriani, Ahamed Hagi e Saga Ahabib, sono stati colpiti allo stomaco e al petto da un commando armato.

Accade a Rosarno (RC) dove oltre 700 immigrati sono costretti a sopravvivere in una condizione inumana, sprovvisti di riscaldamento, elettricità, acqua corrente e con un’assistenza sanitaria limitata.

Sono i braccianti della Piana di Gioia Tauro, una delle aree della Calabria dove dalla produzione agrumicola si ricava un fatturato annuale di circa 293 milioni di euro (Istat – 2006), un plus-profitto estorto dalle imprese agricole al lavoro dei braccianti calabresi e immigrati. A questi ultimi, più ricattabili perché privi del permesso di soggiorno, viene imposto un doppio sfruttamento: orari di 12-14 ore al giorno per due euro l’ora, per soli due giorni la settimana, senza tutela, né contratto.

Si è ripetuto, dopo l’attentato, quanto successo pochi mesi fa a Castel Volturno e a Milano dove hanno avuto luogo le prime mobilitazioni e risposte militanti degli immigrati contro il razzismo istituzionale e della criminalità organizzata.

Centinaia di ivoriani, senegalesi, magrebini, ganesi rispondevano all’aggressione squadrista di Ahamed e Ahabib, e si riversavano in strada in solidarietà con i loro compagni, fronteggiando le forze dell’ordine per tutta la notte; denunciando i ritardi nei soccorsi e le continue discriminazioni subiti nei campi e fuori, rivendicano una casa ed un lavoro dignitoso per tutti e impedendo, allo stesso tempo, che l’attentato razzista passasse sotto silenzio.

L’aggressione di Rosarno è figlia di una politica razzista organica (di centro-destra e di centro “sinistra”) che, con l’azione del governo Berlusconi, sta registrando un salto di qualità sia sul piano istituzionale e “popolare”, sia sul piano dello squadrismo razzista della criminalità organizzata. Partorita dalle istituzioni italiane, dalla grande industria, dalle banche, dalla grande stampa, questa politica diviene un’arma puntata non solo contro gli immigrati, ma anche contro gli stessi lavoratori italiani ed europei:

perché il razzismo serve a scagliare la rabbia dei lavoratori per la disoccupazione, la perdita dei salari, la polverizzazione delle protezioni sociali, gli effetti della crisi economica globale contro un falso bersaglio, contro il “nemico esterno”: i lavoratori delle altre nazionalità, dall’Europa Orientale alla Cina, dal Medio Oriente all’Africa;

perché il razzismo serve a consegnare, al sistema delle imprese italiane ed europee, lavoratori immigrati ricattabili e da sfruttare, a quattro soldi, nell’agricoltura, nelle fabbriche, nei servizi per livellare al ribasso i costi generali per la sicurezza, per il lavoro e la salute di tutti i lavoratori.

perché il razzismo serve a dividere e a mettere in concorrenza lavoratori italiani e immigrati tra di loro per renderli isolati, deboli e ricattabili di fronte alle esigenze di profitto e di competitività del governo e della Confindustria.

I lavoratori italiani hanno tutto l’interesse ha reagire con la lotta insieme ai compagni di Hamed e Saga contro un comune nemico perché così facendo difenderanno anche le loro condizioni.

Per la difesa militante dei lavoratori immigrati Contro la Bossi-Fini e la politica razzista del governo

Per l’unità e l’auto-organizzazione tra lavoratori italiani e immigrati

Dom, 04/01/2009 – 14:25
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