Con il post-Expo chiuderanno le aziende dell’area industriale di Mazzo?

 
Rho: la speculazione del post-Expo entra nel vivo 

La speculazione sull’area Expo entra nel vivo. Lo scorso 9 maggio la Giunta comunale ha avviato il procedimento di variante generale al Piano di Governo del Territorio (PGT), quasi contestualmente all’approvazione del piano di riqualificazione del sito Expo da parte del Consiglio di Amministrazione di Arexpo. Nel frattempo, il Consiglio comunale del 21 maggio ha deliberato la proroga ai termini del Documento di Piano – la cui scadenza era prevista per il prossimo agosto – consentendo di prendere tempo in attesa che venga ultimato l’iter per la variante generale. I procedimenti amministrativi proseguiranno in parallelo. Infatti, entro l’autunno le giunte comunali di Rho e Milano dovranno anche approvare lo strumento urbanistico che permetterà, a partire dal 2019, la cantierizzazione dell’area e la creazione di un nuovo quartiere alle porte di Rho.
Si tratta di più di mezzo milione di metri quadrati di costruito, che non avrà bisogno di un passaggio in Consiglio comunale perché a decidere saranno unicamente le Giunte di Milano e Rho. L’effetto sarà quello di ridurre ulteriormente il già flebile dibattito pubblico, tutto appiattito sul mainstream delle funzioni pubbliche – non a caso anticipate rispetto a quelle private – senza nessuna discussione sui costi che comporterà per la nostra città questa ennesima trasformazione urbanistica, in termini di sostenibilità ambientale, traffico, inquinamento e perdita di posti di lavoro. A partire dall’area industriale di Mazzo.
Attualmente il PGT prevede il mantenimento delle funzioni produttive, tuttavia, è facile prevedere che nel giro di un paio di anni i processi di trasformazione in atto travolgeranno anche quest’area, vista la posizione a ridosso di Fiera ed Expo. Non è un mistero, infatti, che le imprese dell’area industriale di Mazzo riunite nel Comitato Risorgimento abbiano in più occasioni dichiarato l’intenzione di voler cogliere le “opportunità” collegate alla proposta di “rigenerazione urbana” dell’area Expo, malcelando la volontà di dismettere le attività produttive già esistenti – con conseguente perdita di posti di lavoro – attraverso la predisposizione di modifiche al PGT, che consentano la realizzazione di strutture ricettive, spazi commerciali e uffici.
Un progetto iniziato dalla precedente amministrazione di centrodestra – quando ancora i partiti litigavano per la poltrona di amministratore delegato di Expo spa – che ha poi subito una battuta di arresto grazie all’opposizione sociale del territorio. Vista la continuità delle politiche del PD con quelle di chi l’ha preceduto alla guida della città, non dubitiamo che anche questa volta il sindaco Romano si impegnerà con zelo nel servire gli interessi dei poteri forti a scapito di quelli dei lavoratori e di chi vive sul territorio.

SOS Fornace
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