il babau è un mostro bianco per chi di vivere è ormai stanco il babau è un mostro nero finisci dritto al cimitero il babau è tutto rosso corri corri a più non posso il babau è tutto giallo tocca pure al maresciallo il babau è anche blu occhio il prossimo sei tu il babau è di tutti i color se lo incontri sicuro muori
 

Appello della Rete contro il Pacchetto Sicurezza

Pubblicato il 12.01.2009 in home page, iniziative || 2 Commenti

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Appello per la cotruzione di una mobilitazione contro il ddl 733: Lunedì 19 Gennaio Sit – in sotto il Senato e Sabato 31 Gennaio Manifestazione a Roma

Il 19 gennaio prossimo è prevista in Senato la discussione del “Pacchetto sicurezza” (DdL 733), che provocherà una grande trasformazione del quadro normativo italiano, già fortemente repressivo e discrezionale nel suo impianto. Le norme contenute nel Pacchetto, infatti, prevedono una politica esplicitamente fondata su misure segregazioniste e razziste per le persone migranti, con o senza permesso di soggiorno, le prime a essere additate come figure pericolose e causa di “allarme sociale”, e su nuove e ancora più drastiche misure repressive contro chiunque produca conflitto e non rientri dentro le strette maglie del controllo.

Le norme del pacchetto sicurezza colpiscono in primo luogo le persone migranti. Se il Pacchetto sarà approvato chi è senza permesso di soggiorno non potrà più: andare al Pronto Soccorso e ricevere cure mediche, riconoscere figli e figlie, sposarsi e inviare soldi a casa. Il Ddl introduce inoltre: la detenzione nei CIE (ex CPT) per 18 mesi; la tassa di 200 euro su richiesta e rinnovo del permesso di soggiorno; controlli ancora più stretti per acquisire la cittadinanza; il reato d’ingresso illegale nello stato.

Altre norme, alcune già sperimentate sui/sulle migranti, vengono estese al resto dei cittadini e delle cittadine che non si adeguano alla retorica del “decoro urbano”: l’obbligo di dimostrare l’idoneità alloggiativa per ottenere l’iscrizione anagrafica (che colpisce migranti, senzatetto, occupanti e chiunque non possa permettersi un’abitazione “idonea”); le norme anti-graffito; l’inasprimento delle norme per il reato di danneggiamento.

Questo delirio securitario esplode mentre i governi decidono di sostenere le aziende e le banche in difficoltà, invece di pensare a nuove politiche sociali di sostegno alla cittadinanza colpita dalla crisi. Scaricando, tra l’altro, tutto il lavoro di cura sulle donne: in quest’ottica, l’unica immigrazione che sembra piacere è quella delle “badanti”. Ai sindaci e ai prefetti sceriffo si attribuiscono nuovi poteri, mentre il Ddl Carfagna criminalizza e stigmatizza le prostitute, imponendo norme di comportamento a tutte e tutti.

La loro risposta alla crisi è il governo della paura. La risposta, in Italia come in Europa, da Milano a Castelvolturno, da Atene a Malmöe… è stata un grido di rabbia e libertà:

NON ACCETTIAMO LA SOCIETA’ DEL RAZZISMO, DELLO SFRUTTAMENTO E DEL CONTROLLO!
Lunedì 19 gennaio appuntamento per tutti e tutte alle 10:00 sotto il Senato a Piazza Navona per un Sit-In che duri fino a sera, per far sentire la nostra voce mentre nelle aule verrà votato il disegno di legge.

Sabato 31 gennaio saremo ancora in strada con un corteo che attraverserà la città, toccando alcuni luoghi simbolo. Appuntamento alle 14.30 a Porta Maggiore per proseguire per Piazza Vittorio e Termini fin sotto al Ministero dell’Interno, per ripensare insieme un’idea di cittadinanza che garantisca a tutt@ i diritti fondamentali e la libertà di scelta e di movimento.

Contro il Pacchetto Sicurezza e il modello di società che impone

Per l’abolizione immediata della Bossi/Fini, perché perdere il lavoro a causa della crisi rappresenta per le persone migranti una condanna alla clandestinità

Per la regolarizzazione di tutte e tutti

Contro il legame tra permesso di soggiorno e contratto di lavoro, dispositivo di controllo che imprigiona i migranti e le migranti e rende precaria la vita di tutte e tutti

Contro le classi separate per i bambini e le bambine stranier@

Contro la militarizzazione dei confini e delle città

Contro l’ansia e la paura in cui vorrebbero farci vivere

Per ripensare insieme un’idea di cittadinanza che garantisca a tutt@ i diritti fondamentali e la libertà di scelta e di movimento

LUNEDI’ 19 GENNAIO 2009: SIT- IN SOTTO IL SENATO dalle 10:00 a Piazza Navona

SABATO 31 GENNAIO 2009: MANIFESTAZIONE A ROMA alle 14:30 a Porta Maggiore

Invitiamo tutti e tutte – migranti, studenti e studentesse, scuole in mobilitazione, associazioni, movimenti di lotta per l’abitare, centri sociali, movimenti di donne, femministe e lesbiche, comitati di cittadini e cittadine, precari e precarie, lavoratori e lavoratrici, personale medico e sanitario, artisti e artiste – a partecipare, a moltiplicare le iniziative anche nelle altre città e a coordinarci per dare più voce alla nostra rabbia:

NOI… NON ABBIAMO PAURA!

RETE CONTRO IL PACCHETTO SICUREZZA

Per adesioni, informazioni, contributi, per mettere in rete le iniziative locali e dislocate nelle città attraverso questo blog http://nopacchettosicurezza.noblogs.org inviate un’e-mail a: pacchettosicurezza@anche.no

2 Responses to “Appello della Rete contro il Pacchetto Sicurezza”

  1. Federica says:

    Bella iniziativa! Anche io quando ho letto il decreto sono andata immediatamente a vomitare mentre mi strappavo i capelli… DIAMINE!
    Ma per chi non può andare a Roma? Riusciremmo ad organizzare una petizione? Anche di quelle on-line..?!!

  2. Claudio says:

    Il decreto non e’ del tutto sbagliato. E’ vero, viola alcuni dei diritti fondamentali Italiani ma non e’ completamente errato. E’ giusto che l’ingresso clandestino in uno stato sia reso illegale ed e’ giusto che chi non abbia un permesso di soggiorno da un tot di tempo (2 anni vanno benissimo) non possa sposarsi, visto l’attuale andazzo della situazione in Italia.

    Abandonando totalmente l’argomento mi chiedo per quale motivo, visto che tra l’altro non viene pubblicato, il mio indirizzo email debba essere inserito obbligatoriamente prima di commentare. Credo che, concettualmente s’indende, anche questa sia un’inutile e scorretta forzatura.

    Saluti,
    Claudio.

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