Europa nera fra Oslo e Bologna

Il ter­ro­ri­sta cri­stiano di Oslo e Utoya, poco prima di com­piere le stragi che hanno scon­volto la Nor­ve­gia, ha scritto un mail al bolo­gnese Alberto Fer­retti, 50 anni, impren­di­tore infor­ma­tico, poli­tico di destra ed ex poli­ziotto. Ne dà noti­zia il “Resto del Car­lino”.
Figlio del fon­da­tore a Fer­rara dell’M.S.I. e di A.N., Alberto Fer­retti da sem­pre milita nell’estrema destra nazio­na­li­sta. Can­di­dato in pas­sato con “La Destra” di Fran­ce­sco Sto­race, dalla pri­ma­vera scorsa è coor­di­na­tore regio­nale di “Pro­getto Nazio­nale – Fiamma futura”, il par­ti­tino ani­mato dal nazi Piero Puschiavo e vez­zeg­giato dal leghi­sta Fla­vio Tosi.
Sul per­ché della mail, Alberto Fer­retti dà al “Car­lino” que­sta spie­ga­zione che adom­bra comun­que una qual­che rete inter­na­zio­nale: «Credo abbia pescato a casac­cio per tro­vare gli indi­rizzi, mi sono fatto que­sta idea par­lando con la poli­zia postale. Magari navi­gando nei siti nazio­na­li­sti. Tra l’altro, tutti gli indi­rizzi della mai­ling list sono in chiaro. Che ter­ro­ri­sta è uno che lascia in chiaro gli indi­rizzi? Mi stanno scri­vendo per­sone dal Bel­gio e dalla Fran­cia per chie­dermi chi sia quel pazzo. Anche loro hanno rice­vuto il mes­sag­gio».
D’altro canto, poco tempo prima della strage Alberto Fer­retti scri­veva: «I movi­menti nazio­na­li­sti e iden­ti­tari euro­pei (le famose destre euro­pee come si usa sem­pli­fi­care nei media) stanno segnando una svolta, un nuovo corso, risul­tati elet­to­rali quasi dovun­que a dop­pia cifra, stanno a con­fer­mare in modo ine­qui­vo­ca­bile che hanno saputo ben inter­pre­tare i biso­gni e le richie­ste di cam­bia­mento dei loro popoli. Movi­menti che si ispi­rano al nazio­na­li­smo (Bri­tish Natio­nal Party) alla tra­di­zione e all’identità (Vlaams block, Job­bik), alla stirpe (i veri fin­lan­desi, la lega delle fami­glie polac­che)».
Sono ben 117 i desti­na­tari ita­liani a cui lo stra­gi­sta nor­ve­gese ha man­dato per mail la sua riven­di­ca­zione. Ci sono neo­na­zi­sti, neo­fa­sci­sti, teste rasate, raz­zi­sti, pre­di­ca­tori d’odio con­tro isla­mici, rom ed ebrei. Ci sono poli­tici di estrema destra, espo­nenti di Fiamma Tri­co­lore, gio­vani ultras delle curve e inte­gra­li­sti reli­giosi che sognano nuove cro­ciate. C’è un intero blocco di mili­tanti e diri­genti di Forza Nuova, dalle basi regio­nali alla sede cen­trale.
A denti stretti, qual­cuno ha dichia­rato la pro­pria «estra­neità alla vio­lenza», ma altri hanno comun­que riven­di­cato la bontà delle idee di Bre­j­vik. In Ita­lia lo ha fatto il leghi­sta Mario Bor­ghe­zio. In Fran­cia Jac­ques Cou­tela, espo­nente del Front Natio­nal, ha scritto sul suo blog: «L’obiettivo dell’azione ter­ro­ri­stica del nazio­na­li­sta nor­ve­gese è stato com­bat­tere l’invasione musul­mana. Fac­ciamo di que­sto resi­stente un’icona». Anche sui muri di Bolo­gna sono com­parse scritte odiose di appro­va­zione della strage di Oslo e Utoya come: «W Brei­vik eroe anti­co­lo­niale».
Pres­so­ché tutti i media di regime hanno par­lato di un «pazzo iso­lato», ma i pazzi sono parec­chi e la cul­tura nazio­na­li­sta e raz­zi­sta che li muove è pro­pa­gan­data da orga­niz­za­zioni, par­titi, asso­cia­zioni cul­tu­rali di destra.
Oggi parte dell’estrema destra popu­li­sta con­si­dera la cul­tura araba incom­pa­ti­bile con la «Civiltà occi­den­tale» e agita lo spet­tro di una pos­si­bile colo­niz­za­zione musul­mana dell’Europa «giudaico-cristiana». Al con­sueto anti­se­mi­ti­smo, que­sta destra tra­di­zio­na­li­sta sosti­tui­sce o aggiunge il raz­zi­smo anti­a­rabo, l’islamofobia e l’odio per chiun­que sostenga idee anti­raz­zi­ste, mul­ti­cul­tu­rali, liber­ta­rie, visto come col­la­bo­ra­zio­ni­sta con le «forze di occu­pa­zione musul­mana» e quindi come nemico da eli­mi­nare.
Ed è un deli­rio tanto più sor­dido e grot­te­sco oggi che il mondo arabo ci sta dando lezioni di lotta, rivolta e libertà con­tro dit­ta­ture soste­nute per decenni pro­prio dalla «Civiltà occidentale»…

Nostra patria è il mondo intero! Nostra legge, la libertà e la rivo­lu­zione sociale!

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