L’Antifascismo che viene

Negli ultimi anni, ma soprat­tutto negli ultimi mesi, c’è stato un aumento dell’attività neo­fa­sci­sta a Bolo­gna. Come atti­vità non inten­diamo i pestaggi, le aggres­sioni e le vio­lenze, di cui è pos­si­bile avere un’idea ad esem­pio seguendo l’ottimo Ecn.org/Antifa bensì la presa di spazi pub­blici per pro­muo­vere la loro becera e inu­mana ideo­lo­gia. Poco importa se que­sto avviene tra­mite par­titi dichia­ra­ta­mente neo­fa­sci­sti o neo­na­zi­sti, oppure attra­verso asso­cia­zioni “civetta” che ser­vono a ten­tare di masche­rare le stesse per­sone. Poco importa se que­sto avviene riven­di­cando aper­ta­mente discorsi fasci­sti e xeno­fobi oppure mime­tiz­zato in un discorso fal­sa­mente rivo­lu­zio­na­rio. Come scrive il Nodo Sociale Anti­fa­sci­sta: «L’ideologia fasci­sta da sem­pre si è ali­men­tata di discorsi rivo­lu­zio­nari e liber­tari per virarli verso l’autoritarismo. Per que­sto la resi­sti­bile ascesa del fasci­smo porta sem­pre con sé per­si­stenti feno­meni di col­la­bo­ra­zio­ni­smo e mime­ti­smo poli­tico. Per que­sto i neo­fa­sci­sti sono tanto inte­res­sati a fare discorsi “di sini­stra”, “anti­ca­pi­ta­li­sti”, “rivo­lu­zio­nari”, “antim­pe­ria­li­sti”. Non da oggi è la loro stra­te­gia. Ma le idee por­tate avanti dai neo­fa­sci­sti attuali non sono che una ver­sione aggior­nata e tra­ve­stita delle idee del fasci­smo sto­rico. Alla lobby giudaico-pluto-massonica, cara alla pro­pa­ganda nazi­sta, suben­tra oggi la lobby mon­dia­li­sta. Al raz­zi­smo si sosti­tui­sce il “no all’immigrazione” e il “no
al mul­ti­cul­tu­ra­li­smo”. E tut­ta­via il neo­fa­sci­smo con­ti­nua a negare lo ster­mi­nio nazi­sta, a esal­tare il regime fasci­sta, a pra­ti­care lo squa­dri­smo “patriot­tico” con­tro immi­grati, com­pa­gni, gay e lesbiche.»

L’unico modo con cui que­sti porci hanno potuto pren­dere sale di quar­tiere o piazze è stato gra­zie alla sorda e viscida com­pli­cità del Comune di Bolo­gna e in par­ti­co­lare dell’amministrazione filo-fascista del Quar­tiere S. Ste­fano. Il pro­blema, quindi, non sono la decina di fasci­stelli in sé — la cui inci­denza sul piano poli­tico è pari a quella di una cara­mella — ma l’assoluta con­ni­venza dell’amministrazione e delle forze dell’ordine che li difen­dono e con­ce­dono loro agi­bi­lità poli­tica. Li abbiamo visti in piazza Gal­vani e alla Sala dell’Agelo, pro­tetti da cor­doni di poli­zia e blin­dati, per citare i fatti più recenti, ma anche l’anno scorso ci sono stati epi­sodi simili in via Guer­razzi e al Baraccano.

Quello che si è mosso, però, in tutte que­ste occa­sioni è stato di gran lunga più impor­tante sul piano poli­tico e sociale di que­sta città: ogni volta che i fasci­sti hanno pro­vato a farsi vedere, pro­tetti da poli­zia e Comune la rispo­sta popo­lare anti­fa­sci­sta è stata tra­sver­sale e di massa. Bolo­gna ha riba­dito che l’azione diretta anti­fa­sci­sta è l’unica rispo­sta ade­guata a chi pro­muove idee di odio, vio­lenza e sopraffazione.

Non lo nascon­diamo, per noi è una que­stione di metodo: ogni qual volta la cana­glia fasci­sta ha ten­tato di uscire allo sco­perto, la costru­zione di per­corsi oriz­zon­tali, inclu­sivi e tra­sver­sali è stata la chiave per mobi­li­ta­zioni
anti­fa­sci­ste par­te­ci­pate e popo­lari. Il coor­di­na­mento tra tutte le forze anti­fa­sci­ste, pur nelle loro dif­fe­renze, atti­va­mente voluto e costruito con impe­gno, può costi­tuire quella base su cui edi­fi­care un discorso non solo di rispo­sta “emer­gen­ziale” alla minac­cia fasci­sta bensì un discorso sul piano cul­tu­rale, sociale e poli­tico che metta al cen­tro i valori dell’antirazzismo e dell’antifascismo per una società aperta, plu­rale, meticcia.

In un momento in cui la crisi col­pi­sce dura­mente le classi popo­lari e in est-europa il nazio­na­li­smo auto­ri­ta­rio sem­bra pren­dere il soprav­vento come nel caso unghe­rese, in un momento in cui gli anti­fa­sci­sti ven­gono uccisi — come il gio­va­nis­simo com­pa­gno anar­chico russo Nikita Kalin — o arre­stati — come a Nizhny Nov­go­rod — un per­corso oriz­zon­tale di anti­fa­sci­smo appare quan­to­mai necessario.

La costi­tu­zione di una rete o coor­di­na­mento anti­fa­sci­sta, in que­sto momento, oltre che auspi­ca­bile, è pos­si­bile, rac­co­gliendo quanto di buono è stato fatto in ter­mini di per­corso comune e con­di­viso nell’ultimo anno: le realtà anta­go­ni­ste, le asso­cia­zioni, la cosid­detta “società civile”, le indi­vi­dua­lità che hanno par­te­ci­pato alle mobi­li­ta­zioni dei mesi scorsi, ma anche tutte quelle che par­tendo da una base comune vi parteciperanno.

Come anar­chi­che e anar­chici, non pos­siamo che riba­dire il nostro impe­gno per un’azione diretta anti­fa­sci­sta, autor­ga­niz­zata e oriz­zon­tale, con­tro tutti i
fasci­smi, con­tro tutti gli auto­ri­ta­ri­smi, per un mondo di libere ed eguali.

I commenti non sono attivi per questo post