Oggi 31 gennaio, in seguito agli sgomberi verificatisi questa mattina all’alba dei due spazi occupati Fanon e Z.E.R.0(81) in piazzetta Banchi Nuovi, gli studenti si sono riunti in assemblea dalle ore 15 per poi partire in corteo spontaneo per il centro storico. Scontri si sono verificati al termine del corteo in piazza S. Giovanni Maggiore, dove ha sede “L’Orientale” di Napoli.
Ascolta le interviste di questa mattina:
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Gravissima la procedura degli sgomberi di questa mattina, che hanno visto la celere entrare in assetto antisommsossa all’interno di Palazzo Giusso, sede dell’Universtà “l’Orientale” di Napoli. Molto variegata l’assemblea che ne è seguita, che ha visto la partecipazione di studenti di ogni facoltà e di abitanti del quartiere, esprimendo forte indignazione per quanto accaduto. Una delegazione degli studenti della Federico II è anche andata a chiedere al Rettore Marrelli una presa di posizione politica, mentre molti cittadini sono accorsi nelle strade in solidarietà agli studenti. I due spazi occupati hanno infatti negli ultimi giorni aperto le porte alla città con iniziative culturali e sociali che hanno visto il quartiere concentrarsi attorno ad essi come punto di riferimento e di aggregazione. L’assemblea si è dunque trasformata in corteo spontaneo e ha marciato per le strade del centro storico urlando forte la parola d’ordine “fuori la polizia dalle università”. A conclusione del corteo le forze dell’ordine hanno disperso i manifestanti con una violenta carica e lanci di lacrimogeni ad altezza uomo. Sgomento tra i vicoli della zona universitaria Napoli, rimasti finora indenni dall’ondata di repressione e violenza cui abbiamo assistito negli ultimi mesi. Le forze dell’ordine hanno infine lasciato largo Giusso, ma restano, ad ora, camionette e uomini armati in alcuni angoli strategici della città, i due spazi murati a delimitarne l’accesso. Tutto torna come prima, ma la resistenza non si arresta!
In un Paese in cui vengono approvate leggi e riforme anticostituzionali in maniera antidemocratica, in cui dal basso avanzano sempre più forti voci di contrasto, in una Italia in crisi, il potere non manca di mostrare il suo pugno duro proprio mentre vacilla, inscenando momenti di violenta repressione contro chi lotta per mettere al centro del dibattito pubblico i propri diritti.
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