Bergamo – Revoca della cittadinanza a Mussolini e solidarietà con i e le migranti: questi sono stati i due punti centrali della manifestazione del 25 Aprile a Bergamo. Il corteo, molto partecipato, ha sfilato come da tradizione nelle vie del centro, dalla stazione a Porta Nuova, per poi dividersi in due spezzoni: quello ufficiale, alla presenza delle autorità cittadine, si è riunito in Piazza Vittorio Veneto, mentre i movimenti sociali e studenteschi si sono diretti in piazza Santo Spirito fino alla lapide per Ferruccio dell’Orto.
Centinaia di persone hanno ricordato dunque la Liberazione, declinandola però nelle lotte attuali: diversi gli interventi al megafono in solidarietà con i migranti e in protesta contro le politiche migratorie dell’Unione Europea, che sono stati ribadite dal taglio di un confine in miniatura, creato con del filo spinato posto in mezzo alla strada, e dalla scritta “Le vostre guerre, i nostri morti”, sull’asfalto davanti alla sede della provincia di Bergamo.
Non si è persa l’occasione, poi, per ribadire l’importanza delle 1500 firme raccolte per la revoca della cittadinanza onoraria a Benito Mussolini: durante la manifestazione ufficiale, alla presenza del sindaco Giorgio Gori, sono state portate le sagome di Mussolini, Locatelli e Sora e sono stati gettati sul palco i documenti con le firme.
Il corteo ha fatto poi tappa alla sede dell’Isrec, oggetto nelle ultime settimane di proteste e critiche da parte dei neofascisti cittadini; i collettivi di studenti e studentesse antifascisti hanno portato la loro solidarietà, ribadendo l’esigenza di un maggiore intervento dell’istituto nelle scuole.
In conclusione, si è rispettata la tradizione dell’intervento della Cocca, partigiana bergamasca che ha ricordato l’attualità dell’antifascismo nella sua declinazione anticapitalista; dure condanne al megafono anche per l’imperialismo di Renzi e del PD, che con la loro politica (estera e non solo) stanno sfruttando persone e territori. Infine, l’intervento di Angelo Bendotti, ex presidente dell’Isrec, ha ribadito la necessità di andare oltre la retorica del 25 aprile, che l’ha svuotato di ogni senso, per continuare a lottare contro i fascismi moderni.
(foto di Neftali Basoalto)