Sblocca Italia e inceneritore: un mix “letale” per Calusco d’Adda

Calusco d’Adda – L’appuntamento è fissato per sabato 4 febbraio presso gli uffici del sindaco di Solza. I comitati di residenti consegneranno la raccolta firme per richiedere, direttamente alle istituzioni locali, un’analisi epidemiologica che accerti lo stato di salute dei residenti vicini al forno dell’Italcementi di Calusco.

Non è la prima iniziativa dei comitati e in passato conferenze sulla salute pubblica e interventi hanno raccolto migliaia di adesioni. Fin’ora inascoltati La nostra Aria e Rete rifiuti zero hanno deciso di aumentare la pressione sugli enti locali. “Abbiamo costantemente cercato una interlocuzione con gli enti interessatiCi duole quindi constatare che le Istituzioni hanno scelto, per ora, di non comunicare con i Cittadini” spiegano i comitati.

Tutto parte dallo Sblocca Italia e dallo stabilimento produttivo di Italcementi. La produzione di cemento necessita la cottura, il forno per la produzione di Italcementi sino ad ora ha bruciato 30,000 tonnellate di rifiuti. Ma con l’articolo 35 dello Sblocca Italia i limiti vengono portati a 110,000 tonnellate, cosa che porterebbe l’impianto di Calusco a essere utilizzato come vero e proprio inceneritore di rifiuti senza però adattare l’impianto ai limiti validi per gli inceneritori stessi.

Questo specifico tipo di inquinamento è composto da polveri sottili, diossine e metalli pesanti. Le analisi sin qui condotte non convicono però i cittadini delle zone interessate. Viene contestato il metodo di ricerca utilizzato da Italcementi e dalle amministrazioni pubbliche. Ecco perché si è cominciato a raccogliere le firme: per chiedere un’analisi epidemiologica autonoma e referenziata alle zone limitrofe di Calusco d’Adda.

I rischi per la salute pubblica in una zona della Bergamasca e del Monzese, già così fortemente interessata da impianti di incenerimento rifiuti, sarebbero devastanti. Qui infatti sono già attivi quattro impianti di smaltimento rifiuti. E grazie allo Sblocca Italia e al governo Renzi l ‘impianto di Calusco diventerebbe il quinto.

Tutto questo avviene mentre la Pianura Padana viene dichiarata la zona più inquinata d’Europa  e l’emergenza polveri sottili (come ogni inizio anno, in assenza di piogge) dilaga in città e in provincia. “Non sarà tutta l’indifferenza che c’è attorno a noi che ci farà perdere la voglia di stare in campo tenendo alti gli interessi dei cittadini.  Ed è per questo che porteremo avanti la nostra battaglia” concludono i comitati, inviatando tutti gli interessati sabato 4 febbraio a Calusco d’Adda, per la consegna delle firme raccolte.

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