La discarica in testa

Almenno San Salvatore – Riempire un milione e 650 mila metri cubi di rifiuti speciali con una media di 60 camion al giorno per circa dieci anni. Un discarica velenosa progettata nell’ex-cava di Strozza, una discarica folle sopra la testa dei cittadini: una discarica a cui la gente della Valle Imagna si oppone.

Il progetto presentato dalla “Quarzifera Bergamo” consisterebbe in un riutilizzo della cava del monte Castra a Strozza come discarica per rifiuti speciali.

Le prime obiezioni riguardano la posizione stessa della cava: scavata a monte e a ridosso del centro abitato di fatto incombe sul paese. Ciò significherebbe costruirsi un immondezzaio giusto sopra le proprie case.

Chi di dovere si poi è affrettato ad assicurare che si tratta di rifiuti speciali ma non tossici. Tuttavia rimangono serie perplessità sui codici delle sostanze che verranno seppellite, avverte Mauro Orlandini, esponente del comitato “No Discarica” della Valle Imagna.

Vi è inoltre una realtà morfologica instabile, facile a smottamenti, come dimostrato dalla recente frana di Berbenno e dalla drammatica frana di Capizzone dieci anni fa.

La contrarietà dei cittadini era già scesa in piazza il 6 ottobre scorso, in 2000 avevano detto no alla discarica. Poi vi è stata la raccolta di 8000 firme, ora l’assemblea. La salute, l’ambiente non sono beni commerciabili. Tuttavia la risposta delle istituzioni sembra attardarsi. L’iter burocratico dell’opera procede, mentre i due Comuni che saranno più coinvolti, Almenno San Salvatore e Strozza, neppure riconoscono la validità il Comitato.

L’emergenza ecologica sta divenendo un problema centrale nella provincia bergamasca, basti pensare alla discarica di amianto ipotizzata sia nell’ex cava di calce a Sedrina, poi momentaneamente accantonata, o nell’ex cava Vailata a Treviglio, dove è invece in corso un’istruttoria per autorizzare il progetto. Di fronte a questa emergenza quindi tutti si devono sentire coinvolti, non solamente singoli paesi o comunità.

 

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