Bergamo– Che la Lombardia fosse una delle regioni più inquinate d’Europa non è una novità: il Washington Post ha pubblicato uno studio dell’International institute for applied system analysis, che afferma che nel 2020 Milano sarà una delle città più inquinate d’Europa. In mancanza di misure per ridurre la percentuale di Pm10 – le polveri sottili prodotte in gran parte dagli scarichi dei veicoli e dagli impianti di riscaldamento – nell’aria, il capoluogo lombardo potrebbe raggiungere facilmente il triste primato. Un record che già ha raggiunto Brescia, diventando a tutti gli effetti la città più inquinata del continente nel 2013.
In Italia si muore di più e prima del tempo, rispetto agli altri Paesi dell’Unione europea, a causa dell’inquinamento dell’aria nelle città. L’area più colpita nel nostro Paese dal problema delle micropolveri è la Pianura Padana. Possibile che Bergamo sia immune da questa situazione?
Secondo i dati dell’Agenzia europea per l’ambiente, nel 2013 Bergamo ha sfiorato la soglia relativa alle micropolveri (25 microgrammi per metro cubo d’aria) fermandosi a 23,2 microgrammi. Situazione simile per quanto riguarda il biossido di azoto: 40 il limite, 37.3. Male invece per l’ozono – 164,4 microgrammi per metro cubo di media contro i 120 obiettivo dell’Ue – e per le polveri sottili: 66,7 contro il target di 50.
Dall’inizio del 2016 la nostra città ha superato il limite di Pm10 nell’aria per ben 27 giorni: il massimo consentito all’anno è di 35. Nel 2015 furono 80 i giorni di superamento. Ma questo è uno spettacolo già visto: secondo l’analisi “Pm10, ti tengo d’occhio” condotta annualmente da Legambiente, Bergamo dal 2009 al 2015 ha sempre sforato il tetto massimo e ci sono ottime probabilità che lo faccia anche quest’anno. Anzi potremmo dire che siamo “in crescita”: nel 2014 erano stati 56 i giorni di superamento, l’anno successivo sono diventati 80.
In poche parole l’aria bergamasca è sempre più inquinata. Tra Bergamo e provincia le centraline Arpa che misurano la quantità di inquinanti che respiriamo sono in tutto 16, per un’area che misura circa 2.723 km². Poche se si pensa all’estensione della provincia bergamasca. Per questo è nato U.S.M.A. (Unità di Sensori per il Monitoraggio Ambientale): un progetto per la creazione collaborativa di unità di sensori portatili per misurare l’inquinamento in modo collettivo.
Tutti potranno costruire, montare e avviare il proprio sensore da casa. Sarà sufficiente comprare i pezzi e assemblarli. Il cuore del kit è “arduino” un cip che raccoglie i dati, li elabora e li trasmette a un server: così verrà creata una mappatura del territorio in cui sono state fatte le misurazioni. Infine, un’app per smarphone consente di visualizzare i valori misurati e di attivare la stessa misurazione.
Hardware e software in open source, il prototipo è costato agli ideatori meno di sessanta euro: “L’idea è quella di trovare la soluzione più economica possibile e che si possa diffondere con più facilità, in modo da arrivare a misurare la qualità dell’ambiente in maniera collettiva” ci spiegano da Usma Project.
Peccato che le polveri più micidiali per la salute non vengono monitorate (PM2,5, PM1, PM0,1 e nanopolveri) e tra l’altro proprio i filtri antiparticolato delle moderne auto diesel contribuiscono a creare in maniera maggiore proprio queste.
“Lo studio evidenzia altresì la quasi completa inefficacia dei comuni metodi di determinazione gravimetrica delle “polveri” (PM10) per la determinazione dell’effettiva quantità delle polveri ultrafini (< 0.1 µm) e nanopolveri (<0.05 µm).
Queste controversie nel 2011 hanno indotto il Codacons a portare in tribunale la regione Lombardia per due delibere che favorirebbero l'uso dei diesel con filtro antiparticolato, questo perché tali dispositivi porterebbero ad un incremento dei PM2,5; successivamente vennero trasmessi servizi televisivi delle Iene e di Report dove vennero sollevati i dubbi riguardo alla sua reale efficacia, la potenziale pericolosità, e anche le lacune legislative."
"PM2,5 – particolato fine con diametro inferiore a 2,5 µm (un quarto di centesimo di millimetro), è una polvere toracica, cioè in grado di penetrare profondamente nei polmoni, specie durante la respirazione dalla bocca.
Per dimensioni ancora inferiori (particolato ultrafine, UFP o UP) si parla di polvere respirabile, cioè in grado di penetrare profondamente nei polmoni fino agli alveoli"
Fonti:
https://it.wikipedia.org/wiki/Particolato#Identificazione_e_misura_quantitativa
https://it.wikipedia.org/wiki/Filtro_antiparticolato#Le_controversie