Buone ragioni per rifiutare un lavoro

Bergamo – Alessia ha 32 anni, vive a Bergamo ed è una delle ragazze selezionate da Manpower per lavorare nei padiglioni di EXPO. Alessia si è rifiutata di firmare il contratto. L’abbiamo incontrata per capire quale sono state le ragioni della sua scelta.

Cosa ti ha spinto a candidarti per lavorare in EXPO?

Ho lavorato per parecchi anni all’estero come organizzatrice di eventi con ruoli di responsabilità. Ho svolto la mia professione in alcuni paesi dell’Europa del nord, ma ho deciso di tornare a Bergamo per ragioni personali. Da quando sono tornata sto facendo un’ enorme fatica a incontrare proposte di lavoro dignitose. Expo mi è parsa una buona occasione per valorizzare le mie competenze organizzative, relazionali e linguistiche.

Come si è svolta la selezione?

A gennaio ho sostenuto un test on line, che ho superato, a febbraio mi è stato fissato l’appuntamento per la selezione presso una sede dell’agenzia Manpower. Ho avuto l’impressione di aver sostenuto le prove in maniera brillante. Me ne sono andata dopo che mi è stato detto che si sarebbero fatti sentire presto. Nulla di chiaro mi è stato detto rispetto a mansioni e soprattutto alla retribuzione prevista per il lavoro.

Poi cosa è successo?

Da febbraio nessuno mi ha più contattato e, sapendo che il lavoro sarebbe dovuto iniziare il primo di aprile, ci ho messo una pietra sopra. Ho pensato di avere avuto una percezione del colloquio scorretta e ho dato per scontato che la mia figura fosse stata scartata. Alla fine di marzo invece son rimasta stupita, perché l’agenzia mi ha ricontattata dicendomi che ero stata scelta e che martedì sarei potuta passare per firmare il contratto, dalla settimana seguente avrei cominciato a lavorare.

Una buona notizia?

Sì, per certi versi sì. Se non fosse che nel frattempo io ho trovato altri due lavori part-time, entrambi precari e con delle prospettive incerte. Ho quindi preso in considerazione pro e contro della proposta di Manpower: lavorare in EXPO avrebbe significato per sei mesi fare la spola su Milano, con degli alti costi di trasporto, lavorando tutti i sabati e le domeniche per sei mesi e senza mai poter usufruire di nemmeno un giorno di ferie. Ho calcolato che dai 1500 euro lordi, tolte le spese  che avrei dovuto sostenere, mi sarebbero rimasti circa 900 euro, perdendo molto tempo negli spostamenti e sapendo che dopo sei mesi l’esperienza sarebbe finita senza alcuna possibilità di prosecuzione.

Invece i due lavori che stai facendo potrebbero proseguire?

In realtà non ho alcun tipo di garanzia, ma con Expo ho l’assoluta certezza che a ottobre sarebbe finito tutto. La precarietà in passato l’ho sopportata senza pormi particolari problemi, oggi inizia a pesarmi un po’. Anche la mia vita personale ne avrebbe risentito se avessi accettato questo lavoro: ho una relazione con una persona che vedo praticamente solo nei fine settimana, vederci lavorando in Expo sarebbe diventata un’impresa impossibile. Non mi sembra sensato rinunciare a tutto per un misero stipendio e condizioni di lavoro svantaggiose.

Cosa hai capito del ruolo che avresti dovuto assumere?

Per ogni padiglione sarebbero stati assunti tre responsabili, di cui io sarei stata una. Il lavoro sarebbe stato organizzato a turni, perché si sarebbero dovute coprire le 24 ore. Se consideriamo che la nostra posizione era una di quelle dove la retribuzione è più alta immaginatevi a che condizioni sono stati assunti gli altri lavoratori e lavoratrici. Senza contare che EXPO sta facendo un grande uso di volontari non retribuiti. Questa è un’altra delle ragioni che mi ha spinto a rifiutare (come il 46% dei candidati selezionati) l’assunzione: io sono abituata a lavorare con professionalità, collaborare con persone mal pagate, o addirittura non pagate, significa inevitabilmente svolgere molto male i propri compiti. Che garanzie ci possono essere che il personale mal retribuito rimanga a collaborare? Perché dovrei sprecare tempo con persone che rischiano di andarsene da un giorno all’altro? Come posso io, con un ruolo di responsabilità, pretendere che qualcuno svolga al meglio il proprio compito, se non prende nemmeno un euro per ciò che fa?

 

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3 Responses

  1. mario pellerey
    mario pellerey at |

    Non ci sono aggettivi, 20 anni di cav di hardcore ora il boyscout ambidestro………..penso al clima del ’13 dopo la vittoria del M5s, si respirava un aria cime nel ’47, io c’ero sono quasi 80, la gente fuori da montecitorio che fischiava, la senatrice Ikea che sdegnosa chiedeva….cosa vuole questa gente? l’assalto alla polverini al ristorante e a quello di franceshini, e non ultimo l’emissario dei servizi segreti che sparò al “s….o” cercando di far passare la colpa a noi che secondo la sbirreria incitavamo il popolo alla rivolta….che per un pelo non è scoppiata…quando Beppe ha seguito i consigli della infausta digos…..ora ci siamo calmati, troppo, e dibba si è autoproclamato difensore degli sbirri alla salvini e belpietro way…….no pasaran…………

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  2. alessandro
    alessandro at |

    Cara alessia, mi dispiace che tu nn abbia trovato il lavoro della tua vita, ma sentirti disprezzare cosi un opportunità lavorativa (ke farebbe molto comodo a tss altra gente), m da proprio fastidio… Io sono laureato in architettura, so 3 lingue perfettamente e più o meno é da un anno e mezzo che cerco da lavorare, ma trovo solo lavori settimanali o giornalieri. Io se m va bene guadagno sui 500 al mese esclusi i trasporti e il pranzo… Capisci perché m sento offeso quando dici che t hanno proposto “solo” 1500 lordi per 6 mesi? Siamo tutti nella stessa barca e t capisco quando dici che vuoi d più, ma per favore nn lamentarti perché c’è molta gente che sta molto peggio d te, e m fa ridere che tu abbia rinunciato perché la paga nn era adeguata e xkè t hanno proposto il lavoro solo per 6 mesi… Scusami ma nn ho saputo resistere a risponderti perché vedo la mia situazione e quella d molti miei amici che avrebbero ringraziato per quel lavoro…

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  3. Rabi
    Rabi at |

    Caro Alessandro,
    Sono d’accordo con il ragionamento di Alessia, e mi sento di lasciare la seguente riflessioni: noi non dobbiamo prendersela con chi si lamenta perché ha trovato un lavoro nelle condizioni espresse da Alessia, dobbiamo invece sostenerlo, incoraggiarlo, darci e farci forza tutti insieme contro chi vuole speculare sulla nostra condizione di precarizzazione. Trovo umiliante che un ragazzo debba far fatica a raccogliere miseri 500€ al mese quanto è misero e strafottente le proposte di manpower e compagni. Dobbiamo dire tutti no a questo sistema di sfruttamento in cui versiamo da anni, stare molto attenti a non metterci, noi quelli precarizzati e flessibilizzati, (rifiuto i termini propostoci dalle classi alte: precario e flessibile, perché non ho mai scelto di essere tale, bensì le condizioni oggettive che mi spingono in quelle condizioni, per cui non mi considero precario ma precarizzato. La scelta dei termini non è un’operazione neutrale) i bastoni tra le ruote, ma mettere la mano nella mano contro il loro gioco losco, e dire con fermezza no alla miseria, no all’ipocrisia, no allo schiavismo. Perché in fondo in fondo i milioni di euro per iniettarli alle banche, per comprare altri F35 o per pagare l’amministratore delegato di turno ci sono, mentre milioni di lavoratori sputano sangue per una bustarella sempre più magra, e giovani laureati costretti a vivere attraverso un’umiliazione e l’altra.

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