Bergamo – Dopo 5 giorni di sciopero su vari turni, che ha rallentato e bloccato le merci presso lo scalo di Orio al Serio, la Dhl e la Prefettura hanno contattato i lavoratori e le lavoratrici in agitazione per concordare un incontro. Giovedì 9 dicembre si è svolto uno sciopero che ha portato lavoratori e lavoratrici Dhl a manifestare nel cuore della città di Bergamo, organizzando presidi itineranti fuori dalla Cgil, dalla Prefettura e dalla sede dell’Eco di Bergamo. La vicenda dei lavoratori Dhl è iniziata quando i sindacati confederali hanno firmato un accordo che prevede il taglio delle ore per i lavoratori, con conseguente decurtamento dello stipendio, in previsione dello smantellamento dell’hub di Orio al Serio al fine di delocalizzare negli altri siti della compagnia a Malpensa e a Montichiari, in provincia di Brescia.
Il taglio delle ore per molti dipendenti vuol dire un taglio di salario del 50%, così come non mettere a disposizione un pullman per portare i lavoratori da Orio a Montichiari significherebbe una spesa mensile di circa 450/500 euro per il viaggio con l’auto personale. Questo accordo penalizza notevolmente tutti e tutte coloro che lavorano presso l’hub bergamasco, che ha garantito numerosi profitti nel corso degli anni alla multinazionale tedesca. C’è stato un primo incontro tra i delegati dell’Adl Cobas e i dirigenti, ai quali sono state avanzate una serie di proposte al fine di tutelare tutti i lavoratori e le lavoratrici, per garantire un impiego sicuro, tutelare i contratti part-time (che sono quelli più svantaggiati) ed evitare i licenziamenti. Gli scioperi sono stati sospesi dopo 5 giorni ma, come è stato detto dai portavoce Adl Cobas, sarebbero immediatamente ripresi qualora i vertici dell’azienda si fossero rifiutati di partecipare al tavolo di trattativa. Ciò è esattamente quanto è avvenuto: Dhl ha fatto saltare il tavolo prefettizio non presentandosi all’incontro, e i lavoratori hanno intrapreso una nuova azione eclatante fuori dai cancelli dello stabilimento. Ieri mattina, infatti, si sono incatenati ai cancelli della ditta impedendo a qualsiasi mezzo l’ingresso, e promettendo di andare avanti con gli scioperi “tutto il tempo necessario”. Continueranno in questi giorni le colazioni e le cene di protesta ai cancelli Dhl, inoltre per la giornata di oggi è previsto un incontro con gli Rsu delle altre organizzazioni sindacali presenti nello stabilimento.
Il colosso della logistica tedesco rischia di avere un Natale difficile, il periodo dell’anno in cui probabilmente ottiene i maggiori introiti. Il settore della logistica, a causa di colossi come Dhl, sta erodendo sempre di più diritti dei lavoratori e territori. In un mercato globale in cui bisogna essere sempre i più veloci, competitivi, “smart”, coloro che ne pagano le spese sono i lavoratori, costretti a turni massacranti, tutele spesso assenti, salari non adeguati. In questo caso, inoltre, vengono trattati come dei pacchi, spostati a piacimento dai vertici aziendali dove più è comodo a loro, dove più conviene al proprio capitale, senza tener conto dell’opinione dei propri dipendenti. Oltre a essere fortemente impattante per quanto riguarda i diritti del lavoro, il mondo della logistica impatta violentemente pure sui territori: la Bassa Bergamasca continua, anno dopo anno, a veder scomparire ettari di terreno agricolo, sacrificati per la costruzione di capannoni.
La lotta dei lavoratori e delle lavoratrici Dhl andrà avanti, nei prossimi giorni continueranno le azioni dimostrative e le agitazioni, per ricordare a tutti e tutte come i diritti sul posto di lavoro siano una conquista che va difesa giorno dopo giorno, per ricordare come l’unione e la determinazione possono portare a conquistare gli obiettivi per cui si sta lottando, per ricordare che il diritto a un lavoro degno e una vita dignitosa vengono prima del profitto.