Bergamo – E’ un fulmine a ciel sereno la notizia dei licenziamenti per le lavoratrici e per i lavoratori del teatro Donizetti. Il 28 aprile arriva a ognuno una mail della Cooperativa Servizi Teatrali di Casalpusterlengo che comunica il licenziamento: dal 30 aprile il rapporto di lavoro è finito per cessata attività; due giorni di tempo per mettere a fuoco l’idea che questa mail non è uno scherzo, lo sgomento, la rabbia, la sensazione di essere stati presi in giro, l’incredulità di fronte a una situazione che cambia il destino di tutto il personale, senza che nessuno si sia preso la briga di informare proprio chi avrebbe pagato il prezzo più caro di queste scelte.
Tra i lavoratori c’è la sensazione che l’assessorato fosse a conoscenza del problema: si parla di una raccomandata di gennaio che comunicava il blocco dei conti della Cooperativa Servizi teatrali, che a ottobre si era aggiudicata l’appalto con un ribasso di ben il 18%: è questo il famigerato sistema degli appalti a ribasso che rischia di pesare sulle spalle dei lavoratori.
La prova che la Giunta sapesse già qualcosa è evidente dalle dichiarazioni dell’assessora Nadia Ghisalberti, che il Primo Maggio si affretta a dichiarare sul profilo Facebook che “l’amministrazione in tempi brevissimi ha già trovato una nuova cooperativa che subentrerà alla precedente nell’appalto garantendo tutti i posti”.
Parole importanti, un impegno assunto che fa intravedere un filo di speranza tra i lavoratori del Teatro Donizetti, fiore all’occhiello dell’attività culturale in città. Resta da capire chi pagherà le due mensilità di marzo e aprile, per le quali il personale non ha ricevuto nulla. Del resto, le parole di solidarietà nei confronti delle maestranze del teatro non sono mancate. Il Direttore del teatro Massimo Boffelli, il 27 aprile (la sera precedente alla inaugurazione della stagione pianistica), ringraziava i lavoratori per la pazienza e la disponibilità, dichiarando di aver trovato una soluzione per il mese di maggio, quando ancora il personale ignorava i licenziamenti comunicati il giorno seguente.
E i lavoratori sono stati talmente pazienti da garantire l’inaugurazione del 28 aprile indossando un cartellino che indicava come “GRATUITO” il servizio svolto. Infine, la decisione di partecipare al corteo del Primo Maggio rendendo pubblica la propria situazione e chiedendo che i soggetti istituzionali se ne facciano carico.
Ma se davvero si trovasse una soluzione dignitosa per chi è rimasto senza lavoro da un giorno all’altro, il rischio sarebbe che il servizio verrebbe garantito solo fino al mese di ottobre con la scadenza del Bando comunale: ma cosa succederà dopo? E’ prevista infatti la ristrutturazione del teatro, che riaprirà i battenti nell’estate del 2019, sebbene la programmazione continuerà in altri luoghi, e il timore di una riduzione del personale è quindi concreto.
Parliamo di lavoratori e lavoratrici che, nonostante gli incessanti cambi di appalto, da anni garantiscono il funzionamento del teatro: un lavoro precario, con una paga ai minimi della sussistenza (le maschere percepiscono poco più di 4 euro netti all’ora), ma che per molti è l’unica fonte di reddito ormai da anni. Già da domani il teatro riprende le proprie attività; nel frattempo sono stati avviati dei colloqui individuali con Doc Servizi, il soggetto individuato dall’Amministrazione per subentrare nella gestione del personale della biglietteria, di sala e del palcoscenico. Dalle prime indiscrezioni pare che la Doc Servizi garantirebbe il lavoro soltanto fino al 24 giugno.