Bergamo – Ieri pomeriggio, davanti al comune, si è tenuta una fiaccolata in ricordo di Simone, il ragazzo suicidatosi lo scorso sabato a Roma, e di tutte le persone vittime di discriminazioni legate al proprio orientamento sessuale.
Numerosi i partecipanti in piazza Matteotti, a ricordare tutti coloro che sono bersagli di una cultura che in Italia, direttamente o indirettamente, continua ancora oggi a emarginare. Prima del minuto di silenzio, ci sono stati diversi interventi terminati con la frase lasciata da Simone: “l’Italia è un paese libero ma esiste l’omofobia e chi ha questi atteggiamenti deve fare i conti con la propria coscienza”.
Un muro anche istituzionale, come testimoniano le polemiche per il disegno di legge approvato alla camera. Infatti, pur introducendo il reato di discriminazione e istigazione all’odio e alla violenza omofobica e in particolare l’aggravante di omofobia nella legge Mancino del 1993, il DDL risulta essere insoddisfacente, anzi, ancora più lesivo.
Infatti, non costituiscono discriminazione la libera espressione di convincimenti o opinioni riconducibili al pluralismo delle idee da parte di organizzazioni politiche, sindacali, culturali, religiose. Tradotto: le discriminazioni possano essere imputate solo a singoli individui e non alle organizzazioni, “lasciando” un pericoloso spiraglio ad organizzazioni ultra-cattoliche e di estrema destra.