Bergamo – A cinque giorni dal 25 aprile il consiglio comunale di Bergamo si riunisce, ma nei punti da discutere all’ordine del giorno manca qualcosa. Non riguarda il bilancio (anche se sul tema c’è stata una grossa polemica in passato), ma un’altra questione che ha catalizzato negli scorsi mesi il dibattito in città: ancora oggi infatti una parte della città non si arrende all’omertà che è scesa sulla revoca della cittadinanza onoraria a Benito Mussolini.
Così alcuni attivisti della rete antifascista Aldo dice 26X1 hanno interrotto la seduta del consiglio, distribuendo un comunicato perché il comune prenda una posizione netta sull’argomento, visto che la revoca è stata sottoscritta da 1500 persone e proprio su questo tema il PD cittadino si è diviso in due fronti distinti.
“La questione aveva creato una rottura all’interno della stessa maggioranza: il vicesindaco ha firmato, il sindaco ha preteso invece di esprimere un parere direttamente dalle pagine de L’Eco di Bergamo mettendo in luce un modo di fare non disposto al dialogo e chiuso rispetto alle istanze dei cittadini” ricorda la rete nel comunicato distribuito durante l’azione.
Gli attivisti hanno anche lasciato sulle sedie del pubblico alcune sagome raffiguranti non solo Mussolini, ma anche due personaggi di spicco della città in epoca fascista: Antonio Locatelli e Gennaro Sora. Locatelli, aviatore dell’esercito fascista, decorato con medaglia d’oro al valore, è stato podestà di Bergamo alla fine del 1933. Nelle sue lettere si possono leggere i racconti dei numerosi crimini compiuti contro la popolazione africana in periodo coloniale: nessun rimorso in quelle parole, solo fierezza. Gli stessi sentimenti che si possono leggere nella vicenda, politica e personale, di Gennaro Sora: nell’aprile del 1939, durante le operazioni di repressione della guerriglia abissina, fu responsabile del brutale massacro di Gaia Zeret, durante il quale vennero impiegate armi chimiche contro la popolazione.
Bergamo dovrebbe semplicemente fare quello che altre città hanno già fatto con facilità negli anni scorsi: la cittadinanza onoraria è stata revocata a Mussolini a Firenze nel 2009, a Torino nel 2014 (con soli 5 consiglieri astenuti e 3 contrari), a Rivoli (Torino) nel 2015 il consiglio comunale all’unanimità ha votato la revoca.
“Revocare un’onorificenza a uno dei peggiori dittatori della storia dovrebbe essere un passaggio immediato e automatico. Dare una risposta ai cittadini che in teoria si è chiamati a rappresentare è un dovere civico. A Bergamo non è così: il fascismo è evidentemente un argomento ancora troppo delicato” scrivono gli attivisti nel comunicato; per queste ragioni invitano tutta la cittadinanza alla grande manifestazione prevista per il 25 aprile.