Bergamo – É notizia di questi giorni l’ennesimo colpo di scena riguardante il famigerato parcheggio della Fara: dopo che la ditta Collini abbandonò l’impresa nel 2019 – a causa di milioni di euro che avrebbero dovuto essere investiti per “bloccare” l’avanzamento della collina, ma che Bergamo parcheggi decise di non stanziare – subentrò un’azienda di costruzioni romagnola, il Consorzio artigiani romagnoli di Rimini, la quale però ha comunicato nei giorni scorsi a Bergamo Parcheggi (azienda partecipata dal comune di Bergamo, ma in maggior parte di proprietà della multinazionale Parcheggi Italia) che rinuncerà ai lavori; si passerà così all’assegnazione dei lavori alla terza ditta della gara d’appalto, la Iozzino costruzioni generali di Agri, in provincia di Salerno.
Bergamo Parcheggi ha ufficialmente affidato i lavori di ultimazione del parcheggio alla ditta campana, per un valore netto di 6 milioni e 40 mila euro. I motivi che hanno spinto il Consorzio artigiani romagnoli alla rinuncia dell’appalto non son noti, parlano soltanto di rinuncia all’appalto per “cause di forza maggiore”.
Come già abbiamo riportato numerose volte nei nostri articoli, questo è solo l’ultimo dei numerosi problemi che si son susseguiti nel corso degli anni riguardanti il parcheggio. Appena prima dell’inizio della pandemia già altri problemi affollavano gli uffici del comune e quelli di Bergamo parcheggi: la V.I.A., valutazione di impatto ambientale non esiste ancora ad oggi, anche se ritenuta inderogabile dalla Regione già dal 2018 ma la cui applicazione si è scelto di ritenere non necessaria; prevista per ogni opera riguardante ambiti vincolati (come siti di interesse storico e artistico) la richiesta da parte dell’Icomos (ente di consulenza del Comitato del patrimonio mondiale UNESCO) di presentare la H.i.a. (Heritage Impact Assesment) ancora non è stata esaudita, anche se -si spera- verrà presentata senza alcun tipo di omissione riguardo al parcheggio. Il vero punto critico, quello che mette a rischio la qualifica di Patrimonio Unesco, è la richiesta reiterata da parte di Icomos, già del Dicembre 2019, e con urgenza da allora, di un piano del traffico che giustifichi il parcheggio ai fini della riduzione del traffico e della limitazione della possibilità di parcheggio per i non residenti in Città Alta. Il richiamo del Comitato del patrimonio mondiale che è arrivato a luglio è ultimativo e riguarda questa attività, visto che il Comune di Bergamo non ha ancora risposto. Su tutto il report UNESCO riguardanti le fortificazioni veneziane, con siti in Italia, Montenegro e Croazia, il parcheggio della Fara ha un paragrafo tutto per sé, a dimostrare quanto sia nevralgica e fondamentale per UNESCO la soluzione di questa annosa questione.
Oltre a queste vicissitudini, come non ricordare l’intervento dell’ANAC (Autorità Nazionale Anticorruzione) con una delibera che ha di fatto “consigliato” al Comune di indire una nuova gara, per sanare anche le irregolarità pregresse. La ditta terza, esclusa dopo la nuova assegnazione (Rota Nodari) ha deciso di adire alle vie legali, e ora la causa è in Consiglio di Stato. Adesso, con la nuova gara d’appalto indetta l’anno scorso, l’abbandono dei lavori da parte della seconda ditta, per l’assegnazione all’azienda campana che comunque, ad essere ottimisti, non finirà i lavori prima del 2023.
Nonostante tutta questa infinita serie di problemi, che si protraggono almeno dal 2008, anno della famosa frana, il sindaco Gori e la sua giunta sembrano più che convinti nel voler portare a termine questo mostro di cemento che nulla di buono può portare ai cittadini e alle cittadine di Bergamo. Portare il flusso di auto nel cuore del centro storico sembra davvero una scelta lontana anni luce da tutti i discorsi ecosostenibili e contro l’impatto ambientale, oltre che in contraddizione con la Dichiarazione di emergenza climatica proclamata dal Comune di Bergamo a luglio 2019. Bergamo risulta da anni una delle città più inquinate d’Europa, il particolato e le polveri sottili sono ben oltre i livelli limite, la qualità dell’aria che respiriamo è pessima e ogni anno numerosi decessi sono imputabili direttamente all’inquinamento atmosferico. Portare centinaia di auto in più in un parcheggio a 9 piani da più di 450 posti auto nel cuore del fragile centro storico della nostra città sembra veramente una scelta dettata da interessi economici più che dal buon senso.