Curno – Dopo l’altissima adesione allo sciopero del 30 maggio, i lavoratori della Brembo non demordono e da questa mattina stanno mettendo in atto picchetti per bloccare ancora la produzione presso lo stabilimento di Curno. Lo stato di agitazione, preceduto da un blocco degli straordinari, è la risposta che gli operai hanno scelto di dare ai circa 200 esuberi annunciati dall’azienda. A essere coinvolti oltre al sito produttivo di Curno si aggiunge la fonderia di Mapello.
Eppure gli utili dell’azienda sembrano andare a gonfie vele: nel 2012 hanno visto un incremento dell’81%, risultato che ha convinto il consiglio di amministrazione a aumentare il proprio compenso che è passato da 2,5milioni di euro a 3,5.
Mentre gli amministratori venivano premiati per il successo aziendale, Bombassei ha deciso di spostare in Polonia la produzione di pinze in alluminio per le Mercedes e in Repubblica Ceca quelle per le Porsche. Ecco quindi che il successo dell’azienda per i lavoratori si traduce in licenziamenti annunciati in due tranche: la prima a dicembre del 2013, la seconda entro aprile del 2014.
La scelta di delocalizzare la produzione dove la manodopera costa circa un terzo stride con le dichiarazione di Bombassei, nel frattempo eletto deputato nelle liste di scelta civica di Monti, che a novembre dichiarava: “L’Italia rimane sempre il nostro Paese di riferimento e ci piacerebbe che contasse sempre di più nei nostri business”. Certo le scelte della Brembo non sembrano andare in questa direzione.
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