3 maggio 2009
Si è tenuta presso il tendone della rete 3e32 in piazza dell’Unicef, via Strinella, il pomeriggio del 3 maggio un’assemblea aquilana ed abruzzese dedicata alle conseguenze dello spostamento del G8 da La Maddalena a L’Aquila.
L’assemblea che ha visto la partecipazione di numerose realtà attive all’Aquila, nella regione e in altre città è stata molto partecipata e ha posto le basi di un ragionamento condiviso sulle conseguenze per una città già ferita nel profondo dello svolgimento del G8.
L’Assemblea è stata anche il luogo per esprimere e confrontarci su quella che è la drammatica situazione dell’aquilano, in cui i numerosi gruppi di solidarietà sociale che lavorano dal primo giorno nelle tendopoli si sono confrontati sulle difficoltà e i disagi che le popolazioni vivono tutti i giorni e sulla scarsa agibilità legata alle misure del controllo del territorio che si stanno sempre più inasprendo, anche in vista del G8.
E’ emersa da più parti l’esclusione degli abitanti delle tendopoli e della costa dalle attività quotidiane e di ricostruzione sociale del territorio.
La mancanza e spesso la distorsione delle notizie, l’incertezza totale sul futuro delle persone e sulla ricostruzione, le difficoltà nell’entrare nei campi per diffondere notizie ed iniziative a causa della sempre maggiore militarizzazione della vita delle persone.
Si è costatato come inizialmente lo spostamento del G8 all’Aquila aveva dato l’illusione ad una parte dei cittadini di poter portare giovamento al territorio, sensazione smorzata dalle prime notizie sul Decreto Abruzzo e dalla consapevolezza di un meccanismo ingannevole e offensivo.
Si è discusso del Decreto Abruzzo presentato in questi giorni, è emersa in maniera condivisa una forte opposizione a tale decreto e l’intenzione di avviare un percorso innanzitutto cittadino, ma che coinvolga le realtà regionali e nazionali, che porti sui territori una reale informazione sulla questione, al fine di fornire agli aquilani la consapevolezza di cosa si sta decidendo sopra le loro teste.
Si è ribadita l’opposizione al G8 all’Aquila come in altri luoghi, e la sua completa inutilità.
Se lo spostamento del G8 è pensato per sostenere economicamente le popolazioni colpite dal sisma la nostra proposta è quella di annullarlo e di destinare le risorse, comunque ingenti, necessarie all’organizzazione dell’evento, interamente al territorio aquilano per una ricostruzione reale.
Se invece la decisione di Berlusconi e Bertolaso venisse confermata, ci prepariamo da oggi a mettere in campo idee, intelligenze e creatività per contrastare il G8.
Per noi il contro G8 è già iniziato.
E’ iniziato con le attività di sensibilizzazione e di mobilitazione sul territorio contro le proposte governative che a questa città si vogliono imporre.
Sappiamo infatti che il G8 è strumentale alla consacrazione delle politiche che il governo Berlusconi sta attuando sul territorio accelerando i tempi, senza permettere nessuna forma di partecipazione della cittadinanza.
Inoltre l’organizzazione del G8 porterà anche ad un sempre maggiore uso della forza militare che renderà sempre più difficile la vita e la libertà di movimento su un territorio già dichiarato in stato di emergenza. Una militarizzazione che continuerà ancora per molto tempo a governare, controllare, recintare i campi e le vite delle persone e rispetto alla quale noi proponiamo una ricostruzione del tessuto sociale.
Come aquilani, anche in una situazione difficile come questa, ci sentiamo indignati per la mancata considerazione che si ha per le nostre intelligenze e del nostro spirito critico.
Riteniamo fondamentale una forma di rispetto che non porti a manifestazioni, seppur tutte legittime, su questo territorio, che potrebbero tra l’altro mettere a rischio il lavoro di chi già da settimane, dal basso, offre solidarietà e si interessa della ricostruzione fisica e sociale del territorio.
La sfida che proponiamo alle realtà nazionali interessate è quella di avviare un percorso di avvicinamento al g8 che sia fatto di momenti di confronto per mettere in comune idee, proposte e pratiche per la ricostruzione sopratutto sociale dell’aquilano in contrapposizione all’imposizione governativa.
Contrapporre alla chiusura che viviamo un’apertura alle idee, alle esperienze alle sperimentazioni e alle pratiche dei movimenti contro il G8 e il neoliberismo in Italia, in Europa e nel mondo. Per fare dell’aquilano un laboratorio di alternative reali alla speculazione, alle mafie, alla disoccupazione, alla mercificazione, da concentrare nei giorni immediatamente precedenti al G8.
All’imposizione dall’alto contrapponiamo un processo di partecipazione di quante e quanti vorranno collaborare con la sfida della ricostruzione della città e del territorio.
All’assemblea hanno partecipato Epicentro Solidale, Abruzzo social Forum, Cobas, A Sud, Donne in Nero, Arci, Coordinamento Mediatori Culturali, Brigate della Solidarietà, rete 3e32.