Traduzione a cura di www.antifaresistance.org
La seguente lettera é stata scritta nella prigione di Corinto da Christoforos Kortesis (uno dei 6 anarchici arrestatati durante il caso “Revolutionary Struggle”)
30 aprile 2010
Il 10 Aprile, 6 persone sono state arrestate e portate negli uffici centrali della Polizia (GADA). Io ero tra loro. Non sapevamo la ragione per cui eravamo detenuti, e i poliziotti non ci hanno permesso neanche di contattare i nostri avvocati, era una deportazione di forza ci hanno detto (credo sia abduction=deportazione di forza, dato che adduction non significa un cazzo…). Dopo 56 ore – in cui non ci hanno permesso neanche di parlare tra di noi – siamo stati portati di fronte al tribunale di via Evelpidon e accusati di partecipazione a un “Revolutionary Struggle”. Il mio arresto é conciso esattamente con le dichiarazioni del primo ministro Papandreou favorevoli alla possibilitá che la Grecia accetti prestiti dal Fondo Monetario Internazionale. É ovviamente assai improbabile che tutto ció sia una coincidenza, dato che lo stesso accadde nei raid della polizia nel presunto “rifugio Halandri” e nel caso degli arresti di vari compagni effettuati dal precedente partito di governo Nea Dimokratia, solo qualche giorno prima delle elezioni del 2009.
L’inizio della campagna di disinformazione seguita subito dopo il nostro arresto, con la solita propaganda televisiva, tra la feccia varia, non ci ha affatto sorpreso. Hanno mostrato cose che non sono state riportate nemmeno dai reporti legali e hanno iniziato a costruire un quadro accusativo assolutamente assurdo arrivando addirittura all’attacco delle Torri Gemelle!!!
Immediatamente siamo stati giudicati colpevoli dai media che hanno iniziato una gara a chi divulgava piú informazioni possibili sulle nostre vite personali; a chi per primo fosse riuscito a scattare foto del nostro appartamento-rifugio e riportare quale sono le nostre motociclette preferite, a che ora andiamo a letto, quando e quante volte facciamo l’amore e cose simili: semplicemente una serie di offerte all’altare dello spettacolo. Comunque, niente di tutto ció mi ha sorpreso. Sono assolutamente cosciente che i mezzi di telecomunicazione nelle nostre “democrazie” giocano esattamente lo stesso ruolo dei ministeri della propaganda nei regimi totalitari.
Il popolo Greco realizzerá senza dubbio che, anche dopo che questi terroristi assetati di sangue sono stati arrestati, niente é cambiato nella loro vita quotidiana. Se qualche tempo fa i padroni soleveno offrire alla gente le rimanenze dei loro ricchi banchetti, ora non faranno neanche questo. Ma in tempi di crisi acuta e disparitá sociali come questi, la gente puó arrivare a fare cose che prima non avrebbe mai immaginato. Le ribellioni di massa che sono esplose in tutta la Grecia dopo l’omicidio di Alexis Grigoropoulos, due anni fa, sono state giusto un piccolo assaggio – che ha alimentato le speranze di alcuni e la disperazione di altri…La repressione sará oggi piú dura che mai nella speranza di sconfiggere in primo luogo la parte piú radicale della societá, il loro piú grande nemico, il movimento anarchico anti-autoritario. Questa é la ragione per cui, nonostante attualmente la disoccupazione sia superiore al 15 %, Chrisochoidis punta a spingere sempre piú persone ad arruolarsi nelle forze di sicurezza per combattere la crescita della minaccia di terrorismo, mentre l’unico obiettivo é quello di rafforzare le linee difensive dello stato.
Ma é esattamente in questi tempi di crisi che dinnanzi a noi si presenta un’occasione unica per radicalizzare diversi gruppi sociali. É in questi tempi di crisi che tonnellate di esplosivo si sono accumulate alle fondazioni del sistema capitalistico e l’unica cosa che manca, cari compagni, é accendere la miccia!
D’altra parte non voglio entrare nel merito dei capi di accusa che pendono su di noi dato che innocenza e colpevolezza dipendono dalla parte della barricata in cui abbiamo deciso di stare nelle nostre vite. Se la polizia, i giornalisti, i politici, i banchieri, o i giudici considerano qualcuno colpevole in nome della democrazia borghese, allora tutti loro sono colpevoli in nome della giustizia pubblica.
Per le stesse ragioni non racconteró le condizioni in cui siamo stati detenuti i primi giorni nel GADA. Come anarchico considero me stesso e i miei compagni prigionieri di guerra. Questa guerra, di cui Chrisochoidis ha preso coscienza solo qualche mese fa, che é condotta con rabbia da secoli tra i padroni e le masse in rivolta.
Ognuno ha giá scelto da che parte stare e quando si realizza di stare dalla parte sbagliata della barricata, allora sará giá troppo tardi…
Pazienza e determinazione per tutti coloro che hanno scelto di intraprendere il turbolento percorso della storia verso la rivoluzione…
Onore per sempre all’anarchico Lambros Fountas
Addio, un compagno