Primi indagati per l’omicidio di Stefano

Cucchi, primi indagati per omicidio

Primi nomi nei registri. Il sottosegretario Giovanardi: “Morto perché anoressico e drogato”. Sul web le sue cartelle cliniche

Omicidio preterintezionale. Questa l’accusa per la quale si indaga nel caso di Stefano Cucchi, il 31enne arrestato a Roma e morto il 22 ottobre, una settimana dopo l’arresto, in stato di detenzione, con spaventose ferite ed ecchimosi visibili sul corpo. I magistrati hanno iscritto i primi sospetti nel registro degli indagati. Il numero degli indagati – fra coloro che hanno arrestato, avuto in custodia e che sono stati a contatto in carcere con Cucchi, dunque carabinieri, polizia penitenziaria e detenuti – non è stato precisato. Si attendono invece le iscrizioni nell’ambito del secondo filone di indagine, che riguarda medici e infermieri che hanno avuto in cura il giovane e per cui i magistrati ipotizzano l’omicidio colposo.

“Morto perché drogato”.
Intanto monta la polemica, dopo che il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Carlo Giovanardi ha commentato che Cucchi è morto perché “drogato”. “Era in carcere perché era uno spacciatore abituale. La verità verrà fuori, e si capirà che è morto soprattutto perché era di 42 chili”, ha detto stamattina a Radio24 Giovanardi. Per il sottosegretario, a uccidere il giovane è stata la droga, “che ha devastato la sua vita, era anoressico, tossicodipendente, poi c’è il fatto che in cinque giorni sia peggiorato, certo bisogna vedere come i medici l’hanno curato. Ma sono migliaia le persone che si riducono in situazioni drammatiche per la droga, diventano larve, diventano zombie: è la droga che li riduce così”. Per il sottosegretario non ci sarebbero dubbi, non si può parlare di giallo. Non dice nulla dei lividi e della fratture trovate sul suo corpo, neppure dell’ipotesi che le sue cartelle cliniche siano state manomesse.

La risposta della sorella. Parole molto pesanti alle quali segue la risposta della sorella del 31enne: “Queste parole si commentano da sole”. E aggiunge: “A Giovanardi che fa queste dichiarazioni a titolo gratuito, rispondo semplicemente che il fatto che Stefano avesse problemi di droga, noi non l’abbiamo mai negato, ma questo non giustifica il modo in cui è morto”.

Pubblicate le cartelle cliniche. Intanto Luigi Manconi, presidente di A Buon Diritto, dalle 13 di oggi, ha pubblicato sui siti abuondiritto.it, italiarazzismo.it e innocentievasioni.net, l’intera documentazione clinica a partire dal referto del medico del 118 delle 5.30 del 16 ottobre, fino ai diari sanitari del reparto detentivo del Pertini e al certificato di morte del 22 ottobre. Nelle carte non c’è alcuna firma di Cucchi per chiedere che la famiglia non venga a sapere delle sue condizioni di salute, come riportato invece dal ministro della Giustizia Alfano. Ci sono anche alcune frasi che, secondo i familiari, sono state aggiunte in seguito alla morte di Stefano, non prima. “Abbiamo deciso questo passo – si dice in una nota – perché da quella documentazione emerge come una moltitudine di operatori della polizia giudiziaria, del personale amministrativo e delle strutture sanitarie, abbiano assistito al declino fisico di Stefano Cucchi e fino alla morte”. “Ed emergono, con
cruda evidenza – prosegue il comunicato – le contraddizioni, ma anche le vere e proprie manipolazioni ai danni di Stefano Cucchi e dell’accertamento della verità. E risulta soprattutto che Stefano decide di non nutrirsi e di non assumere liquidi – causa della morte, secondo i sanitari – fino a quando non avesse parlato con il proprio avvocato (così ha scritto un medico). Non gli fu consentito”.

09 novembre 2009

fonte: http://city.corriere.it/2009/11/10/milano/documenti/caso-cucchi-giovanardi-morto-perche-anoressico-20580769344.shtml

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *