Romano chiarisca sull’area del Viridea. No allo sgombero di via Tavecchia

 

 

Il territorio è di chi lo abita! Non di chi ci specula!

 

 

Il sindaco Romano ha interessi personali sul territorio del Comune di Rho incompatibili con la funzione di sindaco che ricopre? Perché Viridea, che è a tutti gli effetti un centro commerciale sorge su un’area agricola? Proviamo a dare una risposta partendo da una recente sentenza del Consiglio di Stato che ha dato ragione al Comune di Rho contro Viridea.In data 23 giugno 2003 – con provvedimento n. 29990/2003 –  l’Ufficio urbanistica del Comune di Rho ha contestato al signor Rappo Fabio Ernesto, titolare dell’azienda florovivaistica Viridea s.r.l. il cambio di destinazione urbanistica dei terreni su cui sorge la sua azienda diffidandolo a provvedere al ripristino della destinazione agricola. Il signor Rappo ha impugnato la diffida comunale.Con sentenza 2 febbraio 2005, n. 200, il T.A.R. Lombardia ha ritenuto illegittimo l’atto impugnato. Il T.A.R. lo ha di conseguenza annullato. Contro la sentenza il Comune di Rho ha presentato appello. Il Consiglio di Stato, con decisione 3172/2013 del 10 giugno 2013 ha accolto l’appello.Il signor Rappo è stato rappresentato e difeso dall’avvocato Antonio Romano con studio legale a Rho al quale è associato il figlio, l’avvocato Pietro Romano, sindaco di Rho nonché titolare della delega all’urbanistica. Pertanto, l’avvocato Pietro Romano in qualità di sindaco del Comune di Rho e, in particolare, di titolare della delega all’urbanistica, dovrebbe dare esecuzione alla sentenza n. 3172/2013 del Consiglio di Stato. Tuttavia, l’avvocato Pietro Romano lavora per lo studio legale del padre tra i cui clienti vi è proprio il signor Rappo nei cui confronti è stata emanata la sentenza del Consiglio di Stato. Si configura, pertanto, una situazione di conflitto di interessi tra il Comune di Rho l’avvocato Pietro Romano e ad oggi la sentenza n. 3172/2013 del Consiglio di Stato non è ancora stata eseguita.Viridea si presenta in tutto e per tutto come un centro commerciale che vende indiscriminatamente  varie tipologie di prodotti non agricoli in alcun modo compatibili con l’autorizzazione a suo tempo rilasciata dal direttore generale del Comune di Rho. Ciò contrasta con la destinazione urbanistica del terreno su cui insiste e si configura come un caso di concorrenza sleale. Infatti, Viridea può contare su tutti i vantaggi fiscali e non, derivanti dall’essere un imprenditore agricolo.In data 17 giugno 2013 è stato approvato il Piano di Governo del Territorio dal quale si evince chiaramente che la destinazione urbanistica dell’area su cui sorge Viridea è rimasta agricola.Il conflitto di interessi tra il sindaco e il Comune di Rho è testimoniato anche dal fatto che il titolare di Viridea Fabio Rappo e’ stato condannato, sulla base di una notizia di reato fornita dall’allora comandante della polizia locale del Comune di Rho Alberto Gardina, con decreto penale di condanna per abusi edilizi e falso (reati poi prescritti) ed e’ stato difeso dall’avvocato Antonio Romano. Per la cronaca, l’autorizzazione per l’apertura di Viridea è stata firmata dall’ex direttore generale del Comune di Rho Giovanni Sagaria, lo stesso condannato a un anno e tre mesi alcune settimane fa nell’ambito di un’inchiesta su tangenti e appalti truccati nel Comune di Buccinasco.Nei giorni scorsi il sindaco di Rho, a proposito dell’occupazione di via Tavecchia 45, ha dichiarato che l’amministrazione comunale non è più disposta a tollerare ulteriori situazioni di illegalità. Ancora una volta si usa la scusa della legalità per attaccare chi rivendica diritti per il nostro territorio colpito dalla crisi economica e ancora più duramente da Expo 2015 le cui fondamenta sono costruite dalla ‘ndrangheta. Si attaccano spazi sociali sottratti al degrado e all’abbandono per realizzarvi abitazioni per chi è sotto sfratto e intanto si permette a Viridea di realizzare un centro commerciale su un’area agricola, a Unicredit di realizzare una speculazione edilizia sull’area dell’ex sede di telereporter e ad Expo 2015 di realizzare un nuovo quartiere di Milano dopo il grande evento, con centinaia di migliaia di metri cubi di cemento che restereranno invenduti andando ad alimentare ulteriormente il numero degli alloggi sfitti nell’area metropolitana. Con questa denuncia pubblica vogliamo riaffermare che la sovranità dei territori appartiere alle persone che ci vivono e non ai poteri forti che ci speculano.

 

 

 

 

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