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Cassazione, dieci anni di sentenze controverse
by rz Wednesday, Mar. 15, 2006 at 10:51 AM mail:

Sulle controverse decisioni della Cassazione nell'applicazione delle legge sulla violenza sessuale

LA VIOLENZA sessuale rientra tra i crimini su cui spesso la Cassazione è stata chiamata a esprimere un giudizio. Spesso le sentenze della corte Suprema sono state a favore delle donne. Ma non mancano i casi clamorosi e controversi. Uno degli ultimi e più discussi pronunciamenti risale al febbraio del 1999, quando la Cassazione stabilì che non è possibile parlare di stupro se la vittima indossa i blue-jeans. Questa tesi sosteneva infatti che non è possibile sfilare questo tipo di pantaloni "nemmeno in parte, senza la fattiva collaborazione di chi li porta". Pochi mesi dopo questa stessa tesi venne smentita da un'altra sentenza della Corte.

Il tema delle sentenze shock della corte Suprema in materia di stupro torna d'attualità dopo la sentenza odierna, secondo cui la violenza sessuale è meno grave se la vittima ha gia avuto rapporti. Ecco una scheda sulle sentenze della Cassazione che hanno affrontato il tema dello stupro o delle molestie sessuali.

Aprile 1994. E' "arduo ipotizzare" una violenza sessuale fra coniugi in caso di coito orale in quanto la donna "avrebbe potuto in ogni caso facilmente reagire e sottrarsi al compimento dell'atto da lei non voluto".

Agosto 1997. Se il capufficio dimostra un "sentimento profondo e sincero" nei confronti della segretaria, non può essere accusato di molestie sessuali sul lavoro, anche se la invita a cena e tenta di baciarla.

Gennaio 1998. Le lacrime di una donna violentata possono diventare un elemento che "inchioda" l'uomo che ha abusato di lei e valere come elemento probatorio "idoneo a garantire la sincerità delle dichiarazioni della parte offesa".

Giugno 1998. La guancia di una donna non è una "zona erogena" ma baciarla senza il consenso dell'interessata ha "tutte le caratteristiche dell'atto sessuale".

Aprile 1999. La Corte afferma che violentare una donna incinta al settimo mese non configura una circostanza aggravante del reato di violenza sessuale. E in più si afferma che è anche possibile applicare al violentatore la diminuzione della pena minima per attenuanti generiche perché il caso può anche essere ritenuto tra quelli di "minore gravità".

Ottobre 1999. Sono sufficienti due violentatori per far scattare l'aggravante della violenza sessuale compiuta dal branco.

Dicembre 1999. Non ha diritto a sconti di pena il violentatore che non riesce a congiungersi carnalmente con la vittima per la resistenza che questa gli oppone.

Febbraio 2001. La Cassazione stabilisce che la "palpata" ai seni è violenza sessuale al pari di tutti gli atti connotati da "repentinità" e imprevedibilità posti in essere da chi intende, agendo all'improvviso, "vincere la resistenza delle vittime". La condanna riguarda un impiegato di un istituto tecnico che toccava le allieve.

Novembre 2001. I giudici ribadiscono che la circostanza che una donna indossi i jeans non è da sola sufficiente a escludere il reato di violenza sessuale, specie se la paura della vittima di subire altre violenze da parte dell'assalitore determina la possibilità di sfilare più facilmente i pantaloni.

Dicembre 2002. Il fatto che una donna sia "disinvolta" e "disponibile all' approccio amicale non può costituire motivo per concedere all'uomo che l'ha violentata l'attenuante e la riduzione di pena prevista per i fatti di minore gravità".

Novembre 2005. Nel caso riguardante due uomini la Cassazione sentenziò che la "palpatina" sui pantaloni di una persona configura il reato di violenza sessuale se chi la riceve non è consenziente.

(Repubblica, 17 febbraio 2006)

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