Colombia - Contro il reclutamento forzato, insubordinazione!
fonte: contrainfo | trad. cenere
Mikhail Bakunin
Ancora una volta, lo scorso martedi 13 Dicembre, lo stato colombiano, a capo delle sue repressive forze militari, ha convocato migliaia di giovani tra le sue grinfie per incontrare le richieste della “democrazia”. File tortuose, lacrime di padri e madri sconsolate, tanta corruzione quanta solo lo stato ne conosce per rinforzare il suo apparato omicida è tutto ciò che possiamo pensare di questa giornata.
Per noi, libertari, il servizio militare – imposto o no – deve scomparire, come ogni altro apparato gerarchico e/o permanente politico-militare. Ma non possiamo avere due pesi e due misure; la rivoluzione che vogliamo (quella sociale) deve combattere il Capitale per la libertà, uguaglianza e giustizia, quindi non può diventare una lotta che rigetti la libertà sociale dell'individuo, né una gerarchica, una lotta che sacrifichi i mezzi per i fini. In ciò, c'è ciò che noi ci rifiutiamo di accettare sia nei confronti dello stato di destra che dell'oppossizione di sinistra il cui unico fine è il raggiungimento del potere.
Per questi motivi, dobbiamo considerare il militarismo come una naturale espressione violenta del capitalismo e dello stato, lo strumento col quale vengono represse le lotte sociali. Dobbiamo anche capire che esso è legalizzato e moralizzato dallo stesso governo che mostra la sua oppressione agli occhi della gente come un concetto che va oltre la fisicità (armi, soldari, infrastrutture militari, ecc) e si trasforma in un'attitudine violenta e discriminatrice indotta dalla borghesia (specismo, sessismo, razzismo, ecc), usate a loro volta per giustificare l'esistenza del “rinforzamento delle leggi” dello stato, completando cosi l'autodistruttivo ciclo del capitalismo.
Dunque, lo stato mette le sue armi nelle mani della gente (specialmente i giovani) al fine di sopprimere le persone e le lotte. E' ovvio che il governo cerca di riempire le sue fila con giovani disoccupati senza educazioni, provenienti dai settori disagiati e persone vulnerabili. Per questo motivo la lotta antimilitarista deve essere anche la lotta di quelli che stanno in basso contro quelli che stanno al vertice.
Dobbiamo continuare la lotta per la completa abolizione del servizio militare obbligatorio, ma con una visione sempre focalizzata sulla scomparsa dell'esercito, della polizia e dello stato. L'obiezione di coscienza, come strumento antimilitarista, deve rimanere diffusa e supportata dall'anarchismo, sottolineando che essa è una delle tante forme di insubordinazione ad ogni governo e di lotta sociale nella quale ci troviamo. Invitiamo anche per un attivo – e non passivo – antimilitarismo libertario e, soprattutto, connesso con la lotta della gente, la lotta di classe... e la lotta per la libertà completa e integrale.
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