Sbirri Sbarre e S'Berrettoni

Non si illuda, signor questore

Una città che, in continuo movimento, si è trasformata in una prigione di povertà e disperazione dove sopravvivere da esclusi; una città che distrugge lo spazio urbano, un tempo luogo di incontro e socialità, per rispondere ai bisogni esclusivi della merce e del profitto; una città che oramai lascia spazio solo alla speculazione, allo sfruttamento, alla repressione - una città così non poteva che avere una schiera di amministratori e funzionari degna di tanta bruttura.

Lei, Signor Berrettoni, questore di Torino, ne è un magnifico esempio.
Negli ultimi mesi Lei si è prodigato molto per scongiurare qualsiasi forma di critica pratica a tanto degrado, colpendo senza remore chi da anni si batte contro il Cpt-lager di C.so Brunelleschi e contro ogni forma di reclusione, contro le retate e le espulsioni, contro il razzismo e lo sfruttamento. Dopo aver spedito negli scorsi mesi un foglio di via obbligatorio da Torino ad una anarchica alloggiata in città, Lei, non appagato, ha rispolverato vecchi tomi e codici fascisti, cominciando a dispensare avvisi orali a destra e a manca: Lei minaccia - e pure per iscritto! - di applicare contro chi si ostina a vivere e lottare in barba alle leggi, delle drastiche misure di prevenzione e sicurezza. Tra tutte, la famigerata sorveglianza speciale.

Tra le amenità con cui Lei, sceriffo Berrettoni, giustifica tali minacce, una si ravvisa in tutte, e cioè che tali persone siano socialmente pericolose. Secondo questa tesi, socialmente pericoloso sarebbe chi non piega la testa davanti ad un modello sociale sempre più invivibile e disumano, chi non si rassegna a vivere in una città-galera colma di individui zitti ed isolati, chi davanti alle proprie idee sceglie di vivere conseguentemente.

Ebbene, noi, spregiudicati e sprezzanti delle leggi, abbiamo un'opinione diversa riguardo a chi ha davvero un comportamento pericoloso ed anti-sociale:

Socialmente pericolosi
sono i consiglieri comunali Ghiglia e Carosso che, con maniacale fissazione, istigano all'odio razziale fomentando la cittadinanza a vere proprie crociate contro gli stranieri.

Socialmente pericolosi
sono gli assessori alle Politiche sociali e alla Polizia municipale Borgione e Borgogno, che hanno passato gli ultimi mesi ad abbattere baracche nella periferia urbana, lasciando decine di famiglie Rom all'addiaccio: «tanto è arrivata la primavera - avranno pensato - e non fa più così freddo!»

Socialmente pericoloso
è l'assessore alle Politiche per la Casa Tricarico che, senza il minimo rimorso, ha cacciato famiglie intere da "Casa Gramsci" - una delle ultime case popolari che resisteva ancora nel centro cittadino - per lasciare spazio ad un albergo di lusso ed agli appetiti dei più noti pescecani dell'edilizia torinese. Virtuoso degli sgomberi, già in passato si era speso in prima persona per trasformare una cascina occupata e vissuta da anni in un morto deposito di attrezzi, e le case dei Giardini reali in scheletri vuoti buoni solo per i turisti.

Socialmente pericolosi
sono i consiglieri comunali - tutti! - della cosiddetta Sinistra Radicale che, nonostante una tambureggiante quanto menzognera propaganda a favore degli esclusi, dei migranti, degli ultimi, non hanno speso una sola parola contro il raddoppio del lager di C.so Brunelleschi. Al contrario hanno scientemente taciuto l'inizio dei lavori, al solo fine di evitare che le lotte contro le espulsioni potessero riprendere vita, questa volta senza la loro ingombrante quanto fastidiosa tutela.

Socialmente pericoloso
infine, è il Sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, fomentatore di retate, di espulsioni, di repressione e di sgomberi; mandante degli omicidi perpetrati in questi anni dalla Polizia durante "normali controlli" nei confronti di diversi extracomunitari; indocile istigatore all'odio di classe, naturalmente quello dei ricchi nei confronti dei poveri.

Tutti costoro si nascondono dietro ad alte cariche e titoli onorifici fingendo di non sapere che «le azioni dei tristi puoi coprirle con tutta la terra di questo mondo, ma sempre riemergeranno, e nitide, agli occhi degli uomini» - e questo non lo diciamo noi, caro il nostro Berrettoni, lo diceva Shakespeare.

Tutti costoro desiderano ardentemente la morte sociale. Tutti costoro vorrebbero riservarci per il futuro una città ancora più impaurita, una esistenza ancor più priva di passioni. Combatterli è il minimo che chiediamo a noi stessi, quindi… non si illuda, Signor questore Berrettoni. Noi non ci rassegneremo a vivere in questa società decrepita. Mai.

Brutti e cattivi

Mer, 09/05/2007 – 11:40
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