Indymedia e' un collettivo di organizzazioni, centri sociali, radio, media, giornalisti, videomaker che offre una copertura degli eventi italiani indipendente dall'informazione istituzionale e commerciale e dalle organizzazioni politiche.
toolbar di navigazione
toolbar di navigazione home | chi siamo · contatti · aiuto · partecipa | pubblica | agenda · forum · newswire · archivi | cerca · traduzioni · xml | classic toolbar di navigazione old style toolbarr di navigazione old style toolbarr di navigazione Versione solo testo toolbar di navigazione
Campagne

autistici /inventati crackdown


IMC Italia
Ultime features in categoria
[biowar] La sindrome di Quirra
[sardegna] Ripensare Indymedia
[lombardia] AgainstTheirPeace
[lombardia] ((( i )))
[lombardia] Sentenza 11 Marzo
[calabria] Processo al Sud Ribelle
[guerreglobali] Raid israeliani su Gaza
[guerreglobali] Barricate e morte a Oaxaca
[roma] Superwalter
[napoli] repressione a Benevento
[piemunt] Rbo cambia sede
[economie] il sangue di roma
Archivio completo delle feature »
toolbarr di navigazione
IMC Locali
Abruzzo
Bologna
Calabria
Genova
Lombardia
Napoli
Nordest
Puglia
Roma
Sardegna
Sicilia
Piemonte
Toscana
Umbria
toolbar di navigazione
Categorie
Antifa
Antimafie
Antipro
Culture
Carcere
Dicono di noi
Diritti digitali
Ecologie
Economie/Lavoro
Guerre globali
Mediascape
Migranti/Cittadinanza
Repressione/Controllo
Saperi/Filosofie
Sex & Gender
Psiche
toolbar di navigazione
Dossier
Sicurezza e privacy in rete
Euskadi: le liberta' negate
Antenna Sicilia: di chi e' l'informazione
Diritti Umani in Pakistan
CPT - Storie di un lager
Antifa - destra romana
Scarceranda
Tecniche di disinformazione
Palestina
Argentina
Karachaganak
La sindrome di Quirra
toolbar di navigazione
Autoproduzioni

Video
Radio
Print
Strumenti

Network

www.indymedia.org

Projects
oceania
print
radio
satellite tv
video

Africa
ambazonia
canarias
estrecho / madiaq
nigeria
south africa

Canada
alberta
hamilton
maritimes
montreal
ontario
ottawa
quebec
thunder bay
vancouver
victoria
windsor
winnipeg

East Asia
japan
manila
qc

Europe
andorra
antwerp
athens
austria
barcelona
belgium
belgrade
bristol
croatia
cyprus
estrecho / madiaq
euskal herria
galiza
germany
hungary
ireland
istanbul
italy
la plana
liege
lille
madrid
nantes
netherlands
nice
norway
oost-vlaanderen
paris
poland
portugal
prague
russia
sweden
switzerland
thessaloniki
united kingdom
west vlaanderen

Latin America
argentina
bolivia
brasil
chiapas
chile
colombia
ecuador
mexico
peru
puerto rico
qollasuyu
rosario
sonora
tijuana
uruguay

Oceania
adelaide
aotearoa
brisbane
jakarta
manila
melbourne
perth
qc
sydney

South Asia
india
mumbai

United States
arizona
arkansas
atlanta
austin
baltimore
boston
buffalo
charlottesville
chicago
cleveland
colorado
danbury, ct
dc
hawaii
houston
idaho
ithaca
la
madison
maine
michigan
milwaukee
minneapolis/st. paul
new hampshire
new jersey
new mexico
new orleans
north carolina
north texas
ny capital
nyc
oklahoma
philadelphia
pittsburgh
portland
richmond
rochester
rogue valley
san diego
san francisco
san francisco bay area
santa cruz, ca
seattle
st louis
tallahassee-red hills
tennessee
urbana-champaign
utah
vermont
western mass

West Asia
beirut
israel
palestine

Process
discussion
fbi/legal updates
indymedia faq
mailing lists
process & imc docs
tech
volunteer
- culture - - umbria -
Questo post e' stato nascosto: non e' piu' visibile nell'homepage di Indymedia Italia, ma e' sempre raggiungibile dal link articoli nascosti.

Il newswire e' uno spazio a pubblicazione aperta, ma e' sottoposto ad una Policy, ovvero un repertorio di limiti che abbiamo stabilito attraverso un processo decisionale collettivo e che continuiamo ad aggiornare mentre Indymedia cresce. Vogliamo che il newswire resti uno spazio di comunicazione aperto a tutt*, per fare informazione indipendente. Se volete proporre una discussione o un dibattito alle altre persone che frequentano e fanno Indymedia, potete farlo nel forum. Vengono nascosti: - post razzisti, fascisti, sessisti - la propaganda commerciale, partitica e istituzionale - gli insulti e le provocazioni - i post personali o privi di contenuto informativo - i post multipli o vuoti - le notizie postate uguali piu' volte

leggi la policy

partecipa a indymedia italia


Il Potere di Tutti
by imcperugia Thursday October 09, 2003 at 01:36 AM mail:  

(Vita di un"Libero religioso e rivoluzionario nonviolento")

Mi avete pero' tradito, avete preso dalla mia debolezza il motivo per pormi nell'angolo della santita', per liberarvi di me con maggiore sicurezza".

Appresa la sua morte, Pietro Nenni annotò nel suo diario:
"è morto il prof. Aldo Capitini. Era un'ecceziona le figura di studioso. Fautore della nonviolenza, era disponibile per ogni causa di libertà e di giustizia. Lo conoscevo poco di persona. Invece avevo con lui una vecchia collaborazione epistolare nel senso che mi scriveva sovente di ognuno dei problemi morali della società contemporanea. Mi dice Pietro Longo che a Perugia era isolato e considerato stravagante. C'è sempre una punta di stravaganza ad andare contro corrente, e Aldo Capitini era andato contro corrente all'epoca del fascismo e di nuovo nell'epoca post-fascista. Forse troppo per una sola vita umana, ma bello."

Se vuoi la pace prepara la liberazione.

La vicenda biografica e intellettuale di Capitini è di quelle che colpiscono per l’intima coerenza ed il coraggio delle scelte di vita. Laureatosi in Lettere a Pisa nel 1929 e rimasto dopo il perfezionamento alla Scuola Normale di Pisa con mansioni di Segretario, Capitini fu allontanato dal suo incarico per aver rifiutato l’invito di Giovanni Gentile, allora direttore della Scuola, ad iscriversi al Partito nazionale fascista. Negli anni successivi Capitini intensificò l’impegno antifascista e partecipò con Guido Calogero (1936-1940) all’esperienza del movimento liberalsocialista. Dopo gli arresti subiti nel 1942 e nel 1943 la Liberazione consentì a Capitini di fondare i Centri di orientamento sociale e di riprendere il suo posto di Segretario alla Scuola Normale, poi abbandonato per svolgere l’attività di docente universitario (dal 1956 insegnò Pedagogia all’Università di Cagliari e poi in quella di Perugia).Fu uno dei protagonisti della "resistenza interna"al fascismo e invento la formula del"liberalsocialismo"Ma quando i suoi compagni confluirono nel Partito D'Azione, non vi aderi' preferendo "far parte per se stesso", perche' il suo liberalsocialismo era l'emblema non di un partito, ma di un movimento non soltanto sociale ma morale. La sua utopia era uno Stato senza partiti, una "nuova socialita', in cui "la partecipazione dei cittadini alla decisione e discussione dei problemi collettivi e' tanto intensa da non rendere necessaria l'intermediazione dei gruppi organizzati".Non s’iscrisse mai a nessun partito, continuò a definirsi per tutta la vita "liberalsocialista", "indipendente di sinistra" e "libero religioso". In tutta la sua esistenza non conoscera' ne' privilegi di tessera, ne' potere di funzionario.Rifiutera' la decorativita' dei potenti e confutera' per sempre l'assolutizzazione della politica(che era lo sbocco del totalitarismo), e quindi la risoluzione di tutte le attivita' umane nel fare politico, cosi' come rifiutera' la confusione dei movimenti sociali coi partiti.


La sua costante azione di propugnatore della nonviolenza si concretizzò, tra l’altro, anche nell’organizzazione della marcia per la pace che si svolse per la prima volta ad Assisi il 24 settembre 1961 e che da allora rappresenta uno degli appuntamenti fissi in cui si ritrovano i pacifisti italiani.

Tuttavia Aldo Capitini ha usato rarissimamente volte la parola pacifismo e ha sempre rifiutato il discorso di un pacifismo di tipo giuridico, da 'status quo", da Società delle Nazioni, proprio perché della nonviolenza lui coglieva soprattutto il momento della liberazione. Quello che gli interessa è l'essere attivi, è produrre, realizzare, muovere, è trascinare, è creare già da subito: non rinviare l'utopia, ma stabilire un lavoro collettivo, di tutti subito, e rendere l'utopia una cosa presente, una cosa concreta, attuale, in ogni momento della nostra azione. Egli intendeva la nonviolenza come strategia positiva di di mutamento sociale. Il momento negativo della nonviolenza è il rifiuto di fare violenza, il suo momento positivo è dare valore di tu ad ogni essere, visto sempre come fine, mai solo come mezzo. Non bastano "risolute prese di posizione" , bisogna compromettersi davvero davanti ai problemi immediati della pace e della giustizia nel mondo.

"Io non dico: fra poco o molto tempo avremo una societa' perfettamente non violenta...A me importa fondamentalmente l'impiego di questa mia modestissima vita, di queste ore e di questi pochi giorni; e mettere sulla bilancia intima della storia il peso della mia persuasione"

La sua aspirazione costante e' quella di portare "futuro liberato nel presente"(non è essere, ma scegliere).Un' nventare il futuro qui e ora che come scrivera'- Guido Fofi- e' una delle cose più ricche e più straordinarie di Aldo Capitini e una delle cose che ci pongono oggi il maggior numero di problemi. Oggi inventare il futuro, dopo la crisi delle ideologie, dopo la fine d i tantissirni miti, dopo la frantumazione delle società avanzate in sottoideologie, in sottoculture, in corporazioni e corporativismi, dopo la difficoltà a ricollegare, a ripartire, a riproporre discorsi, credo che l'esempio di Aldo sia un esempio molto importante, ma che sia molto arduo il tentativo di applicarlo, che sia molto difficile e che ponga problemi più grandi di quanto poteva porne in altri tempi.

-non è essere, ma scegliere

-24 settembre 1961. Perugia-Assisi. Prima marcia per la Pace e la fratellanza fra i popoli. In testa al corteo, dietro una vecchia Fiat 500, c'è Aldo Capitini, colui che ha ideato, voluto e organizzato la manifestazione.-

Il suo maestro -come egli stesso ebbe a dire -non fu questo o quel grande filosofo ma la vita pratica, l'attenzione posta alla reale, vissuta, sofferta insufficienza dell'uomo, non a- quella descritta nei testi. Il suo obiettivo non fu quello di " interpretare il mondo",ma di trasformarlo: "Soltanto attraverso la prassi si può raggiungere - diceva - ciò che l'intelletto non basta a far capire". Infatti nel corso della sua vita affrontera' non soltanto a tavolino, ma organizzando azioni collettive, problemi politici, dal decentramento amministrativo alla riforma della scuola e dell'esercito, dalla crisi della democrazia rappresentativa alla pace mondiale; portera' il suo contributo appasionato ai temi della convivenza civile, fascismo e antifascismo, comunismo e anticomunismo, imperialismo e pacifismo, capitalismo e socialismo.Accanto all'aggiunta, in Capitini c'è l'idea del contrasto. Il conflitto è una proposta, non è la necessità eraclitea. La nonviolenza nel conflitto non è affatto rinunciataria (Ernst Bloch: "Chi non si oppone al male lo accresce"), è invece attivissima insoddisfazione e opposizione a tutto ciò che si è costituito con la violenza. Non si combatte la guerra con la guerra, ma prima della guerra.

La nonviolenza non è appoggio all'ingiustizia... Bisogna aver chiaro che la nonviolenza non colloca dalla parte dei conservatori e dei carabinieri, ma proprio dalla parte dei propagatori di una società migliore, portando qui il suo metodo e la sua realtà... La nonviolenza è il punto della tensione più profonda del sovvertimento di una società inadeguata. (N.Bobbio-introduzione al "Il Potere di Tutti"). Sin dagli anni della resistenza al fascismo la nonviolenta era il nucleo centrale del messaggio di Aldo Capitini, che aveva visto benissimo il nesso fra la democrazia intesa come democrazia diretta, partecipazione popolare, potere dal basso, o "omnicrazia", com'egli la chiamava. L'ideale della societa' di tutti, come egli lo definiva, contemplava una societa' completamente de-istituzionalizzata.-

La nonviolenza per Capitini e' soprattutto un metodo positivo, richiede coraggio, ed e' creativa nel suo attuarsi. Poiche' il metodo nonviolento opera sulle situazioni esterne e dentro gli animi " non e' da credere che si possa , lasciando tutto il resto come era prima."Una lotta liberatrice continua-scrive-bisogna sempre farla, e si deve evitare il pericolo di adagiarsi in un' accomodamento con le strutture , della societa' attuale, di ingiustizia e poca liberta' " (la liberta' vera c'e quando ognuno puo' dare il meglio di se').

L'opposto dell'istituzione e', nell'ideale capitiniano della comunita' aperta, il"centro": "come anti-chiesa il centro e' il luogo in cui Dio non viene contemplato, ma cercato di vivere, nell'atto,vicino a noi e a tutti e a tutto. Come anti-Stato, e' il luogo dove si attua il decentramento, il principio della responsabilita' di tutti. L'istituzione non puo' vivere senza un'oligarchia che la diriga, il centro e' fatto per le moltitudini." Ogni societa' fino ad oggi-avverte Capitini- e' sempre stata "oligarchica", governata da pochi, anche se "rappresentanti di molti", malgrado la diffusione di certi modi di governo detti democratici , il potere (un potere enorme) e in mano a pochi in ogni paese." E' necessario percio' battersi per l'autogoverno e l'autoamministrazione sociale, contro l'impero accentratore e militaristico,per far perire lo Stato.

In un mondo in cui si estendevano "imperi e controimperi" , i "centri" rappresentano la ripresa del potere, il preannuncio di un decentramento che restituisce valore ai rapporti tra persona e persona, ai controlli continui dal basso, il rifiuto della manipolazione dell'opinione degli altri, della privazione della liberta' d'informazione e critica. I "Centri"oltre che allo studio del metodo nonviolento, e alla formazione di gruppi di "Azione diretta nonviolenta"( recantesi in tutte le manifestazioni , politiche, sindacali che partono dal basso) , sono volti a intervenire perche' tutti abbiano la informazione piu' larga e obiettiva possibile di tutti i fatti e di tutti i problemi

 

Come ricorda N.BobbioIl pacifismo di Capitini non fu' ne' umanitario ne' giuridico:la guerra non era condannata perche' improduttiva(il tema della "grande illusione"), ne' la pace da esaltarsi in nome dell'ordine sociale(il tema del superamento dell'anarchia internazionale attraverso la societa' delle nazioni ).Capitini fu, come si e' detto un pacifista religioso: considero' insufficiente tanto l'umanitarismo laico che si accontenta della fratellanza dei popoli quanto il mondialismo dei federalisti che si affida alle istituzioni internazionali. Ma fu, il suo, un pacifismo religioso che, a differenza delle piccole sette o dei gesti eroici individuali, poneva l'accento non tanto sulla salvezza dell'anima quanto sulla trasformazione della societa', non tanto sulla rivolta individuale contro il comando ingiusto quanto sulla rivoluzione collettiva contro l'ingiustizia globale della storia:un pacifismo non bellicoso ma non imbelle, non politicizzato ma non impolitico. E' persino dubbio che si possa parlare propriamente di pacifismo(in realta' il termine"pacifismo"non appartiene al lessico capitiniano): il fine della nonviolenza non e' la pace, sia pure la pace universale, che e' fare puramente negativo, ma la "liberazione"(e la pace se mai come conseguenza). Di contro alla massima del politico realista:"se vuoi la pace prepara la guerra", la massima del "persuaso"non e' quella del pacifista:"se vuoi la pace prepara la pace, bensi:"se vuoi la pace prepara la liberazione".

La nonviolenza per lui non era soltanto una testimonianza etica individuale, dal momento che nella sua pratica era implicito"un moto di trasformazione della società e della realtà" (pag. 103 La nonviolenza, oggi )Proprio l’esperienza storica di Gandhi insegnava che attraverso mezzi tipicamente nonviolenti (marce, digiuni, boicottaggi e altre forme di obiezione di coscienza) un popolo poteva raggiungere obiettivi fondamentali di riscatto politico, conquistando la propria indipendenza.

La prima opera pubblicata da Capitini, Elementi di un’esperienza religiosa (Laterza 1937: Capitini sviluppava una profonda critica nei confronti di ogni forma di statolatria e di totalitarismo nel nome di una religiosità totalmente interiorizzata, fondata sull’unità amore con gli altri e, quindi, sulla scelta della "nonmenzogna" e della "nonuccisione".Il libro ebbe successo tra gli antifascisti, sebbene non furono molti ad accogliere le tesi dell'autore sulla nonviolenza, sulla non collaborazione e sulla libera religiosità. La sua intuizione originaria è che gli esseri viventi sono "qualche cosa di più che esseri annientabili", sono
"superiori alla possibilità di scomparire", superiori alla morte, "infinitamente presenti"
(Elementi di un'esperienza religiosa, p. 62). Per Capitini la religione era, in definitiva, "educazione e realizzazione dell’amore" (pag. 136), qualcosa che andava al di là dell’istituzione concreta con i suoi riferimenti obbligati a capi, dogmi e fatti storici. Nell’Italia che proprio nel 1936 aveva celebrato la fondazione dell’Impero, salutando con un consenso popolare apparentemente vasto il compimento della politica coloniale del regime, il libro di Capitini era un severo richiamo agli obblighi della coscienza.

Dopo la Liberazione A ldo Capitini fara' aperta propaganda per una riforma religiosa(Nel 1955 esce il suo libro "Religione aperta", messo all'Indice da Pio XII. L’anno successivo scrive "Discuto la religione di Pio XII "e nel 58 chiede di essere cancellato dall’elenco dei battezzati e fondera i C.O.R.centri di orientamento religioso fortemente osteggiati dalla curia locale).I C.O.R. erano la "forma istituzionale" della nuova vita religiosa e sociale auspicata da Capitini, che e' un superamento nel campo religioso dell'idea di chiesa o cerchio dei battezzati.In un mondo in cui si estendevano "imperi e controimperi"

La religione aperta è per Capitini una prassi di liberazione, e porta l'attenzione sui mezzi dell'azione (che devono essere adeguati al fine giusto: questa è una sua tesi portante), sulla "forza della verità", la quale spinge tutti dall'intimo, ed è la base dell'"atto persuaso". La verità è nella bontà dell'atto. "La verità è Dio", pensa Capitini con Gandhi, cioè non è posseduta da nessuno: " Dio si realizza nell'atto, non è essere, ma scegliere; è compresente alle cose."Nel 1955, l'8 febbraio dell'anno seguente, proprio nell'anniversario della conciliazione tra il Vaticano ed il governo fascista, i cardinali della Suprema Sacra Congregatio Sanctii Officii condannarono il libro ed ordinarono che fosse inserito in indicem librorum proibitorum.

Difendere le "istituzioni a tutti i costi" , passare dalla "vita privata" alla "vita religiosa" senza passare per la "vita pubblica", vive la religione utilitaristicamente o come superstizione, o come idolatria dell'istituzione la stessa che ha portato la Chiesa Romana sia in Spagna che nell''Italia fascista non a chiedere "giustizia e liberta' per tutti" , ma solo la tutela di alcuni suoi privilegi.

Nella sua idea di "religione aperta" A. Capitini promuove il recupero e la ripresa di iniziative e correnti che nella storia del Cristianesimo si sono impegnate a superare l'autorita' e il privilegio "dell'istituzione romana". Dal lato "costruttivo" la "religione aperta" si connette ad un' umaesimo post-cristiano di alto livello civile; l'esigenza di praticare una "nuova vita religiosa" in cui vengono superate le distinzioni tra laici e clero e l'istituzione religiosa con un capo infallibile; il superamento del "giudizio chiuso" della "dannazione eterna" e dell'imposizione di leggende e miti come fatti realmente accaduti.

La "vita religiosa" si fonda sull'apertura alla compresenza di tutti, in quanto nati indipendentemente da una loro iniziazione o volonta' o merito di riceverla. La "nuova vita religiosa" per Capitini fondamentalmente costituisce un' unione e tensione profonda e complessa tra tre "ondate di fondo" della coscienza degli uomini provenienti da varie tendenze religiose:

a) La tensione a costruire un nesso religioso piu' intimo e piu' saldo che renda impossibile lo scandalo dell'Occidente che si dice "cristiano" per bocca dei suoi capi "guidatori di guerre, di sfruttamenti, di oppressioni"

b)un "ondata" contro il Capitalismo per una produzione e distribuzione impostate diversamente, cioe' comunisticamente.

c) una terza "ondata", sempre piu' larga e poderosa contro la guerra, contro la sua teoria, la sua preparazione, la sua esecuzione, e quindi oltremodo severa contro i "cappellani giustificatori di eserciti, e profondamente decisa a non bruciare il granello d'incenso sull'altare dei nuovi imperatori del mondo o di altri che non vi appaiono".

In questa "nuova vita religiosa" la nonviolenza e la prua di un nuovo mondo che nasce convocando un' universale assemblea dal basso," nel piano di nuove strutture sociali,nella possibilita' di circolazione di tutti in tutto il mondo, con un nuovo potere e con un'uguaglianza per tutti."

Se e' vero che il mondo continua ad andare come va', e' anche vero che esso e' oggi investito dall'ipotesi che alla sua base ci sia la "compresenza", come unita' di tutti gli esseri. E questa" ipotesi" e' sopratutto una prassi, una rivoluzione contro la realta' cosi' come essa si presenta.E' irreligioso che ci sia nel mondo meta' degli esseri umani che non mangiano a sufficienza, che manchi a milioni di bambini il cibo, lo sviluppo, la cultura: "poiche' essi sono nati in quanto tali sono nella "compresenza", perche' la compresenza non e' una societa' per iscrizione, adesione, iniziazione, battesimo, una societa' particolare, ma comprende tutti.

La religione e' esenzailmente dissenso con il mondo cosi' come esso e'.

(Anche il vegetarianesimo puo' rientrare nella liberazione sociale religiosa. Non sono forse anche gli animali una classe subalterna e oppressa? "Presi la decisione vegetariana per oppormi alle guerre che Mussolini preparava, nella convinzione che il risparmio di vite di esseri subumani inducesse al risparmio di vite umane."Questa affermazione di Capitini e' conseguente al fatto che la sua antitesi al fascismo andava oltre l'opposizione al regime politico, per essere contro un insieme di mentalita' e di modi, che generatori del fascismo del ventennio, morto questo, lo avrebbero comunque continuato sotto altri abiti.)

"senza educazione e rivoluzione intima gli inovatori di domani somiglieranno troppo ai reazionari infuriositi e subdoli di oggi"

Tra gli ispiratori del "liberalsocialismo"(Sintetizzato nella formula"Massima liberta' sul piano giuridico e culturale e massimo socialismo sul piano economico" )quando nell'agosto del 1943 a Firenze si riuniscono i membri del Movimento Liberalsocialista per dar vita al Partito d'Azione, egli non vi aderi'.Capitini non è d'accordo, preferisce il movimento, ha una visione di partecipazione allargata al potere, dal basso, con i partiti e i loro apparati ridotti al minimo. Considerava infatti il suo liberalsocialismo l'insegna non di un partito in nuce, ma di un movimento etico-religioso, che mira ad un rinnovamento più profondo, non soltanto sociale ma morale, cui non sarebbe stata adatta la forma di partito.

A differenza del "socialismo liberale" Capitini inoltre diede per scontato che il comunismo, nel suo aspetto economico di eliminazione del capitalismo, cioe' di collettivismo, fosse una tappa del progresso storico che andava non evitato, ma condotto alle sue estreme conseguenze, non negato, ma portato a compimento.

Capitini non s’iscrisse mai a nessun partito, continuò a definirsi per tutta la vita "liberalsocialista", "indipendente di sinistra" e "libero religioso". In tutta la sua esistenza non conoscera' ne' privilegi di tessera, ne' potere di funzionario.Rifiutera' la decorativita' dei potenti e confutera' per sempre l'assolutizzazione della politica(che era lo sbocco del totalitarismo), e quindi la risoluzione di tutte le attivita' umane nel fare politico, cosi' come rifiutera' la confusione dei movimenti sociali coi partiti.

-Nel giugno Perugia viene liberata dagli alleati e Capitini il 17 luglio apre in città il Centro di Orientamento Sociale (COS)-

Nella critica motivata all’idea del Partito d’azione, Capitini lancera'(1944) la proposta di lavorare alla creazione e al funzionamento di "centri", cioè libere associazioni a livello territoriale, aperte al contributo di tutti, con il compito di informare sui problemi della vita pubblica, discutere le possibili soluzioni, offrirle alle decisioni dei politici e amministratori, controllare la loro attuazione. I C.O.S.(strumenti di fondazione dell'autodeterminazione e dell'autoamministrazione,della democrazia diretta e del controllo dal basso) operarono fino al 1948 senza il sostegno istituzionale, ne' delle amministazioni ne' dei partiti ormai avviati"alla monopolizzazione della vita pubblica nel cerchio chiuso delle centrali burocratiche".Coloro che ebbero "riserve" nei confronti dei C.O.S. furono tutte le forze "istituzionali" comunisti comunisti compresi, che stabilivano una correlazione diretta fra chi non si era opposto con le armi al nazi-fascismo ed una sorta di collaborazionismo con il regime. Ciò nonostante egli aderi' al Fronte Democratico Popolare, ma le sue proposte di indire assemblee popolari "nonviolente e ragionanti" non furono ascoltate, cosi' come non fu accolta la sua la sua proposta di istituire il servizio civile e un ministero della pace o almeno di un Commissariato per la "Resistenza alla guerra".

Purtroppo i partiti della sinistra italiana chiusi nel concetto della conquista del potere, trascurano e spesso osteggiano forze e iniziative che "preparano, giustificano, integrano il potere politico, che e' piuttosto il risultato che l'inizio di tutto il resto.Nonostante cio'" Bisogna percio' istituire urgentemente dei C.O.S. dappertutto, convocare il popolo tutte le settimane, svegliarlo, informarlo, insegnargli ad ascoltare e parlare, e cosi' le nostre lotte per una societa' socialista, per la pace, per la liberta' avranno uno stimolo, un controllo, una grande forza dal basso."

Nel pensiero di Capitini, come ebbe a scrivere N.Bobbio, il momento negativo della storia e' sempre, quale che sia la concezione religiosa o politica dominante, la trasformazione di una tensione in istituzione.Ovunque sono istituzioni coi loro dogmi, le loro regole rigide, le loro forme cristallizzate, ivi e' sistema chiuso, e ogni possibilita' di rinnovamento viene eliminata.In lui l'azione per la riforma religiosa e' accompagnata dalla lotta senza tregua contro la religone istituzionalizzata,la chiesa(le chiese), e contro la societa' istituzionalizzata, lo Stato. Riforma religiosa per Capitini significa non riforma dell'istituzione ma contro l'istituzione.Nella sua azione la lotta contro la Chiesa e la battaglia contro lo Stato, si sovrappongono, confluiscono l'una nell'altra perche' il nemico e' sempre lo stesso:il potere che viene dall'alto, sia che sia esercitato con la coercizione spirituale che con la costrizione fisica.

L'orizzonte di questa lotta contro "il potere che viene dall'alto", e la stessa nonviolenza, per Capitini ha un'orizzonte che non e' l'Italia, non e' l'Europa: forte del rifiuto dell'impero di oggi e del contro-impero di domani".

"Se Gandhi lavorasse oggi, lavorerebbe in senso mondiale, e molto meno nazionale. D'altra parte una comunita' europea al vecchio modo non farebbe che mettersi con un blocco o con l'altro: la perplessita a fare la comunita' europea signifca proprio questo , che alcuni hanno capito che bisogna andare oltre, e non rifare la nazione in grande, ma aprire la comunita' a un contratto orizzontale, su piano di nonviolenza, anche se talvolta costi; ma quello che si paga e' sacramento per l'unita' e l'apertura a una societa' e realta' liberata."(23-marzo 1953)

"Persuaso" che mondo sociale e mondo religioso fossero intimamente connessi Capitini rifiutando l'etichetta di "riormista" dira' che "lavorare religiosamente all'opposizione politica significa fare propri tutti i problemi della trasformazione della societa', e sopra gli altri quello del lavoro, della liberta', della giustizia, per tutti. In questa prospettiva la nonviolenza e la vita religiosa non sono un dogma, ma un principio creativo, il contrario del conformismo. E' consapevole lotta per "un principio sociale in cui tutti abbiano tutto", chela realta' puo' liberarsi.Amore e' movimento. La religone o l'impegno sociale che conducono all'immobilita' sono insufficienze.

 

-------appendice1------------------

estratti da un testo di Aldo Capitini del 1964 (da "il Potere di tutti"- rivista fondata nel 64 e diretta dallo steso Capitini fino al 1968)

La pace e' sempre in pericolo.

La marcia della pace da Perugia ad Assisi fece convenire tre anni or sono, il 24 settembre 1961, persone da moltisseme parti dell'Umbria e da tante parti dell'Italia, di varie condizioni sociali, di diverse ideologie politiche e religiose.Il significato della manifestazione, che ebbe un rilievo nazionale e un'eco anche internazionale, fu principalmente quello di provare che e' possibile radunare dal basso una forza di pressione per la pace, la quale e' un problema troppo importante oggi per lasciarlo nelle mani dei governanti e dei diplomatici. Si ebbe un rafforzamento della fede che l'avvenire deve essere non della guerra, ma della pace e di un grande sviluppo sociale che liberi l'umanita' dal capitalismo, dal colonialismo, dall'imperialismo. Ci si senti' tutti uniti lassu', sul prato della Rocca di Assisi, nel ricordo di tutte le vittime di tutte le guerre. Si scopri in noi una fratellanza piu' profonda di prima. Lo sviluppo del movimento porto' ad altre marce e manifestazioni popolari, mentre in campo internazionale veniva attenuandosi la guerra fredda. Sorse la consulta per la pace, per un'organismo che unisce le varie associazioni operanti in italia per la pace .Scopo della consulta e' di "durante la pace preparare la pace" , cioe' di organizzare manifestazioni unitaire come marce, cippi comunali per la pace, convegni sui problemi del disarmo, tavole rotonde su pace e guerra, diffusione di stampati per formare un'opinione pubblica bene informata.Le non poche difficolta' di larga organizzazione, di disponibilita' di mezzi adeguati, di costanza nella collaborazione al lavoro comune, unite alla continua campagna dei gruppi interessati a mantenere la fiducia nella politica del governo(che accresce anno per anno le spese per il riarmo), non hanno dato alla Consulta quell' ampiezza di influenza che appariva possibile dopo la marcia di Assisi.I fatti del "miracolo economico" prima e della congiuntura sfavorevole poi hanno sviato la tensione e l'attenzione. Le parate militari, ampie e pubblicizzate come non mai dopo la liberazione dal regime fascista, hanno gettato nuovi semi di patriottismo che resta scolastico, limitato e retorico anche se decorato dei colori europeistici e atlantici.(...)Noi siamo convinti che le popolazioni si fidano troppo dei governi. La guerra e' voluta, preparata e fatta scoppiare da pochi, ma questi pochi hanno in mano le leve del comando. Se c'e chi preferisce lasciarli fare, e non pensarci, divertirsi e tirare a campare, noi dobbiamo pensare agli ignari, agli innocenti, al destino della civilta', dell'educazione e della progressiva liberazione di tutti. Noi dobbiamo dire NO alla guerra ed essere duri come le pietre; oggi i governi, con la decisione di fare la guerra e di usare armi atomiche e chimiche, sono infinitamente piu' dannosi di qualsiasi disordine della popolazione, perche' un'ora di guerra atomica puo' distruggere la vita d tutto un popolo.(...)Giacomo Matteotti , nel febbraio del 1915, scrisse che tutti i lavoratori dovevano fare , se scoppiava la guerra, lo sciopero generale. Intui che l'arma della popolazione intera davanti alla guerra e' la vigilanza e la non collaborazione, il rifiuto di massa.(...)La lotta per la pace tende a creare una permanente mobilitazione di tutti per controllare la politica estera, la politica militare, la politica scolastica, e denunciare gli errori, le colpe, le storture, le alleanze dei conservatori, degli imperialisti, dei nazionalisti per conservare il potere a danno della maggioranza della popolazione.La pace e' l'ideale e l'interesse che puo' oggi unire di piu' le popolazioni, e la lotta per la pace deve essere severa contro i mascheramenti dei vari imperialismi, contro le crociate verso un popolo o l'altro, contro le seduzioni del benessere per addormentare il popolo.Quanto piu' la lotta per la pace si allarghera' a comprendere anche giovani e donne, tanto piu' sorgeranno iniziative e organismi par trasformare fin d'ora la societa', sulla base della capacita' di stare insieme e associarsi per fini comuni, in un desiderio di discutere tutti i problemi oltre quello della pace, dal punto di vista del bene di tutti, e saranno conquistate, con centri sociali, consigli operai, di contadini, di insegnanti e di studenti, consulte popolari amministrative, posizioni di trasformazione rivoluzionaria dal basso. A noi pare che ci siano due posizioni sbagliate:

a) quella di coloro che dicono di volere la pace, ma lasciano effettivamente la societa' attuale com'e, con i privilegi, i pregiudizi, lo sfruttamento, l'intolleranza, il potere in mano a gruppi di pochi;

b) quella di coloro che vogliono trasformare la societa' usando la violenza di minoranze dittatoriali e anche la guerra, che puo' diventare atomica e distruttiva per tutti.

Per noi il rifiuto della guerra e della sua preparazione militare, industriale, psicologica, e' una componente fondamentale del lavoro per la trasformazione generale della societa'. Percio' lavoriamo in queste due direzioni:

1. spingere a costituire dappertutto forme di controllo dal basso;

2. orientare e alimentare questo controllo con idee e iniziative contrarie al capitalismo, al colonialismo, all'imperialismo.

 

 

 

------------------------------appendice2--------------------

scuola e omnicrazia

La riflessione pedagogica e lo studio dei problemi della scuola italiana costituiscono una parte importante dell’opera e dell’attività di Capitini. (...) Egli affermava di veder agire nel mondo contemporaneo due tendenze contrapposte, quella che da un lato cercava di diffondere ed imporre un modello sociale ed economico di tipo neo-imperialistico, basato su una struttura fortemente gerarchizzata del potere, e quella che invece cercava di diffondere una concezione onnicratica del potere stesso. È evidente da quale parte si orientasse il favore di Capitini, che auspicava una società in cui il potere fosse di tutti (onnicrazia) e, quindi, aperta e partecipativa in tutti i suoi ambiti. (...) Inoltre, Capitini indicava la necessità di valorizzare tutti quegli elementi che nella comunità scolastica favorissero l’autonomia, la democrazia, la libera convivenza tra soggetti di fede e culture diverse (ecco perché Capitini difendeva la scuola pubblica contro ogni forma di scuola confessionale). A suo giudizio, il compito della scuola non doveva essere semplicemente quello dell’accrescimento quantitativo delle conoscenze, ma quello di fornire allo studente gli strumenti concettuali che gli consentissero di essere il protagonista della propria ulteriore formazione.
Per Capitini si doveva dare più spazio all’insegnamento dell’Educazione civica, che non doveva però essere impartita come una "serie di obbedienze" ma come "un elenco di modi di partecipazione per la trasformazione continua della società" (pag. 122). Sostenitore di un riformismo graduale ma profondo, Capitini comprendeva quanto importante fosse il ruolo della scuola nella preparazione di una diversa e migliore società, e concludeva con una dichiarazione di grande fiducia nelle nuove generazioni: " I bambini sono il domani, cioè qualche cosa migliore dell’oggi, sono i preannunci di una realtà liberata dai nostri limiti; io sento davanti a loro un unico dovere: di concludere il passato meglio che posso. Ma sono aperto a che loro facciano meglio di noi" (pag. 125).

----------------------------------------appendice 3-------------------------------------

Aldo Capitini nasce a Perugia il 23 dicembre 1899. Il padre era impiegato comunale, la madre sarta e casalinga.Nel 1919 intraprende gli studi classici. Si iscrive alla facoltà di Lettere e Filosofia, dove viene a contatto con grandi docenti antifascisti come Attilio Momigliano e Manara Valgimigli. Nel 1930, Giovanni Gentile lo chiama a fare il segretario economico della Scuola Normale, della quale il filosofo fascista era direttore; diviene anche assistente di Momigliano. Si ispira al metodo nonviolento della non collaborazione predicato da Gandhi. Nel 1933, essendosi rifiutato di prendere la tessera del Partito Fascista, viene licenziato dalla Scuola Normale e torna a Perugia, in casa del padre. Nel 1937, con l’aiuto di Benedetto Croce, pubblica il suo primo libro di filosofia e religione: Elementi di un’esperienza religiosa. A Firenze viene per la prima volta arrestato e incarcerato per quattro mesi. Nel 1943 esce Atti della presenza aperta ed è nuovamente imprigionato. Nel 1944 esce La realtà di tutti. Nel giugno Perugia viene liberata dagli alleati e Capitini il 17 luglio apre in città il Centro di Orientamento Sociale (COS). Dopo l’arresto di Pietro Pinna, il primo obiettore di coscienza italiano, Capitini inizia una campagna in favore dell’obiezione di coscienza e organizza il primo convegno italiano sul tema, che si svolge a Roma nel 1950. Lo stesso anno esce Nuova socialità e riforma religiosa. Nel 1951 esce il suo primo libro di pedagogia: L’atto di educare. Nel 1958, esce Aggiunta religiosa all’opposizione. Nel 1959 fonda, assieme ad altri docenti universitari, l’Associazione per la difesa e lo sviluppo della Scuola Pubblica Italiana. Nel 1960 fa visita a Barbiana, nel Mugello, a don Lorenzo Milani e i suoi ragazzi. Il 24 settembre 1961, organizzata dal Centro per la Nonviolenza, diretto da Capitini, si svolge da Perugia ad Assisi la Prima Marcia per la Pace. Dalla Marcia presero avvio la "Consulta italiana per la pace", il "Movimento Nonviolento per la pace" e il periodico «Azione nonviolenta», che Capitini diresse fino alla sua morte. Nel 1962 esce il libro testimonianza sulla Marcia intitolato: In cammino per la pace. Nel 1964 fonda un mensile che diresse fino alla morte intitolato «Il potere è di tutti» che si occupava della partecipazione dei cittadini ai problemi della vita pubblica. Nel 1966 esce quella che è la summa del suo pensiero religioso: La compresenza dei morti e dei vivi che l’anno seguente vince il "Premio straordinario Viareggio". Sempre nel 1967 esce Tecniche della Nonviolenza e Educazione aperta. Il 19 ottobre 1968 Capitini muore a Perugia dopo un intervento chirurgico.

 

©opyright :: Independent Media Center
Tutti i materiali presenti sul sito sono distribuiti sotto Creative Commons Attribution-ShareAlike 2.0.
All content is under Creative Commons Attribution-ShareAlike 2.0 .
.: Disclaimer :.

Questo sito gira su SF-Active 0.9