In Medio Oriente l'acqua è sufficiente per il fabbisogno dei suoi abitanti, ma il rischio di conflitti armati per il monopolio della risorsa è altissimo, in particolare a seguito della politica del Governo turco nella gestione delle acque del Tigri e dell'Eufrate, mentre la Siria e l'Irak ne dipendono quasi interamente. Gap, (Güney Anadolu Projesi, GAP) il gigantesco progetto idroelettrico del Sud-Est Anatolia destinato ad irrigare milioni di ettari per monocolture intensive, funzionali alle imprese turche e americane: 22 dighe, 19 centrali idro-elettriche e un numero sterminato di gallerie, canali ed altre opere d'irrigazione. Il complesso renderà minuscola la diga di Ataturk (1990), che pure è una delle più grandi del mondo (48 milioni dimetri cubi). Nell'ambito del Gap il governo turco ha deciso la costruzione della diga di Ilisu sul Tigri, nella regione del Kurdistan turco. Sia la Siria sia l'Iraq temono il controllo turco sull'acqua, che rischia di lasciare entrambi in paesi "al secco". Nell'ambito del progetto per l'Anatolia del Sudest sarà realizzata la diga di Ilisu e sarà terminata al più presto: un muro lungo 1.820 metri ed alto 135 metri che permetterà di mettere sotto acqua un territorio di 313 km2, nel quale si trovano tra l'altro importanti parti del patrimonio archeologico e storico-culturale della città kurda di Hasankeyf. "L'umanità intera ha protestato contro la distruzione da parte dei talebani dei Budda monumentali - denuncia Zulkuf Karatekin - presidente dell'Associazione Camera degli ingegneri Turchi impegnata nella lotta contro le nuove dighe -. Se il progetto di Ilisu verrà realizzato, 101 città e villaggi saranno parzialmente sommersi dall'acqua, altri 82 spariranno definitivamente. 88 villaggi e città, nelle quali vivevano 15.581 persone sono già stati sgomberati: i piccoli contadini kurdi, cui è stata espropriata la terra, stanno ancora aspettando un risarcimento adeguato. Nei 95 insediamenti che ancora non sono stati distrutti vivono 43.733 persone". Zulkuf, intervenendo all'Onu dei Popoli, ha chiesto alla società civile italiana ed europea di mobilitarsi per impedire che il progetto vada avanti: "Sotto la pressione della società civile internazionale tutti i co-finanziatori stranieri del progetto, imprese inglesi, svizzere e la Impregilo italiana si sono ritirate. Oggi il Governo turco sta tentando di coinvolgere la Germania: vi chiediamo di continuare a tenere alta l'attenzione e la pressione sui vostri Governi e sui media perché continuino a denunciare i rischi connessi con la realizzazione della diga di Ilisù e di tutto il progetto GAP".
Per queste dichiarazioni Zulkuf, previsto ospite a Catania per Mediterracqua, è stato minacciato ed intimidito dai militari turchi. Questa ulteriore provocazione non deve passare e come AZAD lanciamo il nostro appello alla società civile locale ed internazionale per:
1) Sottoscrivere l'appello per il trasferimento e la tutela della vita di Abdullah Ocalan
2) Sostenere la campagna per la liberazione della deputata kurda Leyla Zana, condannata a 15 di carcere per aver osato parlare in kurdo nel parlamento turco, invitando gli enti locali democratici a concederle la cittadinanza onoraria
3) Costruire la più ampia partecipazione al Forum internazionale della società civile nel corso del Newroz(capodanno kurdo) il 21 marzo 2004 a Diyarbakir.
Sabato 8 novembre c/o galleria Nievski in via Alessi 17
alle ore 20,30 proiezione video sul Newroz
alle ore 21,30 presentazione del fotofoglio in ricordo di Dino Frisullo a cura dell'autore Giulio Azzarello ed incontro con una rappresentante dell'UIKI(Ufficio d'Informazione del Kurdistan in Italia).
AZAD- Catania
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