Diritti umani in Pakistan
L’AMICO AMERICANO
Ovvero come qualcuno è meno dittatore di altri
E’ in corso (dicono sia finita, mah....) una sanguinosa guerra in Iraq, in cui muoiono e moriranno centinaia (facilmente migliaia) di civili innocenti.
Ci viene detto che tutto ciò non è per il petrolio, che tutto ciò non è per insediarsi in una zona che ancora non controllano, che tutto ciò non fa parte del Progetto Per un Nuovo Secolo Americano . Gli Stati Uniti e tutti i loro alleati sostengono che l’invasione dell’Iraq risponde a due esigenze fondamentali per gli USA e per tutto “l’occidente”: 1) difendersi da possibili attacchi terroristici con armi di distruzione di massa che Saddam avrebbe e che potrebbe fornire alla rete di Al-Quaeda, esigenza esternata dopo l’11/09 (visto che quando Saddam gasava kurdi e Iraniani andava bene). 2) Esportare la democrazia e la libertà in Iraq e in tutto il medio oriente per pacificare la zona e sradicare il terrorismo.
Non vorrei soffermarmi sul punto 1, essendo più che sufficienti a demolirne la fondatezza i demenziali sforzi dei governi USA e UK di dimostrare che Saddam possiede armi di distruzione di massa (sarebbe più corretto dire “possiede ancora”, sicuramente le aveva, dal momento che gli venivano fornite da USA e mezza Europa quando serviva), non trovate dall’ONU e nemmeno, per ora, dalle truppe Anglo-Statunitensi dopo mesi di ispezioni e circa un mese di occupazione; e gli infantili tentativi di dimostrare un qualche collegamento fra il laico Saddam e I fondamentalisti religiosi di Al Queda culminati con la relazione dei servizi britannici copiata da una tesi di laurea su internet. Per non parlare di documenti prodotti da centri studi militari USA come lo Strategic Assesment 1999 in cui si progettano interventi nell’area ben 2 anni prima degli attentati alle torri.
L’affermazione che più dà da pensare tra quelle fatte dai vari guerrafondai d’oltreoceano e non è che gli Statunitensi stanno esportando la democrazia in Iraq e che vanno a liberare gli Irakeni da un dittatore.
Senza voler scomodare precedenti storici illustri sud e centro-americani, attribuibili ad amministrazioni precedenti, l’ipocrisia del fronte pro-guerra su questo punto è sconcertante, dal momento che gli Stati Uniti e i loro alleati continuano a sostenere regimi non propriamente democratici, se non politicamente almeno economicamente.
C’è in particolare un Paese che potrebbe nel futuro diventare un nuovo Iraq, governato da una dittatura militare, finanziato con aiuti dagli USA e in possesso di armi nucleari con chiara intenzione di farne uso, almeno a livello dimostrativo contro un paese vicino di quasi un miliardo di abitanti nonchè potenza nucleare anch’esso: il Pakistan del democraticissimo Pervez Musharraf.
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