La giustizia taglia la corda
È un po' come se Tizio attraversasse la strada e Caio (volutamente) lo
investisse. Tizio si fa male. Ma Caio non ha colpa perché era Tizio che
si era messo in una situazione pericolosa! Se fosse rimasto a casa o sul marciapiede Caio non avrebbe avuto modo di investirlo etc...
Questo assurdo e cervellotico ragionamento è alla base dell'assoluzione
del poliziotto Markus Deiss che ad Aubonne, nella Svizzera francese,
durante le manifestazioni contro il G8 di Evian
del 2003, tagliò la
corda che sosteneva due attivisti durante un blocco stradale. [ video ]. Sopravvissuti solo per caso, Martin e Gesine, hanno subito, oltre ai danni
fisici, che per il primo sono stati decisamente pesanti, anche danni
psicologici causati dalla estrema brutalita' della quale sono stati fatti
oggetto. E, dulcis in fundo, una condanna gia' emessa per quel blocco.
Il poliziotto, come si vede nelle immagini video, sapeva bene cosa stava facendo. Infatti, dopo essere stato fermato da un collega al primo tentativo, dopo una successiva consultazione con il superiore, decide deliberatamente di tagliare la corda con un coltello da tasca, lasciando che Martin faccia un salto nel vuoto di 20 metri, e Gesine rimanga appesa ai pronti riflessi di chi ha afferrato in tempo l'altro capo della fune. Per il giudice svizzero la colpa è comunque di Martin, che si è messo in una situazione pericolosa...
A pensarci bene non c'è niente di nuovo in questo meccanismo perverso per
cui la vittima diventa colpevole. È un po' come la questione che se una
donna viene violentata proprio il giorno in cui porta una minigonna...beh il
violentatore ha più probabilità di cavarsela. Come dire: esci dalla normalità? Ti vesti non come si deve? Manifesti?
Blocchi? Ti appendi? Allora... provochi? Bene. Sappi che verrai considerato il carnefice di te stesso.
...e occhio quando attraversate la strada, specialmente se alla guida
della macchina che vedete arrivare c'e' un poliziotto.
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- Da vittime a imputati...
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