Censura e controllo in rete
L'FBI ha recentemente inviato due mandati di comparizione
all'amministratore del server flag.blackened.net. Il server e'
un punto di riferimento per anarchici di tutto il mondo e ospita
numerosi siti internet e forum di discussione. In due occasioni
differenti l'FBI ha intimato la
consegna degli indirizzi IP dei visitatori di alcuni siti
internet ospitati sul server tra cui il popolare Infoshop News giustificando tale
richiesta con la presenza di messaggi di "istigazione alla violenza"
su tali siti. Almeno uno dei messaggi incriminati presente su uno dei
forum a pubblicazione aperta, a detta degli stessi utenti dei siti,
sembra essere stato costruito ad arte per rendere il server
"vulnerabile a intrusioni del governo".
Negli ultimi anni le amorevoli cure dell'FBI sono state dispensate a
molti siti "dissidenti", i casi piu' noti a livello internazionale
riguardano la chiusura del sito Raise the Fist e il
successivo imprigionamento del webmaster Sherman Austin e l'accanimento
contro molti nodi del network
Indymedia tra cui quello di Indymedia
Italia.
Ma anche tra i siti italiani intimidazioni e sequestri preventivi sono
una costante e, per ricordarsene, basta citare quelli di
accadeinsicilia
o di due
siti
RdB/CUB sul lavoro precario o quello di analisi storica brigaterosse.org,
fino ad arrivare al grottesco sequestro che ha riguardato il sito
dell'unione dei
carabinieri.
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