Ci sequestrano quando vogliono
Inizio agosto 2005. Sono appena stati resi pubblici alcuni nuovi documenti sul "sequestro" degli hard disk di Indymedia.
Dieci mesi fa gli agenti dell'FBI hanno sequestrato a Londra due server di Indymedia e per qualche tempo decine di Independent Media Center
sono stati messi a tacere. Gli USA e i loro speciali investigatori
hanno molti strumenti a disposizione e oltrepassano anche i limiti di
quest'autorita' loro attribuita, esercitando poteri non scritti. Come
altre azioni di polizia a vario titolo, anche questo sequestro e'
avvenuto senza basi legali a proprio supporto. Come in molti altri
casi, il provider che ospitava i server e' stato persuaso senza fatica
a fornire la massima collaborazione alle forze dell'ordine.
L'azione dell'FBI e' conseguenza di una richiesta di collaborazione legale delle autorita' italiane. Con paterna generosita', il richiamo e' stato ascoltato e la magistratura degli alleati italiani soddisfatta nei suoi piu' proibiti desideri.
La Electronic Frontier Foundation, una organizzazione che si occupa di sostenere i diritti civili
nell'ambito della comunicazione digitale,
ha ottenuto dal tribunale statunitense la pubblicazione di alcuni
documenti legali relativi al sequestro. Rivelano che la richiesta al provider non riguardava
i server ma solamente i file di log. L'azione contro i server di
Indymedia e' stata condotta invece in modo da ottenere pieno accesso ai
contenuti dei dischi.
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