Occupare tutto, saperi in rivolta
A seguito della protesta dei ricercatori precari penalizzati professionalmente dalla riforma Moratti si sono mobilitate decine di facoltà in tutti gli atenei d’Italia. Occupazioni e blocchi della didattica si susseguono da una settimana dopo l’input dato da La Sapienza di Roma e dall’ateneo bolognese. Anche gli studenti medi si sono mobilitati, occupando diversi istituti e organizzando cortei come a Modena il 15 e a Roma il 21. Quest’ultimo caricato dalla polizia di fronte al Ministero dell’Istruzione con fermi e feriti.
A preoccupare non è solo la riforma avanzata dal governo, ma anche le sconcertanti proposte dell’attuale opposizione. Le contestazioni riguardano la riforma Moratti che vogliono approvare ad ogni costo, ma anche la riforma Zecchino varata dal governo precedente.
Dopo l'imponente corteo autoorganizzato del 25 ottobre scorso, con la partecipazione di 150 mila studenti, dopo l'assedio alla sede del Parlamento, negato dalla questura di Roma come luogo per manifestare, dopo le cariche a freddo [1|2] che hanno colpito 8 fra giornalisti e studenti, la camera ha approvato il DDL Moratti in fretta e furia il giorno stesso.
Che è diventato legge con la solerte firma del Presidente della Repubblica, il 7 novembre scorso.
In questo contesto gli studenti universitari hanno deciso di proseguire il percorso di mobilitazione, pur disoccupando la maggior parte delle facoltà occupate, mentre gli studenti medi intraprendevano il proprio percorso di protesta contro un'altra ferale riforma Moratti, quella della scuola.
Per questo hanno deciso assieme di rilanciare questo percorso, cogliendo come occasione la giornata mondiale per il diritto allo studio indetta per il 17 novembre dal Forum Sociale di Porto Alegre.
In quel giorno si terranno cortei in moltissime città d'Italia, affermando la connessione fra le mobilitazioni deglistudenti medi e degli studenti universitari.
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