Morte in Questura
Si è svolto ieri alla Marranella il funerale di Maurizio Scandura morto a 28 anni in una camera di sicurezza della questura di Roma, nella notte tra il 27 e il 28 novembre.
Per la polizia era un tossico con precedenti per spaccio, furti e rapina, ma tanta altra gente lo racconta come un ragazzone generoso e simpatico, siccome balbettava un po' lo chiamavano "Tartaglia". Era cresciuto tra la Marranella e il Pigneto, si arrangiava come poteva, frequentava la comunità di Villa Maraini e viveva in una casa popolare alla borgata Ottavia con la moglie, una figlia di un anno e i suoceri.
Sulla sua morte gli accertamenti giudiziari sono (formalmente) ancora in corso. In realtà l'autopsia, eseguita anche alla presenza di un medico nominato dalla famiglia e comunicata oralmente al pm Roberto Staffa, sembra escludere che qualcuno lo abbia ucciso: niente lesioni, niente di niente, l'unica ipotesi è l'infarto anche in considerazione dei 130 chili di peso (manca però l'esame tossicologico, che arriverà a giorni).
Peraltro, dopo l'arresto alle 12,40 del 27 al termine di un inseguimento e di una caduta dallo scooter, Maurizio era stato visitato da ben due medici. Il primo al pronto soccorso del San Giovanni, dove era stato riscontrato un lieve trauma nella zona dell'occhio sinistro ma la tac aveva escluso guai neurologici: lo hanno mandato via con una prognosi 7 giorni e all'indomani la direzione sanitaria ha riconosciuto, sul Corriere della sera, che forse era meglio tenerlo in osservazione. La seconda visita è stata, nella cella al pian terreno della questura, quella della dott.ssa Laura Ceccarini di Villa Maraini, su richiesta dello stesso Maurizio.
L'inchiesta, ancora ad oggi, non ha chiarito, le circostanze del decesso e nessuno – neanche la stampa – ha pensato di occuparsi delle incredibili circostanze dell'arresto di Maurizio. Colpevole di essere sfuggito all'alt intimato da due "falchi" della squadra mobile, i motociclisti antiscippo, il ragazzo è stato rincorso per centinaia di metri nelle stradine dell'isola pedonale del Pigneto: decine di persone hanno visto la moto che inseguiva lo scooter, fino a che ad un certo punto è stato a quanto pare atterrato, o comunque è caduto, all'angolo con via Castruccio Castracane. Non si capisce se sia caduto da solo (come dice la polizia), se i poliziotti abbiano sparato alla gomma o se invece lo abbiano tirato giù, cadendogli sopra (le testimonianze sembrano contraddittorie). Fatto sta che Maurizio si è rialzato sotto gli occhi di decine di persone che avevano sentito il botto, a tutti è sembrato che stesse bene e si è messo a correre per via Castruccio Castracane, di nuovo inseguito a piedi dai "falchi" che sparavano in aria.
Almeno dieci colpi sono stati esplosi, in parte con una calibro 7,65 e non con la Beretta d'ordinanza, fin davanti alla scuola elementare Enrico Toti dove a quell'ora i bambini escono. Un testimone ha riferito che uno dei colpi è stato sparato da un agente che ormai stava cadendo, che poteva finire chissà dove.
Maurizio è stato sopraffatto e catturato proprio lì, in via del Pigneto, vicino al bar sul marciapiede opposto alla scuola. In quel momento, sembrava ancora nel pieno delle forze, aveva solo una piccola ferita alla tempia. Mentre lo tenevano in quattro cercava di divincolarsi per trovare la fede nuziale, caduta chissà dove.
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