Il 26 di giugno del 2002 nel cono urbano bonairense, afflitto dalla miseria e dalla fame che sono il risultato della esclusione sociale e
economica alla quale è costretta più dei due terzi della popolazione del
paese, le differenti organizzazioni politiche dei lavoratori disoccupati
iniziano una massiccia mobilitazione.
Mille di loro stavano tentando di bloccare la principale via di accesso
alla Capital Federal: il Puente Pueyrredon, che passa sopra il corso del
fiume Riachuelo, frontiera geografica tra la periferia e la città di Buenos
Aires. Il ponte era presidiato da un operativo formato dalle tre forze di
polizia: Prefettura Navale, Gendarmeria Nazionale e la Polizia della
provincia di Buenos Aires.
Il governo nazionale e provvisorio del presidente Duhalde aveva
annunciato dalle due settimane prima del blocco del ponte la sua
decisione di impedire chiunque si sarebbe messo al di fuori della legge,
interrompendo la normale circolazione del traffico. Mentre sui media si
annunciava l'ennesima visita della inviata del Fondo Monetario
internazionale per analizzare la situazione argentina, si montava
simultaneamente una campagna per nascondere la protesta sociale.
Quando i disoccupati iniziarono a confluire sul Ponte dai vari distretti
vicini e lontani del sud della città le forze dell'ordine attuarono un
repressione feroce, che si concluse con arresti di massa, cento feriti tra
proiettili di gomma e piombo, fermi e perquisizioni illegali, e l'assassinio di
due piqueteros: Darío Santillán y Maximiliano Kosteki, entrambi giovani
sui vent'anni.
Questo video, che contiene un'intervista esclusiva a Darío Santillán del
febbraio dello stesso anno (nella quale spiega i motivi della sua militanza,
argomentando aspetti diversi dell'identità "piquetera") mostra anche
immagini riprese direttamente durante il giorno del massacro, che
servirono sul momento per svelare la strategia del governo e la campagna
della stampa ufficiale intono a una supposta "violenza piquetera", e che
serve oggi come prova nella causa giudiziale intentata contro gli atti
criminale dello stato argentino.
In questo filmato si racconta anche la dimensione concreta che
assume il lavoro dell'MTD Annibal Veron, il movimento dentro al quale
militavano Darío e Maxi, quando arriva a generare dentro le favelas
argentine uno sprazzo di speranza e di solidarietà, coscienza e politica, nel
mezzo della crisi sociale e economica più pesante di tutto il sud america. |