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DICHIARAZIONE IN APPOGGIO ALLA RICHIESTA DI UN TRIBUNALE PER GLI EVENTI DI GENOV
by Lorenzo Komboa Ervin Monday, Aug. 20, 2001 at 8:32 PM mail: contact@genoaresistance.org

DICHIARAZIONE IN APPOGGIO ALLA RICHIESTA DI UN TRIBUNALE PER GLI EVENTI DI GENOVA, ITALIA (di Lorenzo Komboa Ervin)

DICHIARAZIONE IN APPOGGIO ALLA RICHIESTA DI UN TRIBUNALE PER GLI EVENTI DI GENOVA, ITALIA
(di Lorenzo Komboa Ervin)

Moltissime persone mi hanno scritto da Genova, raccontandomi le sofferenze passate durante le recenti manifestazioni. Mi unisco a coloro che richiedono un tribunale internazionale che investighi sull'omicidio da parte della polizia di Carlo Giuliani, e sugli attacchi brutali effettuati dalla polizia e dai servizi di sicurezza contro il Genoa Social Forum e la sezione italiana dell'Indipendent Media Center. Questi attacchi sono stati chiaramente organizzati dallo stato italiano e da forze politiche insieme agli agenti dei servizi segreti delle nazioni appartenenti al G8. La decisione per questa repressione brutale fu presa precedentemente alla Conferenza degli ufficiali di polizia europei tenutasi in Spagna, lo scorso Febbraio per organizzare la repressione del movimento anti-globalizzazione. Al tempo, avevo preparato un rapporto che denunciava l'incontro, avvertendo i manifestanti che repressioni molto piu' severe erano in vista.

Sembra che il piano del governo per l'incontro del G8 a Genova fosse di usare sia il terrore militare sia una campagna di disinformazione attraverso i media pubblici per screditare il movimento di protesta. La prova, ormai portata alla luce dimostra che operazioni segrete hanno con ogni evidenza fomentato la violenza, sebbene una parte di questa violenza sia venuta dalle persone che hanno cercato di difendersi dai casuali attacchi della polizia durante le manifestazioni. L'utilizzo di una forza micidiale era stato apparentemente discusso e approvato molti mesi prima delle manifestazioni come una misura tattica per intimidire e demoralizzare i manifestanti, cosicche' appare chiaro come la morte di Carlo Giuliani sia stata quasi una certezza. Inoltre, l'arresto massiccio e le accuse montate contro piu' di 50 persone devono essere immediatamente discusse e messe in risalto. Mi unisco a coloro che chiedono il loro immediato rilascio e la caduta di tutti i falsi capi d'accusa attribuiti dalle autorita italiane. Sembra, pero, che i rappresentanti delle forze dell'ordine stiano continuando ad andare in giro ad arrestare altre persone anche dopo gli avvenimenti: devono essere fermati.

I duri pestaggi della polizia ai danni del GSF e degli attivisti dell'IMC, e l'uso unita' tattiche per prendere letteralmente a pugni gente addormentata nei loro letti devono essere immediatamente discussi e presi di mira, e gli assalitori smascherati e puniti. (Questi porci hanno picchiato le persone nei loro letti mentre queste li pregavano di smetterla urlando "pacifista, pacifista...sono una pacifista!"). Dobbiamo controbattere alle bugie del governo che afferma che queste persone erano ricercate con l'accusa di far parte del movimento paramilitare anarchico "Black Bloc" e che dichiara che martelli e altri attrezzi da operai erano "armi". Niente di tutto cio' puo' essere usato come giustificazione, quest'azione e' stato un puro atto di terrorismo da parte della polizia, e il movimento deve rivelarlo e portalo alla luce.

Poiche' non sara' lo Stato a farlo, allora il movimento deve tenersi pronto a farlo. Questi attacchi fascisti del governo non possono essere accettati passivamente. Questo dovrebbe dimostrarci che la questione non sta nella violenza o la non violenza dei manifestanti, ma nel fatto che esiste un vero e proprio movimento di protesta che sfida l'ordine sociale e terrorizza i governi del mondo. Questa e' l'unica considerazione di un governo che non e' mai stato un imparziale arbitro degli eventi e hey, i poliziotti usano tattiche diverse per buttar giu' le manifestazioni: da una parte una repressione brutale (come e' accaduto a Genova), una facciata morbida da "protettori dei diritti della gente", inclusi i dimostranti, dall'altra. Quest'ultima vergogna del "poliziotto amichevole" e' molto lontana dalla realta.

E' importante anche che nessuno cada nell'errore di pensare che espellere gli Anarchici dalle future manifestazioni come vorrebbero le organizzazioni borghesi che accetterebbero compromessi o si venderebbero alle forze capitalistiche, rendera' queste manifestazioni piu' efficaci o le proteggera dai manganelli della polizia. Gli Anarchici in questo movimento non stanno semplicemente tentando di conquistare "diritti civili", ma stanno invece cercando di abbattere il sistema capitalistico, ed e' per questo che non hanno paura di scontrarsi con la polizia.

Non credono minimamente in nessuno di questi ricconi e nei loro rappresentanti. Avevano il diritto di ribellarsi ai poliziotti e ai capitalisti, ed io non provo simpatia con le affermazioni di "non violenza" e per le "tattiche tolleranti" alla Martin Luther King. King ottenne delle concessioni dal governo solo quando le masse si sollevarono, ecco perche' lui e i suoi politici pacifisti vennero potenzialmente rimpiazzati dal movimento dei "Black Power" alla fine degli anni '60, e allora i giovani smisero di ascoltarlo.

"Chi ha predicato la nonviolenza...lo vada a dire all'uomo bianco di essere nonviolento". Questo direi ai pacifisti, andate a dire ai poliziotti di essere non violenti, non agli Anarchici! Ma non e' la violenza su cui hanno da ridire, ma l'uso della difesa personale, la violenza nelle mani della gente...

Questo movimento e' potenzialmente grande, ma, secondo me, la debolezza di questo movimento e' la stessa degli altri movimenti che sono nati e morti tra la gioventu' bianca radicale, come negli anni '60 la Sinistra fini' per "parlare per i poveri" (o i lavoratori, ecc.) e combattere per i propri interessi. Non puoi parlare per i poveri o per le persone nere in Africa o in America, non importa quanto sei sincero. Insieme a me un numero sempre crescente di persone sta cominciando ad interrogarsi sulla validita' del movimento su diversi piani, non ultimo quello della mancanza di persone di colore alla guida o anche solo alla militanza. Questa e' un problema importante che ha condannato moltissimi movimenti rivoluzionari del passato. Inoltre abbiamo anche un disaccordo di tipo tattico da una parte, come per esempio se l'ultra-sinistra radicale possa sostenere le battaglie nelle strade nei luoghi di conferenze internazionali come il G8 a Genova, e se il movimento dovrebbe iniziare ora a capire che il suo compito e sia quello di mobilizzazione globale sia quello di organizzazione locale. I problemi dei "senzatetto", della poverta, dell'imprigionamento di massa dei giovani, della pena di morte, dei diritti umani dei carcerati, e altre questioni sono cose che i neri e la gente di colore capisce e per contro cui combatterebbe, ma sono anche cose che il movimento anti-globalizzazione deve ancora adottare e sentire come proprie rivendicazioni. E' chiaro, per me e per altri, che la ragione per cui questo movimento e' cosi' "bianco" e borghese sta' nel fatto che non si impegna sul fronte della "rivoluzione della vita quotidiana" nelle citta dove hanno luogo molte delle vere battaglie dei poveri, invece di congressi dove i ricchi tengono i loro incontri. Ci sono persone di colore (immigrati e non) che vengono brutalmente repressi (e anche uccisi!) dalle forze di sicurezza interne nelle profondita' della citta di New York, Londra, Los Angeles, Bruxelles, Chattanooga, Toronto e altre citta' che si basano su programmi di razzismo e repressione politica. I poliziotti impongono la poverta e l'ingiustizia usando le tattiche piu' brutali, e solo quando la gente si ribella, come hanno fatto a Cincinnati, la questione riceve, forse, delle attenzioni.

Il mondo intero e' ora un ghetto, ma il fatto e' che, mentre il movimento anti-globalizzazione, fatto da giovani anarchici bianchi e ONG, sta' appena cominciando a vivere l'esperienza della repressione della polizia sui dimostranti, questa stessa repressione e' una costante nelle vite della gente di colore in tutto il mondo. E' anche una realta per tutti coloro che vivono sotto le dittature imposte dal WTO nei paesi del terzo e quarto mondo. Insomma, non dimentichiamoci di quello che hanno fatto i poliziotti di New York per reprimere la Million Youth March pochi anni fa, negli USA qualsiasi gruppo di giovani neri e' sospetto e allora arriva la polizia.

C'e' un appello per un tribunale internazionale da tenersi il 20 e il 21 ottobre, per smascherare l'omicidio e la brutalita' della polizia e lo stato di repressione poliziesca che ha avuto luogo a Genova, ed io lo appoggio. Questo non e' solo "un problema Europeo" o un "affare italiano" e credo che dovrebbero far parte della giuria del tribunale persone del Messico, Sud Africa, India e di altre parti del mondo, persone che capiscano i crimini di questi poliziotti, insieme ad anarchici, studenti e altri attivisti che erano li' presenti. Questo tribunale deve investigare su tutte le tattiche del governo in questo problema, deve chiedere il pagamento di indennizzi per tutte le persone che sono state feriti e ingiustamente arrestate dalla polizia, deve costringere a ripagare tutto l'equipaggiamento elettronico dell'IMC che e' stato distrutto o requisito dalla polizia nei suoi raid illegali, deve assicurare il rilascio dei prigionieri politici, deve davvero riuscire a far vedere le cose come stanno agli italiani e alla gente di tutto il mondo per presentare questa tragedia per quello che e' stato: un piano sanguinario attuato dal governo italiano che si e' comportato come il ringhioso cane poliziotto delle nazioni ricche del G8. Dovrebbe far cadere Silvio Berlusconi e il suo governo corrotto ed anche, forse, incriminarlo per complotto in un omicidio e, si, i poliziotti dovrebbero essere giudicati insieme a lui.

Ma piu' di ogni altra cosa non possiamo lasciare che questo stato di terrorismo ci fermi dal continuare a combatter il WT0/IMF/WEF e altre istituzioni internazionali di questo tipo; non lasciate che riescano ad impedirci di scendere in piazza a protestare contro le loro azioni, qualsiasi tattica saremo costretti o decideremo di adottare. E' gia' stato provato che Frederick Douglass, schiavo afroamericano del diciannovesimo secolo, aveva ragione quando, piu' di 150 anni fa, disse: "il potere non concede nulla senza una richiesta."

Non possiamo ora chiedere il permesso di protestare contro questi mafiosi che si mascherano da "uomini di stato" e "capi eletti dal popolo". Sono dei delinquenti e noi possiamo provarlo!

Amore e lotta,

Lorenzo Komboa Ervin
Black Autonomy Online

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