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Torino: No Tav a bassa velocità – regalato trenino a Chiamparino
by No Tav - Comitato autogestito Sunday, May. 07, 2006 at 9:42 PM mail: notav_autogestione@yahoo.it

Nonostante la pioggia battente avesse deciso di schierarsi dalla parte della lobby dell’Alta Velocità, il pomeriggio di sabato 6 maggio il presidio No Tav davanti al Municipio di Torino ha visto un’ampia partecipazione. Promossa dal Comitato autogestito contro il Tav e tutte le nocività di Torino e Caselle l’iniziativa mirava a stigmatizzare la politica dell’amministrazione comunale torinese, che privilegia grandi opere distruttive a discapito dei servizi alle persone. Un trenino, simbolo della bassa velocità, è stato recapitato in comune per il sindaco Chiamparino, che ha pensato bene di non farsi vedere.

Torino: No Tav a bas...
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Nella nostra città il servizio di trasporto ferroviario per i pendolari che vengono a lavorare o studiare dalla provincia è disastroso, ma il sindaco e la sua giunta si fanno vanto delle cattedrali dell’Alta Velocità come la nuova Stazione ipertecnologica di Porta Susa i cui lavori sono stati inaugurati da poco in pompa magna. A chi serve un treno superveloce tra Torino e Lione quando gli aerei low cost sono il principale mezzo di trasporto utilizzato dai turisti diretti in Francia? A chi serve che le merci arrivino a Lyon un’ora prima per essere stoccate nei magazzini? Chi sceglierà di utilizzare un treno il cui biglietto sarà costosissimo?
A chi conviene un’opera inutile, dannosa, costosa? Certo non alle popolazione che vedrebbero distrutto il loro territorio, la loro salute e la loro possibilità di vita. Quelle stesse popolazioni che sono state private della possibilità di decidere, che sono state considerate solo un ostacolo, al pari di montagne e fiumi, al cammino della lobby del cemento e del tondino, la sola che guadagna dal Tav.
L’opposizione al Tav, che ha visto protagoniste le popolazioni della Val Susa, si sta estendendo anche alla città di Torino, una città fabbrica che stanno cercando di trasformare in un Luna Park per i viaggiatori di passaggio. Senza alcun riguardo per le persone, senza alcuna prospettiva per un futuro a misura di chi questo nello spazio urbano, già degradato e ridotto a conglomerato di ipermercati, strade di collegamento e quartieri senza identità, e destinato ad ulteriore degrado.

All’iniziativa di sabato 6 maggio hanno partecipato anche esponenti del sindacalismo di base e delle case occupate torinesi. Intorno alle quattro del pomeriggio è passata la Critical Mass e si è trattenuta nella piazza agitando bandiere No Tav e suonando i campanelli delle bici. Si è segnato così un legame ideale tra chi si batte contro l’Alta Velocità e chi pratica la bassa velocità, come emblema di uno stile di trasporto a basso o nullo impatto ambientale e come scelta di un modello di sviluppo che pensa alla qualità della vita e non al profitto.

Negli interventi fatti in piazza si è altresì sottolineata la solidarietà forte nei confronti dei No Tav inquisiti e processati nelle prossime settimane. Ricordiamo che ad 8 No Tav sono stati comunicati avvisi di garanzia per resistenza e minacce e verranno sentiti dal giudice lunedì e martedì prossimi. Un altro ragazzo sarà processato al tribunale dei minori venerdì 12 ed infine un No Tav torinese, Marco, andrà davanti ai giudici mercoledì 17.
Al presidio sono stati ricordati gli appuntamenti delle prossime settimane: lunedì 8 davanti al tribunale di Torino (corso Vittorio Emanuele 300), venerdì 12 al tribunale dei minori sempre a Torino (corso Unione Sovietica 325), mercoledì 17 nuovamente al tribunale di Torino.

Intorno alle 17 i partecipanti all’iniziativa si sono presentati al portone di ingresso del Municipio con alcuni trenini e i disegni fatti da qualche bambino per consegnarli al sindaco della città. Polizia e carabinieri, presenti in forze sin dalle prime ore del pomeriggio, si sono affrettati a chiudere il portone di ingresso dell’edificio e a formare uno stretto cordone di militari.
Infine, dall’edificio ha fatto capolino un incaricato che ha ricevuto il trenino e i disegni dei bambini.
Nel frattempo, i No Tav, hanno invaso la strada e hanno lanciato slogan.
La giornata si è conclusa con la distribuzione di toma, salame e vino.
A sarà dura!

Più tardi alcuni esponenti dell’Osservatorio Ecologico sgomberato per ben tre volte nel corso della scorsa estate hanno occupato un edificio abbandonato alle spalle della Mole, dando vita all’Osservatorio Ecologico numero 4.

Di seguito il volantino distribuito durante la giornata.


Per la vita - la salute - la libertà - No Tav

Ribellarsi è giusto

Il Tav è un’opera inutile, dannosa e costosa.
Ci siamo opposti in questi anni ad un progetto destinato a portare solo inquinamento e distruzione. Le sole due gallerie di 52 Km, che dovrebbero traforare la montagna da Venaus a S. Jean de Maurienne, sono destinate a produrre gravi danni ambientali (taglio delle falde, estrazione di materiali pericolosi quali l'uranio e l'amianto, etc.). Si tratta, lo dicono con "orgoglio" le stesse ditte che hanno vinto l'appalto per conto del General Contractor LTF (Lyon Turin Ferroviarie), di realizzare una linea di "pianura" (con pendenza non superiore al 12%) in montagna (la montagna in questione è l'Ambin, 3.500 metri di altezza). Chi parla è gente con una vasta esperienza in materia di devastazioni ambientali: la ditta che ha l’appalto per la costruzione del tunnel di Venaus, la CMC, una cooperativa rossa di Ravenna, ha già dimostrato la propria perizia nel Mugello, dove è sotto processo per il taglio delle falde acquifere e per il grave inquinamento causato dai lavori effettuati.
Ci raccontano la favola di un Piemonte isolato dall’Europa, con le merci che si accumulano lungi i binari. Mentono e sanno di mentire, poiché la linea attuale è utilizzata solo al 40% della sua capacità.
Chiamparino, il sindaco di Torino, si è dichiarato un ultras del Tav, perché il Tav è sinonimo di progresso.
L’idea di progresso di Chiamparino è un incubo tecnologico nel quale non vogliamo vivere. Oggi manifestiamo le ragioni di chi il treno lo vuole a misura di chi lavora, studia, vive sul nostro territorio. Questo treno a bassa velocità avrebbe bisogno di tante risorse sprecate per una linea ad alta distruzione. I treni sui quali andiamo a lavorare sono sporchi, sempre in ritardo e a volte c’è chi ci lascia la pelle: non si contano più gli incidenti con morti e feriti che hanno segnato di lutti questi ultimi anni.
A Torino e in Val di Susa, a fronte di imprese faraoniche come l’autostrada e il TAV, sono peggiorati i servizi alle persone. Le stazioni minori hanno chiuso biglietterie e sale d’aspetto perché poco remunerative: così i pendolari, studenti e lavoratori, aspettano il treno all’aperto in estate come nei lunghi inverni. La città di Susa, dove c’è l’ospedale, alcune scuole superiori ed altri servizi è collegata con una linea minore che funziona poco e male. Se il Tav verrà realizzato la gente farà fatica a raggiungere l’ospedale mentre dei razzi a trecento chilometri all’ora sfrecceranno senza fermarsi accanto a noi.
A Torino il sindaco inaugura i lavori della costosissima, ipertecnologica nuova stazione ad Alta Velocità a Porta Susa: un’altra montagna di soldi per una cattedrale mentre mancano i servizi essenziali.
La logica del profitto non guarda in faccia nessuno.
Ci raccontano la favola del treno (pulito) che sostituirà i Tir (inquinanti) e decidono di raddoppiare il tunnel autostradale del Frejus. La verità è che nulla ferma la lobby del cemento e del tondino, quella che farà grandi soldi sulla pelle di noi tutti.
Una lobby bipartisan, dove mangiano gli amici della destra e gli amici della sinistra, dove pochi guadagnano e tutti ci rimettono. Soldi, salute, libertà.

Oggi No Tav regalano un trenino a Chiamparino, il sindaco che non vuole intralci lungo i binari di un treno carico di doni per gli amici degli amici della destra e per gli amici degli amici della sinistra. Un treno che alla gente di quest'angolo di nord ovest porterà in regalo devastazione ambientale, danni alla salute e, quel che più conta, la certezza di non poter decidere sulle scelte che riguardano il proprio futuro.
Nessuno deve disturbare i progettisti della città Luna park, che ricicla gli spazi della città fabbrica e insieme immagina una città-porto di terra, ganglio di un sistema di scambi veloci e ricca di attrattive per i viaggiatori di passaggio. Sono in ballo miliardi (di euro) e nessuno deve mettersi di mezzo.

Quella che si gioca in Valle di Susa, a Torino e nella Gronda Ovest non è solo una partita sull’ambiente ma è anche una battaglia politica, economica e culturale in cui è in ballo il destino delle persone che l’abitano, che, di fronte alla “fretta” della globalizzazione, non sono che piccoli ostacoli lungo il “corridoio” destinato a collegare sempre più celermente Torino all’Europa. Ma noi non ci stiamo e nonostante l’Alta Velocità veda il consenso sia del Polo che dell’Ulivo, nonostante gli enormi interessi in ballo continuiamo a batterci per la nostra vita, per la nostra salute, per il diritto dei nostri figli a crescere in un ambiente sano. Ma non solo. Ci battiamo e continueremo a batterci per la libertà di decidere in che mondo vogliamo vivere: il nostro è un mondo solidale, dove libertà e uguaglianza non sono solo parole, ma pratica politica e sociale.

Di fronte alla devastazione annunciata del TAV, di fronte alla folle corsa verso il profitto per i soliti pochi potenti la parola e l’iniziativa sono tornate alla gente, alla gente della Valle ed a quella della città, a quelli che in quest’angolo del Piemonte vogliono vivere e non correre, a quelli che della Val Susa amano i sentieri ed i boschi, a chi desidera un futuro per se e per i propri figli.
Dall’estate scorsa molta acqua è passata sotto i ponti della Dora. La Resistenza popolare contro un potere cieco e feroce, deciso ad imporre ad ogni costo il Tav, ha sinora bloccato l’inizio dei lavori.
Hanno usato il bastone e la carota ma non sono riusciti ad ammorbidire la nostra Resistenza.
I presidi nati per impedire i carotaggi ed i lavori a Bruzolo, Borgone e Venaus sono diventati permanenti, luoghi di socialità e della politica più nobile, quella agita in prima persona, senza deleghe in bianco a nessuno.
Al Seghino in ottobre e a Venaus a dicembre abbiamo resistito, fatto barricate, siamo stati caricati e feriti ma non ci siamo arresi. E poi seguita la lunga tregua olimpica ed elettorale durante la quale hanno provato di nuovo la carota, costituendo l’Osservatorio guidato da Virano.
Virano è stato posto alla guida della Commissione tecnica che dovrebbe affiancare il mai aperto tavolo politico sulla linea Tav Torino Lione.
Dirigente Anas, Virano era stato l’uomo immagine della Sitaf, la società che ha costruito ed oggi gestisce l’autostrada del Frejus che attraversa la Val Susa.
L’osservatorio presieduto da Virano è il cavallo di troia del Tav in Val di Susa. La lobby tavista, dopo aver tentato con gli uomini in blu, prova con quelli in grigio. Alla politica del manganello si sostituisce quella del marketing. I signori del Tav puntano su uno specialista delle pubbliche relazioni, dopo aver fallito il tentativo di chiudere rapidamente la partita mettendola in mano agli specialisti dell’ordine pubblico.

Ad ogni buon conto per far capire che la politica del manganello non è certo stata abbandonata del tutto, il 3 maggio, a neanche un mese dalle elezioni, sono arrivati i primi avvisi di garanzia a 8 No Tav per la Resistenza al Seghino del 30 ottobre scorso, quando per ore si resistette a chi, con la forza, voleva far passare le sue trivelle. Le accuse variano da resistenza a minacce.
Sono gli stessi magistrati che hanno disposto il sequestro sin da dicembre dei terreni di Venaus, consegnati in custodia ai signori del Tav.
La risposta del movimento No Tav, che l’iniziativa della magistratura mira ad intimidire e dividere, non si è fatta attendere: a Bussoleno la sera del 3 maggio un’assemblea affollatissima ha dichiarato solidarietà piena agli inquisiti e ha deciso presidi davanti al tribunale per l’8 e il 9 maggio.

Né il supermarket della politica di Virano né le denunce di una magistratura al servizio dei potenti ingannano chi ha imparato che solo l’azione diretta, l’autogestione delle lotte e delle scelte può fermare i signori del cemento e del tondino.

Di fronte ai giganti è giusto ribellarsi.

Comitato autogestito contro il Tav e tutte le nocività – Torino e Caselle
notav_autogestione@yahoo.it
Tel. 338 6594361

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